mercoledì 27 dicembre 2006

THE MAN #3

Appuntamento Maializio con il bolivi-ano, ovvero The Man, aka Messiè, meglio conosciuto ultimamente come Lo Straniero De La Merda




Ciao a tutti panzoni,
eccoci sintonizzati su C-anale Bolivia.


La puntata speciale per festeggiare il Maiale si preannuncia calda. La pioggia che tartassava il mio impermeabile da ormai molti giorni ha lasciato spazio a un sole brillante.

Le feste natalizie da queste parti non si festeggiano come il giorno del ringraziamento in Italia. Quindi, una volta tanto, non sono stato bombardato da lucine intermittenti e canti gioiosi che annunciano l’arrivo di quel fottuto ciccione di Santa Claus.

I regali comunque arrivano puntuali. Dal mattatoio della città, mi è stato recapitato un bella sorpresa. Alle 9 del mattino suonano a casa. Io non c’ero. “Salve siamo del comune. Come su vostra richiesta, ci abbiamo recapitato del freschissimo fertilizzante. Buon natale”. Ovviamente quelli della comunità hanno pensato che l’ordine fosse stato fatto da me e quindi hanno ringraziato e salutato a loro volta. Ma io non avevo ordinato un bel niente. Morale della favole. Il mattatoio, quando macella le vacche, svuota gli intestini che sono pieni di merda indecomposta. Quando ne hanno accumulata una tonnellata in qualche modo devono smaltirla e quindi la buttano dove possono. Le vittime del gioco in questo caso siamo stati noi. Ma in fondo io un po’ ci ho goduto. Il carico, che sprigiona un odore pestifero e dal quale cola un liquido putrescente, è stato abbandonato a 10 metri dall’entrata della chiesa. Il bello è che ci vorranno circa 6 mesi prima che si decomponga e quindi possa essere regalato come fertilizzante alle famiglie. Mi sono già sparato la scena di un matrimonio che sfila a lato di una montagna di merda di vacca ma il meglio, credo, lo riserverà il giorno del Maiale.

Quindi niente luci, niente regali, niente consumismo e lasagne trasudanti besciamella. Si festeggia tutto con un gran odore di merda ma, mi godo lo spettacolo davanti a la chiesa della flatulenza mentre come sempre...

...cantiamo un blues!!!!!!

Un saluto putrescente e Maializio da C-anale Bolivia,

Messiè

giovedì 21 dicembre 2006

RICASCARCI CONTINUAMENTE

Dicembre 2006 segna per me l'A.D. 15: il quindicesimo anno da quando ho scoperto questa fantastica band, da molto tempo la mia preferita.
Successe tutto molto in fretta e molto per caso, nel negozio di un tipo chiamato "il lurido" (la moglie la chiamavamo "la marcia", nel senso di schifosa andata a male), un soggetto rock a cavallo tra gli anni '70 e gli '90, cioè un tipo che gli anni '80 li aveva quasi ignorati, scavalcati.
Tranne una band: CoC.


Insomma questo lurido affittava CD, quando ancora era consentito dalla legge e dagli stronzi della SIAE. Fatto sta che io cercavo un disco dei Cathedral, lo trovo, ma alla cassa il tipo mi fa

"ah ascolti metal?"
e io -che all'epoca ascoltavo solo e solamente heavy metal-
"maccerto, si capisce!!"
"e li conosci i CoC?"
"i chi?!" -
"CoC: Corrosion Of Conformity"

Il nome non mi stuzzicò per niente, all'inizio. A quei tempi amavo i gruppi con nomi cazzuti e incazzati, tipo i Napalm Death...
Apro una piccola parentesi: mi ricordo di una discussione molto interessante nel Maggio di quest'anno con lui e lui, quando alla fine lui disse

"...ce ne passa dai ND ai CoC, e a un quindicenne fa molto più effetto un "nazista di merda vattene affanculo" [Nazi-Punks Fuck Off, dei Napalm Death - ndr] che un "vado a votare con i proiettili in tasca" [Vote With A Bullet, dei CoC - ndr]

Aveva ragione, ovvio. Chiudo la parentesi e torno appalla sul fatto...
Insomma, mi porto a casa sia il CD dei Cathedral che cercavo (Forest Of Equilibrium, che comprai un mese dopo) e un dischetto dei CoC che il tipo talmente contento del fatto che io mi interessassi ad un suo consiglio (doveva essere terribilmente solo nei suoi ascolti, poveraccio... ) mi regalò: trattavasi di Blind, piccola gemma che contiene uno dei pezzi più belli mai scritti da questa fantastica formazione che vive a cavallo di Releigh, North Carolina e New Orleans, Louisiana.

VOTE WITH A BULLET

mercoledì 20 dicembre 2006

MARIJUANA TOP SELLER

In questo articolo appare tutto molto chiaro.


Però mi sfugge qualcosa: non è una vita che si va dicendo in giro, tramite studi completi da parte di psicologi e sociologi, medici e scienziati? Anche una buona parte dell'opinione pubblica appoggia la teoria della legalizzazione... eppure siamo ancora fermi al medioevo e si vede in dell'erbetta verde, il demonio. Non so, qualcosa mi sfugge... devo smetterla di farmi le canne.

mercoledì 13 dicembre 2006

MUSIC IS FUCKING DEAD

CONVERGE
No Heroes



Ogni tanto ci vuole.

martedì 12 dicembre 2006

CRIMINI ITALIANI

Qualche sera fa la prima puntata di Crimini, la nuova fiction in onda su reti Rai in prima serata. Episodi scritti da maestri del noir moderno (o del "giallo sporco" se preferite) come Giancarlo de Cataldo (leggi qui), o Niccolò Ammaniti (autore di Io Non Ho Paura), i quali molto spesso (sempre) denunciano episodi che accadono realmente e quotidianamente.


Dalla prima puntata (di Andrea Camilleri) si capisce subito che queste puntate di 100 minuti l'una, otto in tutto, sono degli spaccati duri e crudi delle realtà locali italiane. Ecco la domanda: dove sta la differenza tra un normale poliziesco duro in american-style, dal nostrano?




In USA il racconto criminale nasce con Edgar Allan Poe (Murders In The Rue Morgue -1841- e apre le porte al romanzo poliziesco con indagini e riflessioni sull'animo criminale umano). Si evolve nel noir crudo e spietato di Raymond Chandler, Chester Himes, Edward Bunker e non senza una punta di umorismo; in certi casi (Chester Himes in particolare) l'umorismo è onnipresente, anche durante lo svolgimento di un'attività criminosa qualunque.




In Europa nasce con Balzàc e Un Tenebroso Affare (che guardaunpo' è anch'esso del 1841): apre le porte al noir che, a differenza dell'anglosassone, non analizza solo la questione psicopatologica del criminale, ma ne esalta e ne analizza i comportamenti all'interno di una scena sociale particolare: quella napoleonica post-rivoluzione. Si evolve con Derek Raymond nella serie della Factory londinese (sezione A14, Delitti Irrisolti, leggi qui) con profonde riflessioni sull'animo umano e gli sconvolgimenti psicologici che portano ad efferati delitti. Il tutto assolutamente privo di un qualsivoglia senso dello humor ("...chi ha meno humor e buon senso? Un carcerato o un politico in visita ad una prigione?" cit. Derek Raymond).



In USA esistono, nei romanzi criminali o nelle fiction televisive a sfondo giallo o nero, poliziotti corrotti, sempre e in ogni sfumatura. Va molto di moda nel mondo anglosassone.



In Europa e soprattutto in Italia il poliziotto corrotto, non lo vuole vedere nessuno: non piace alla "cvitica" televisiva, semplicemente; i sondaggi sul popolo spettatore parlano chiaro: vengono apprezzati, elogiati, elevati a spiriti nobili che combattono per una giusta causa senza macchiarsi mai, e riescono anche a gestire la famiglia che si va sgretolando a causa di un lavoro che oscura il cuore e obnubila la mente. Poco credibile, ma ammirevole.



Conclusione: preferisco di gran lunga i vecchi romanzi e i film americani, non tanto per la
capacità di analisi di una società dura e malata (quello lo sappiamo fare anche noi: abbiamo autori fantastici, con una sensibilità tanto spiccata da riuscire a cogliere -e restituirlo al lettore- l'aspetto culturale e sociale del crimine che potrebbe sembrare fine a se stesso); piuttosto li preferisco per quel senso dello humor che non deve mai mancare, nemmeno quando si parla di un crimine efferato.




Insomma, viva il romanzo criminale italiano ma, impariamo dagli americani, che è una vita che scrivono di queste cose.



A proposito, il primo che inserì della comicità nel romanzo poliziesco fu sempre chi l'inventò: E.A. Poe, il più grande di tutti quanti, perché alla fine viene fuori che... beh leggitelo che fai prima e ridi di più, alla fine!

lunedì 11 dicembre 2006

DRUGS SLAVING MANKIND

Lo sapevo che prima o poi ci tornavo sull'argomento droghe.


Ho letto questo articolo (non nuovissimo) da un amico. Sapevo già molto degli psicofarmaci e del loro abuso da parte dei pazienti a causa della leggerezza con cui vengono somministrati e grazie alla facilità con cui vengono reperiti, anche per "vie traverse"...




Ho vissuto, anche se non in primissima persona, la brutta esperienza di un conoscente che è stato malissimo per diversi giorni (quasi due settimane) a causa di disturbi della personalità; è venuto fuori che da un tre anni circa si imbottiva di psicofarmaci sotto guida nemmeno troppo attenta del proprio psichiatra. Un mio amico l'ha assistito in casa per tutto il tempo, giorno e notte; mi ha raccontato cose tremende, che diceva, che faceva...
Bisogna finirla con tutto questo e restituire la libertà agli uomini, facendoli più credere in se stessi che nella follia di certi derivati chimici che chiamano "medicine". Esattamente come l'eroina (brevetto della Bayer, leggi qui), derivata dalla sintetizzazione della morfina, e l'LSD ("creato" da un farmacista svizzero, Albert Hoffman) per cercare di alleviare le sofferenze dei malati di cancro e tumori in fase terminale, queste sostanze finiscono spesso -o meglio, sempre- per la strada, diventando droghe da marciapiede.
Un Governo che si consideri composto di professionisti seri a cui sta a cuore la salute del proprio Paese, dovrebbe pensare più a controllare certi comportamenti/prodotti delle aziende farmaceutiche, piuttosto che impiegare le forze dell'ordine a correre dietro ai ragazzini che si fanno le canne sotto casa o nei parchi cittadini.

mercoledì 6 dicembre 2006

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, DELITTO E CASTIGO

Ho letto questo articolo stamattina e mi ha dato fastidio il modo in cui alcuni esponenti della politica e della società italiana condannino il reinserimento in società di individui pericolosi (o ex-tali).

le prime repliche: "secondo me sbagliano perché è un'assassina e deve restare in carcere a vita; agli assassini politici, o terroristi rossi o neri che siano, non va data la possibilità di reinserimento"

piuttosto giusto da un punto di vista giuridico.

Parto da questo punto: l'Italia non è gli Stati Uniti d'America.

In Italia, il conservatorismo cristiano cattolico ha dalla sua una buona capacità di accettare il reinserimento degli individui criminali nella società. Da noi esiste sempre la seconda possibilità (e una terza, o una quarta). Il perdono e la misericordia fa parte della nostra coscienza civile, lo dimostrano pubbliche interviste in cui famigliari di vittime hanno perdonato i loro assassini, mogli e figli di giudici uccisi dalla mafia, hanno preferito perdonare che incattivirsi.
Moralmente, ci sentiamo obbligati a farlo. Inoltre, il criminale che viene perdonato e sa di poter essere reinserito nella vita sociale, potrebbe avere qualche speranza in più di uscire dal circolo dell'odio.

sento qualcuno che dice sottovoce, quasi compiacente: "in America non si dà la possibilità a tutti di essere reinseriti in società"

Negli USA vige un puritanesimo di tipo calvinista; non transige sulle capacità di recupero di un criminale all'interno della "civilità".

Dimostrazione di ciò è come un ex-carcerato fatichi a trovare lavoro anche se accompagnato da un agente e tenuto sotto sorveglianza anche in libertà: la notizia che lui è un ex-criminale fa il giro delle città e delle aziende prima che lui venga chiamato per un colloquio. Edward Bunker e il suo personaggio Max Dembo ne sanno qualcosa. Dare una seconda possibilità non è solo umano, ma naturale.

sento già urlare: "bisogna dare lavoro prima a chi ne ha davvero bisogno, e poi a chi lo cerca come riscatto in società. Poi, perché una ex-terrorista nella commissione antidroga e nel recupero tossicodipendenti? Non sarebbe meglio una psicologa?"

Sarebbe molto meglio. Magari Susanna Ronconi in carcere s'è anche laureata in psicologia, forse anche specializzandosi nel campo delle droghe e del recupero; cosa ne sappiamo? Il famoso rapinatore di banche americano Chessman si laureò in legge in carcere e fece uscire molti detenuti le cui condanne erano ingiuste o infondate...

In fondo è una forma di lavoro socialmente utile e tutti sappiamo quanto sia doveroso ed essenziale combattere le droghe dall'interno aiutando le persone che ci sono cascate ad uscirne; educazione in senso inverso, ma sempre educazione.

Per come la vedo io, potrei anche sbagliare, fa parte del suo programma di recupero della propria identità sociale.

martedì 5 dicembre 2006

C-ANALE BOLIVIA ON THE ROCKS

Ossia la vita che va a puntate.

Quando si hanno amici lontani è giusto rendergli omaggio come si puole.

Lui l'aveva già fatto qui, in occasione della prima puntata del C-Anale Bolivia.

Io lo faccio ora, diqquà, a dimostrazione di come Uomo dell'Anno lo sia sul serio.

Ciao a tutti gli stronzoni,

eccoci sintonizzati su C-anale Bolivia.
La stagione delle piogge è arrivata prepotentemente sull’altipiano e tutto si è trasformato in fango, un nemico sempre in agguato. In un miscuglio di creta, sassi e malta ti avvolge lo scarpone cercando di inghiottirlo. Tu quindi ne tiri una ad ogni passo e ci dai dentro con i reni.

L’umido penetra nelle ossa e congela tutto. L’unica parte che rimane sempre al caldo è l’ano. Protetto dalle chiappe, che possono essere composte da tessuto adiposo, muscolo e, in casi rarissimi, tessuto chiappa, sta al caldo è si lamenta solo per la diarrea.

La merda ultimamente è un comun denominatore della mia vita. Nel mio lavoro viene chiamata concime ma si sà, l’abito non fa il monaco. Qualche giorno fa ho fatto un bel ordine di 25 m3 di sterco di ovino con il quale mi divertirò molto. Lo ripartirò come Gesù Cristo a tutte le famiglie bisognose.

I miei problemi intestinali si vanno stabilizzando. Diarrea tutti i giorni. Per questo ho deciso di cacare in dei vasetti e presentarli a un tecnico che li analizzerà scrupolosamente. Nella merda non si è mai soli.

Con le dita congelate, la giacca anche in casa e la pioggia che batte incessantemente sulla finestra chiudo la trasmissione...

...cantando un blues

Da C-anale Bolivia per oggi è tutto.

lunedì 4 dicembre 2006

SATANA CHI??

H.P. Lovecraft era genio, e si sapeva. Come era noto che s'inventasse un sacco di storie; terrificanti, ma false.

Ora che ho letto qui mi viene in mente che magari conosceva quel culto già da tempo e che si sapesse in giro, perlomeno in circoli chiusi.


Insomma pare che il culto di Yig esista ancora e che i satanisti che baciano il culo a satana siano un po' fuori strada.

NON C'ENTRA UN CAZZO...

... ma in compenso ieri sono andato a vedere questo.



Dopo i sensi di colpa delle scene finali ("Addio e vaffanculo vi siete mangiati tutto il pesce!", solo che non sono delfini e non vanno su un altro pianeta), il film è divertente, a volte esilarante, movimentato, un po' troppo musicato ma fatto bene, pro-natura ma non d'accusa feroce, educativo senz'altro.

Ci sono voluti: 4 anni, 80mila foto dell'Antartide, 3 persone per ogni pinguino, 8milioni di piume solo per il pinguino protagonista, 1000 persone nel cast tecnico con età media di 26 anni, 10mila persone che hanno lavorato a tutti gli aspetti del film.

MIKE "PACCON" + JOHN ZORN

Ecco.

Avevo tanta voglia di andare a vederlo, e invece quando ho chiamato venerdì per il biglietto mi hanno risposto "se chiamava un mese fa ne trovava uno".

E grazie al cazzo.


venerdì 1 dicembre 2006

ONLY

La fantascienza è da sempre un genere letterario che attira diversi milioni di lettori in tutto il mondo, forse per la capacità di far viaggiare davvero con la mente in epoche remote e lontane, dissociandosi completamente da questo nostro mondo frenetico e strano... e forse anche perché esaminando mondi così diversi eppure così simili al nostro riusciamo a comprendere realmente alcuni aspetti della natura umana.

Esistono diversi tipi di fantascienza, e ovviamente diverse filosofie in base alla formazione che gli autori hanno avuto in vita:

(chiedo scusa fin d'ora ma l'impaginazione di blogger fa davvero cacare)

- classica, di scrittori come Bradbury, Huxley, nella quale le civiltà future coesistono tra mille mondi e razze diverse (umani, androidi, esseri di altri pianeti) e in cui le storie sono a volte anche banali; l'importante molto spesso è il contorno della storia, l'ambiente.
Consiglio:

In un mondo futuristico a regime totalitario basato sul culto del produttivismo in stile Ford, gli esseri umani possono accedere ad ogni tipo di piacere materiale, liberamente, non essendo in pericolo per malattie o oppressi da guerre. Per far questo però, gli esseri umani vengono "coltivati", prodotti in serie in fabbriche di persone, e sin da bambini condizionati da droghe e tecnologie, in modo che da adulti vadano a ricoprire posizioni in base alla formazione condizionata ricevuta. Ma l'equilibrio si può spezzare facilmente... Un tema ricorrente nella fantascienza classica negli anni a venire.




In una società in cui è vietato leggere libri, viene istituito uno speciale corpo di Vigili del Fuoco, impegnati a dare fuoco a tutte le opere letterarie. Non a caso si nota un certo maccartismo in questo romanzo. Con maccartismo s'intende il movimento anticomunista americano, spinto dal senatore Joseph McCarthy negli anni '50, al fine di evitare influenze comuniste nelle istituzioni americane per mezzo della letteratura. L'ombra di Orwell (da Orwell 1984) è gigantesca in questa opera: entrambi parlano di controllo delle informazioni e della mente degli uomini tramite l'instaurazione di un regime di terrore e rappresaglia.




- storiografica/politica, altrimenti detta "fantascienza sociologica", in cui si esaminano eventuali civiltà simili alla nostra spostate in avanti di millenni, come quella di Isaac Asimov o Frank Herbert, senza i quali non sarebbero mai esistiti eventi cinematografici come Guerre Stellari di Spielberg o Dune di David Lynch (tra l'altro molto bello e fedele alla dinastia originale)
Consiglio:

La Terra non è più abitabile, si vive su Terminus e Helicon, pianeta, quest'ultimo, dalla cui regione Arcturus proviene Hari Seldon, scienziato psicostoriografo. Egli è riuscito, tramite complesse operazioni matematiche e algoritmiche, a sintetizzare i comportamenti umani del passato e proiettarli nel futuro, ottenendo come risultato una previsione del futuro sui comportamenti di massa delle popolazioni con grande precisione. Sarà una notevole fonte di guai, raccolti in 7 volumi Preludio alla Fondazione, Fondazione anno zero, Fondazione o Cronache dalla Galassia, Fondazione e Impero o Il crollo della Galassia centrale, Seconda Fondazione o L'altra faccia della spirale, L'orlo della Fondazione, Fondazione e Terra.



Sempre la Terra non più abitabile è il pretesto per creare nuovi mondi d'incubo. Dal pianeta Caladan la famiglia Atreides viene trasferita sul desertico Arrakis, e qui inizia la lotta con la famiglia del Barone Harkonen per il controllo della Spezia, o Melànge, una sostanza prodotta dai vermi giganti delle sabbie e mangiata dai Fremèn del deserto, popolo nomade, fiero e pericolosamente battagliero. Una saga ecologica e sociale su 6 volumi che ha influenzato profondamente il mondo della fantascienza e della cinematografia mondiale sul tema. Un must. Ci hanno scritto una canzone anche gli Iron Maiden nel 1984, sull'album Piece Of Time (To Tame A Land, molto bella e significativa).



- psico-sociale come la chiamo io, o semplicemente socioscienza: James Graham Ballard in questo è maestro supremo. In oltre 40 anni di opere ha immaginato l'impossibile: mondi senza più orologi e concetto del tempo, città con case psicotrope (che modificano la loro forma e colore in base all'umore di chi li abita e di chi ci ha vissuto prima), il ciclo di Vermilion Sands con poetesse liriche di altri mondi, mondi in scatola, città infinite senza concetto di spazio libero estese in verticale e orizzontale, controllo della mente, cambi d'identità... il bello è che non è detto che si viva in un futuro prossimo o remoto, tutto avviene sulla Terra e non viene mai specificato il periodo storico: potrebbero essere gli anni '50 come il 2897, non fa differenza. L'unicità sta nel tipo di società che viene imamginata e fatta vivere con regole e costumi ben delineati.
In questo filone ci può rientrare anche Philip Kendrik Dick, anche se molti suoi romanzi sono ambientati nel futuro in modo esplicito.

Consigli:

Il ciclo di Vermilion Sands è il massimo di Ballard. Tutto ciò che riguarda case psicotrope, mante delle sabbie, poetesse maledette con autisti dalle sembianze del dio pan, piante che cantano e gorgheggiano accordate da orchidee incantatrici, può essere scoperto in questa saga.








In questi 15 racconti vengono affrontati alla maniera di Ballard i temi di guerra del vietnam, psicopatologia, vittime di incidenti stradali, pornografia, potere dei media, tutti simboli negativi dell'epoca moderna.


Philip Dick ha creato un mostro. La Terra è la stessa di sempre, tranne un piccolo fatto storico: i nazisti hanno vinto la guerra e siamo in un regime totalitario governati dai Tedeschi. Etnie come gli asiatici, i neri d'Africa, gli ebrei o gli arabi non esistono più, sono stati tutti sterminati. In questa società d'incubo esiste un libro, che parla della storia di un mondo in cui i nazisti hanno perso la guerra e vige la democrazia in tutta la Terra. Non deve assolutamente essere reso pubblico...



Pianeta Terra, Gennaio 1976. Non esiste più un solo essere umano sul nostro pianeta? Una sconvolgente malattia ha trasformato tutti gli essere umani in vampiri, in grado di parlare e di pensare, ma assetati di sangue. Chi viene morso diventa vampiro a sua volta. Ma non tutti sono così. Un uomo, l'ultimo sulla terra ad restare umano, farà una scoperta agghiacciante... Una delle metafore più interessanti sulle trasformazioni della società.

mercoledì 29 novembre 2006

HAPPY EASTER EVERYBODY

These Arms Are Snakes (link) è una band che mi è piaciuta da subito.
Un paio di anni fa presi, per pura coincidenza, il loro album d'esordio (in vinile, azzurro, fighissimo): Oxeneers Or The Lion Sleeps When Its Antelope Go Home. Un disco che ho ascoltato allo schifo, e che ancora oggi metto su quando non so cosa ascoltare. Mi solleva il morale con i suoi giochi ritmici e le schizzate variazioni di tempo, i suoni così affilati e allo stesso tempo morbidi e (quasi) calmi. Ecco, questa band è agitata, sì, ma suona comunque calma. La trasmette anche. Almeno a me.








Il secondo album (sempre in vinile, certo; stavolta trasparente) Easter, sulla falsariga del precedente, ha un qualcosa in più che non ho ancora identificato, assorbito, metabolizzato. Sembra avere un'energia più dirompente, direi quasi esplosiva, restando comunque calmo e lucido: non cede il passo alla rabbia, la controlla. Il punto è che Mescaline Eyes, in apertura, è una figata: cresce, parte, rallenta, si ferma ed esplode nelle rullate pseudo-incoerenti che calzano a pennello nelle note dilungate delle chitarre nemmeno troppo distorte e gli effetti elettronici sullo sfondo sibilano e graffiano.

Ascoltala qui

giovedì 23 novembre 2006

PIANETA SOLITUDINE

If I Should Fall To The Field è una riscoperta continua, un viaggio perenne. E Steve Von Till (NEUROSIS - Chitarre/Voce) è pressoché perfetto nei panni del cantastorie maledetto, malinconico e profondo.

Le basi dai tempi lenti, mai noiosi od ossessivamente opprimenti sono atmosfere melodiche di banjo, sitar, hammond e chitarre acustiche, voci e canti. Di tanto in tanto un lieve accenno di batteria. Attraverso folk, mood country, blues e a volte semplicemente due note di chitarra acustica la voce di Steve, sciamanica, rassicurante, cavernosa e potente, racconta di storie andate, di racconti perduti e del fascino ancestrale che la terra esercita, su tutti noi, con le sue storie legate ad antiche suggestioni. Accompagna la mente nel viaggio più oscuro di tutti, e poemi arcaici dalle parole forse dimenticate danno vita alla sofisticata meditazione sulle ombre che circondano lo spirito. Sì, perché questo è il disco dedicato a chi è caduto al suolo, a chi non si alzerà mai più, a chi ha perduto ogni contatto con il mondo dei vivi. A suo nonno, in particolare. (il pezzo The Harpy, in chiusura, viene da questa registrazione di vocalizzi e canti del 1961 quando, suo nonno, in pieno deserto registrò quello che lui chiamò "il suo testamento"; Steve ci ha buttato dentro qualche effetto di fondo per dare spessore).

Quando ascolto questo disco mi sento solo. Mi succede ogni volta: un groppo in gola che non va giù nè su, il cuore stritolato in una morsa gelida e ingoiato dal buio. Nessuna voglia o capacità di ascoltare qualcuno. Mi sento solo su un pianeta sovrappopolato.
E nessuna paura.

SI TORNA


... o meglio, ci si risveglia da un lungo e contorto sogno.

venerdì 17 novembre 2006

SI VA

Qui.

Che si svolgerà al NDSM Wharf, un gigantesco nuovo sito nella parte nord dell'immenso porto.

Torneremo. Fidatevi.
Anzi, no.


lunedì 13 novembre 2006

MAS(TOOL)DON

Quando: ieri sera, dalle ore 8 in poi.
Dove: Torino, PalaMazda.
Il mastodonte si alza e procede... inquieto, incazzato, incessante.
Premessa veloce: il loro unico concerto che io abbia mai visto è quello del Transylvania Live nel 2001 a Milano, c'erano sì e no 30 persone (gli sfigati fuori, grazie), tour relativo al disco Remission e l'EP Lifesblood; fu l'esordio italiano di una band che sta diventando gigantesca.



Sleeping Giant, Ca(ter)pillarian Crest, The Wolf Is Loose... tutti pezzacci incazzati neri dall'ultimo album Blood Mountain (titolo fantastico!), forti di una ritmica omicida e chitarre spaccatimpani ma è ovvio che è Brann Dailor (batteria; suona meglio al plurale però, sembrava fossero in due) a spaccare il culo a tutti quanti; è l'unico davvero impressionante tra i quattro anche se ho notato con piacere che anche Troy è maturato molto come cantante.
Ci siamo ritrovati un po' frastornati quando hanno sciolto le briglie ad alcune delle bestie di Leviathan, concludendo la loro breve e intensa serata sulle note della supermegavolosa Hearts Alive; chitarre e batteria a vagonate, locomotiva compresa. Tra l'altro lo strepitoso e azzeccato solo finale forse m'è piaciuto più che su LP, è sembrato più limpido, squillante, alto. (emmerda se era alto... )

Per i Tool direi che le differenze tra la data di Milano del 19.6 (a fondo pagina) e ieri sera a Torino sono state, oltre che nel mese di "celebrazione":

- le dimensioni degli ometti sul palco; almeno sono quasi riuscito a vederli in faccia!
- suoni per quanto possibile migliori della media dei palamerda telaio in metallo e tetto in telone-del-cazzo
- biglietto relativamente economico; quello di Milano stava a 32€ senza band di supporto. Ieri 35, ma almeno c'erano i Mastodon. Comunque è tanto lo stesso, se si va a chiedere in giro. Cioè quei froci dei Take That un biglietto lo fanno pagare 80€ e voi metallari del cazzo vi lamentate?
- presenze in sala gradevoli, amici vecchi e nuove conoscenze... tutti più o meno appezzi, con il Sindaco del Metal sempre in grande forma (cioè di forma grande)
- scofanata di panozzo con sazizz', cipolle e senape (parlo per me), bissato da un successivo identico per calmare le budella



Per quanto mi riguarda, dei concerti dei Tool so per certo una cosa sola: li ho visti 3 volte e ogni volta assistere ad una loro serata è partecipare ad uno show a 360° con immagini, effetti visivi e luci che completano la musica, sempre magnifica, potente, astratta ma che si fa sentire come un pugno nello stomaco, obliqua e diretta allo stesso tempo.
Lateralus + 10,000 Days. Questi i due dischi co-protagonisti della serata; ma anche Aenima s'è fatto vedere da luminosi e ampi spiragli chiamati Forty Six And Two, Aenima, Stinkfist. Il basso aveva un suono, ma un suono... che ti si incastrava in quelle aree comprese tra giugulare e timpano e tra gabbia toracica e cappella, e ti faceva vibrare tutto. Questo per la parte alta del corpo. In basso succedeva anche che si piegassero le ginocchia e ci si sentisse un pochino... storti. Ecco. Non ho invece capito la maschera antigas sulla facciona di Maynard ma va bene lo stesso; lui canta da dio e la sua voce è molto bella, la sa modulare e sa essere anche incazzato.
Perdonato.
Questo non vuol dire che una band si possa mettere le maschere... Slipknot, Berzerker, G-WAR & Co.Bella fanno cagare tutti quanto allo stesso modo, si capisce.

Gran concerto, presentato bene, suonato meglio, musicisti professionali e tutto il resto...

... però le regolette del cazzo come a scuola e gli scassacoglioni della security (no smoking / no foto) li lasciamo fuori la prossima volta ok? Ah, e già che ci siamo signori del PalaStronzi, di bar mettetecene due; per una birra non si può aspettare mezz'ora, non siamo tedeschi, a loro piace aspettare per la birra... Noi siamo italiani e la maggior parte metallari. Non si deve far aspettare un metallaro italiano (medio) assetato.

La prossima volta a rapporto dal Sindaco del Metal e non passa un cazzo a nessuno.

giovedì 9 novembre 2006

MILANO CRIMINALE

Un nuovo libro, l'ennesimo, sulla criminalità a Milano.
Ne hanno scritto Piero Colaprico (giornalista di "nera" e editorialista di molte testate nazionali e collaboratore di Noir Magazine), Giancarlo de Cataldo (guidice presso la Corte d'Assise, sceneggiatore, traduttore e romanziere), criminali d'ogni sorta, compreso il boss calabrese Saverio Morabito che imperversava tra Baggio, Lorenteggio, Giambellino e San Cristoforo (il primo vero imprenditore della criminalità organizzata), stringendo allenaze segrete (alle cosche calabresi) anche con il bel Renè (Renè Vallanzasca), della Comasina.

Ma (eh sì, MA!) questo libro è diverso. Viene raccontato in prima persona dal poliziotto capo della squadra mobile di Milano per oltre 15 anni, Celeste Bruno, ritenuto uno stratega che ha risolto oltre l'80% dei casi e il primo caso di serial-killer italiano, Luca Moz.

Ha partecipato il giornalista di nera che lavora per il Corriere di Milano, Michele Focarete. Questo signore si è occupato spesso di prostituzione, viaggiando anche all'interno di un furgone dall'Ucraina all'Italia, assieme a donne con un unico destino comune: diventare puttane in Italia.

Oltre 200 case d'appuntamento, 50 club per scambi di coppie, 1000 e oltre prostitute e travestiti sui marciapiedi. Tratte di clandestini enormi. Bische clandestine da milioni di euro. Corse di auto su percorsi di gara urbani, con giovani poco meno che ventenni morti tragicamente. Mafia cinese e bambini schiavi. Uno spaventoso giro di droga per manager rampanti e giovani sballati. Storie raccontate da giovani donne con esperienze terribili alle spalle e incredibile coraggio per andare avanti e lottare.

Questa è la Milano (non) da bere. La Milano della vita di notte, quando le mostruosità dell'animo umano convogliano nella stessa direzione. Questa è la tragedia, la meschinità e l'essenza della cattiveria umana, è Balzac, è Victor Hugo, i miserabili, i diseredati e i disgraziati della nostra "civiltà" che non sa più dove sta andando. In una Milano che tutti considerano la capitale del lavoro, c'è anche la Milano che molti (troppi!) non conoscono e non considerano, nelle loro belle case calde e ospitali. Italiani, albanesi, marocchini, slavi, russi, cinesi, mediorientali... tutti quanti siamo in mezzo fino agli occhi, nei misfatti di ogni ora, perché se è vero che Milano non dorme mai certamente il crimine non sta a guardare.

Milano è viva.
Milano è pericolosa.
Milano è una delle città più affascinanti d'Europa, nonostante tutto.

martedì 7 novembre 2006

ORGOGLIO & GLORIA

Black Label Society: l'etichetta fa nome, e all'etichetta spesso si fa riferimento.
L'etichetta in questo caso è nera, come il colore vomitato da questo Hangover Music Vol.6; una serie di splendide e malinconiche "ballads", graffianti, emozionanti, in pieno stile Zakk Wylde. Da quando suonava con Ozzy Osbourne (sostituì Randy Rhoads dal 1989 in poi) diverse cose sono cambiate. La sua rabbia si è evoluta, l'aggressività raffinata, lo stile s'è pulito parecchio restando tagliente e spesso. Il disco dell'impiccato si piazza dritto nel cuore, prima ancora di essere digerito dall'apparato uditivo: è il disco dei ricordi, dei rimorsi, dei rimpianti.

Come una delle ultime (vere) rockstar che si rispettino questo favoloso, strabiliante chitarrista si è guadagnato il diritto di poter fare quello che vuole senza starci a pensare troppo su, riuscendo a farci innamorare della sua musica ancora una volta. Chiamati a sè Mike Inez al basso (Alice In Chains) e Craig Nunenmacher (Crowbar) alla batteria, eccolo qui, uno dei dischi più belli che mi siano capitati tra le mani negli ultimi cinque anni. Non ci siamo (almeno io) ancora abituati a questo suo modo di essere, senza compromessi né false aspettative date agli ascoltatori più affezionati; però non è forse questa la caratteristica che più si va a cercare quando si ha a che fare con un musicista del calibro di Zakk Wylde? Il disco spiazza e piace un casino: perseveranza, carisma, evoluzione... e tanto feeling. Alcuni a volte dimenticano. Ma questa è l'essenza, e a TheDarkSide piace ricordarlo così.

lunedì 6 novembre 2006

GUIDA PRATICA PER GLI UTENTI

Come programmare il bambino per una completa notte di sonno? Quando il momento giusto per portarlo a fare il tagliando dal pediatra? Se piange durante la notte, non è un problema di malfunzionamento o un difetto di fabbricazione, fanno tutti così; dopo qualche settimana il problema di risolverà da solo. Quali sono i migliori metodi di "impacchettamento" del prodotto per evitare danneggiamenti delle parti delicate (ricambi inesistenti o molto cari)? Quali i più corretti processi di installazione e manutenzione (ordinaria e straordinaria) del vostro nuovo prodotto ipertecnologico a funzioni avanzate?

Ecco. Questo manuale (geniale nella sua semplicità) risponde a tutte queste domande, e molto di più! Anche la sola lettura, senza fini ultimi per l'apprendimento a scopi manutentivi dunque, è parecchio divertente.
A proposito, il pannolino è il "raccoglitore delle scorie in eccesso".

venerdì 3 novembre 2006

A ME, ME PIACE!

Piccola parentesi che a quella grossa ci pensa il video. (Redsparowes sono un gruppo della madonna)
Questo, è un disco della madonna: i titoli, le musiche e l'artwork sono già leggendari, ancora prima di installarsi definitivamente nei neuroni -lo faranno presto.
Musicalmente i nostri sono dei figli-di-puttana spaventosi, musiche affascinanti, melodie a volte un po' storte, un po' dissonanti; per questo sempre gajarde: sembra di ascoltare una magnus opus classica suonata da strumenti rock con suoni tanto seventies e uno spiccato senso della melodia e dell'insieme (già sentito? Come questi, non credo proprio... )

giovedì 2 novembre 2006

METALHEAD

Ecco.
Si riconosce?
E' James Hetfield, Metallica.
Qualche anno fa se ne uscirono con la stron(caz)zata dei pupazzi e della statua (foto), adesso arriva la testa.
Non lo so, cioè non so che pensare.
Potrei comprarne una e accanirmici con torture medievali e naziste. Potrei darmi al voodoo.
Conosco pure chi se le comprerebbe sul serio...

Ora leggete quanto costa (ah scemi!!!)

martedì 31 ottobre 2006

Diocane

Semplicemente geniale

Anubi

martedì 24 ottobre 2006

IN THE BEGINNING...

Urlare al miracolo o all'invenzione pura, parlando di un nuovo genere musicale o di una svolta stilistica di questa o quella band, è rischioso.

Soprattutto quando si sa benissimo che il blues è il papà del jazz e il nonno del rock e dell'heavy metal (il fratellino ribelle).

Questa affermazione può sembrare azzardata, ma se si conoscesse un po' di teoria musicale (non serve essere un direttore d'orchestra, nè un musicista di professione) non lo sarebbe nemmeno tanto, dato che qui viene spiegato il perché.

A dispetto di ciò, tutte le orchestre, le band e i musicisti che sono venuti dopo gli schiavi neri dei campi di cotone che dall'inzio del XIX alla metà del XX secolo hanno lavorato per gli stati confederati, anche se non si sono inventati un cazzo di nuovo, in realtà lo hanno fatto.

Perché è solo rimescolando le carte con sapiente coscienza di ciò che si sta facendo si ha un risultato che possa diventare l'invenzione di un nuovo genere musicale.

In fondo, Miles Davis non ha inventato da zero proprio niente (sempre secondo la teoria), ha però "cambiato la musica quattro o cinque volte. Lei cosa ha fatto di così importante, oltre ad essere bianca?" [Rispondendo ad una ragazza della società borghese di Washington, seduta accanto a lui, che gli chiedeva cosa avesse fatto per essere invitato durante un ricevimento in onore di Ray Charles alla Casa Bianca del presidente Ronald Reagan, nel 1987.]

Anche il blues, sì.

Anche Charles Mingus ne ha da dire... "Good jazz is when the leader jumps on the piano, waves his arms, and yells. Fine jazz is when a tenorman lifts his foot in the air. Great jazz is when he heaves a piercing note for 32 bars and collapses on his hands and knees. A pure genius of jazz is manifested when he and the rest of the orchestra run around the room while the rhythm section grimaces and dances around their instruments."

Al di là della citazione non calzante a pennello con il blues e il concetto di questo articolo, le sue mescolanze con sonorità blues, come in Good Bye Pork Pie Hat (decisamente nascoste, ok), sono ormai parte della storia.

Due puri geni del jazz che non si sono elevati a dèi onnipotenti della musica, sparando queste due affermazioni; semplicemente dicono che per generare nuovi stili musicali bisogna sapere cosa si fa, e cosa si è fatto.
Ascoltando Miles, sembra di ascoltare un genere diverso in ogni suo disco, ma sempre di jazz si tratta.
E ascoltando Mingus, lo stesso. Anche quando re-inventano il blues (stile in cui, prima o poi, un jazzista si lancia sapendo che è la "sua" musica in quanto nero: viene dai campi di cotone, dallo spiritual e dall'amarezza della vita).

Anche Charlie Parker, grande sassofonista, reinventò il blues con il disco Funky Blues.

Allo stesso modo John Coltrane su Plays The Blues echeggiò soli di chitarra blues su tempi jazz e armonie dissonanti, le tipiche blue notes, così familiari nella musica nera.

La prima sezione di Duke Ellington's Sound Of Love, è puro blues. Concepito come tale, ma suonato come jazz.

Lo so che non scopro l'America, e nemmeno l'Acqua Calda. Però sono stufo di sentir gridare al miracolo per ogni stronzata che fuoriesce da una cassa acustica, quando in giro ci sono stati dei geni musicali di portata storica che hanno realmente inventato qualcosa di nuovo partendo da uno stile musicale vecchio di 150 anni.

Però ora basta... mettiamo su del metal! (possibilmente black)

ALICE NEL PAESE DI SATANA

La band della settimana è:

ANNIHILATOR

La band nasce a Vancouver, Canada, nella prima metà degli anni '80. Nei primi mesi era composta solo da Jeff Waters, eccezionale chitarrista, e Paul Malek (batteria) che pensavano probabilmente ancora al nome della band e a come fare qualcosa di veramente originale in un mondo (il thrash metal) che era già parecchio evoluto dal punto di vista delle musiche, delle liriche e della tecnica strumentale acquisita (tra il 1986 e il 1988, Master Of Puppets dei Metallica era considerato inarrivabile per qualità e capacità compositive della band -forse anche perché all'epoca erano tra i favoriti dell'ambiente).

Ma Jeff Waters recluta dei signori musicisti, piuttosto sconosciuti nell'ambiente e dotati di grande feeling e tecnica musicale.

Nel 1988/89 esce Alice In Hell.



Il mondo del thrash un pochino cambia, non se ne accorgono tutti, nè subito; ma cambia!Il disco ha per intro uno splendido solo acustico (Crystal Ann) ad opera di Jeff Waters, classicheggiante, per niente metal. Qui la prima vera svolta: finora gli album thrash avevano degli intro molto potenti, "metal-evocativi" insomma. Il vero metal arriva con Alison Hell: dotato di forte impatto ritmico, bella melodia, chitarre progressive e incalzanti, voce accattivante, alta e potente, batteria che concede piccoli strappi alla regola, nei quali si nota una buona precisione e grande energia, cmq non eccezionale, forse l'unico punto debole della band (ai tempi Charlie Benante -Anthrax-, Dave Lombardo -Slayer- e Mick Harris -Napalm Death- erano tra i capi supremi del drumming, sicuramente me ne dimentico molti, ma i tre appena citati erano davvero impressionanti). Di notevole originalità lo stacchetto sali-scendi classico con voce in falsetto il quale precede un solo veloce, strappabudella, musicale e che ricorda in pieno un altro mostro di bravura di quegli anni magici: Alex Skolnick (Testament). Tutto il disco è sulla falsariga dell'apripista, anche se ci sono interessanti deviazioni stilistiche, sottolineando la cifra stilistica di alto livello della band.Di cosa parlano le canzoni? Di follia e terrore in stanze buie popolate da presenze maligne, di sogni spaventosi, di menti inquietanti.

venerdì 20 ottobre 2006

GONFIA L'INSULTO

Girare in auto a Milano ti fa girare le scatole ogni 5 minuti? Viaggiare in autostrada ti fa sentire come se venissi preso di mira dai prepotenti?
Ti senti frustrato?
Irritato?

Usa "FLICKING THE BIRD"!

Lo applichi sul lunotto posteriore, lasci che qualcuno faccia la sua bella cazzata in auto e tu non devi fare altro che gonfiare la pompetta vicino al posto di guida.

Può funzionare anche in ufficio, è silenzioso e discreto.
Applicalo di fianco al PC, e vedrai la tua vita cambiare da così a così.

giovedì 19 ottobre 2006

W L'IGNORANZA

L'hardcore/thrash mi è sempre piaciuto. D.R.I. (Dirty Rotten Imbeciles), S.O.D. (Sturmtroopers Of Death), MOD, Anthrax... tutte band che da giovincello... mi hanno fatto uscire dagli occhi il cervello!

Ecco, Municipal Waste sono una di quelle band che se guardi la copertina e leggi i testi non ascolteresti mai e poi mai. Però se velocità, suoni grezzi, batteria mozzafiato, tonnellate di chitarre, giri melodici e soli fulminei sono il pane quotidiano di un ignorante come si deve, allora meglio lasciar stare testi e copertina, dedicandosi esclusivamente al bordello che questi riescono ad alzare. Che è impressionante. E divertente.


Unleash The Bastards
Millions lay dead, Resistance is futile Armies are crushed, Bodies thrown in piles Rich white mens dream, Once gained through the machines Brought pain to this world, Through bloodlust and greed The new hounds of war, Mechanical bastards Ripping through flesh, Destroying their masters Programmed to kill, Destroying at will The brilliant turned fools, Now punished by their tools The time has come For all your leaders to die Electrified hate Your blood and their circuits will fry Bring on the war, Unleash the Bastards Prisoners no more, Destroying their masters Fleets take the night, Destroying mankind Those that revolt, Will spill blood from their throats Wise up and see your fate Witness the mechanical advance Rise up but its too late You should have stood up when you had the chance But now the worlds a living hell, The stench of death is all you smell The ground is scorched, The air is black The sound of your neck being snapped What was an earth worth fighting for? Now destroyed by the corporate whore An overload of greed and wealth, Whos gonna save them from themselves? The time has come For all your leaders to die Electrified hate, Your blood and their circuits will fry Unleash the bastards now!

Quanto dura? Meno di 2 minuti, perfetta!

S.T.A. (aka Schifo Totale Apocalittico)

La sensazione di cui nel titolo è dovuta a questo

I pezzenti dei nostri politici, accattoni drogati, quando si tratta di infamare industriali e manager del calcio se ne stanno zitti e buoni e guardano con piacere la disfatta del "management world" italiano, seppur corrotto.

Quando invece qualcuno come le Iene, da sempre paladini della giustizia dei poveri -di quelli che se non ci fossero loro non saprebbero nemmeno cosa c'è "là fuori"- si premura di far sapere agli onesti lavoratori cittadini italiani che il nostro mondo politico è popolato per 1/3 (dico: UNO SU TRE!!) da tossicomani sniffatori, allora il Garante per la Privacy si fa in 4 per garantire la giusta punizione ai diffamatori calunniatori irrispettosi dell'altrui libertà e privata vita.

Mi fate ridere. Mi fate schifo. Mi fate pena.

mercoledì 18 ottobre 2006

ALICE NEL PAESE DI SATANA

La band della settimana è:

ANNIHILATOR

La band nasce a Vancouver, Canada, nella prima metà degli anni '80. Nei primi mesi era composta solo da Jeff Waters, eccezionale chitarrista, e Paul Malek (batteria) che pensavano probabilmente ancora al nome della band e a come fare qualcosa di veramente originale in un mondo (il thrash metal) che era già parecchio evoluto dal punto di vista delle musiche, delle liriche e della strumentale acquisita (tra il 1986 e il 1988, Master Of Puppets dei Metallica era considerato inarrivabile per qualità e capacità compositive della band -forse anche perché all'epoca erano tra i favoriti dell'ambiente).

Ma Jeff Waters recluta dei signori musicisti, piuttosto sconosciuti nell'ambiente e dotati di grande feeling e tecnica musicale.

Nel 1988/89 esce Alice In Hell.



Il mondo del thrash un pochino cambia, non se ne accorgono tutti, nè subito; ma cambia!
Il disco ha per intro uno splendido solo acustico (Crystal Ann) ad opera di Jeff Waters, classicheggiante, per niente metal. Qui la prima vera svolta: finora gli album thrash avevano degli intro molto potenti, "metal-evocativi" insomma. Il vero metal arriva con Alison Hell: dotato di forte impatto ritmico, bella melodia, chitarre progressive e incalzanti, voce accattivante, alta e potente, batteria che concede piccoli strappi alla regola, nei quali si nota una buona precisione e grande energia, cmq non eccezionale, forse l'unico punto debole della band (ai tempi Charlie Benante -Anthrax-, Dave Lombardo -Slayer- e Mick Harris -Napalm Death- erano tra i capi supremi del drumming, sicuramente me ne dimentico molti, ma i tre appena citati erano davvero impressionanti). Di notevole originalità lo stacchetto sali-scendi classico con voce in falsetto il quale precede un solo veloce, strappabudella, musicale e che ricorda in pieno un altro mostro di bravura di quegli anni magici: Alex Skolnick (Testament). Tutto il disco è sulla falsariga dell'apripista, anche se ci sono interessanti deviazioni stilistiche, sottolineando la cifra stilistica di alto livello della band.
Di cosa parlano le canzoni? Di follia e terrore in stanze buie popolate da presenze maligne, di sogni spaventosi, di menti inquietanti.

martedì 17 ottobre 2006

CBGB'S

Con amarezza seguo la fine di un'epoca musicale rumorosa: il CBGB'S, storico locale punk rock in cui hanno suonato, tra i grandi nomi quali Rolling Stones o Yardbirds, anche The Dictators, Cro-Mags, Plasmatics, Police, Ramones, Talking Heads, Television...

Il bello (?) è che la chiusura ha un motivo quantomai usuale e "normale", che capita o può capitare insomma a tutti quanti: il proprietario dello stabile non ha rinnovato il contratto (pluridecennale) al manager del CBGB'S, Hilly Crystal. Pazienza, dice lui, perché tanto se ne apre un altro a Las Vegas.

Detto nemmeno troppo tra i denti: non ce ne frega un cazzo, il vero CBGB'S che era, è e rimarrà l'(ultimo?) avamposto della scena punk rock mondiale (ma anche metal, ricordiamo che anche Testament, Slayer e tanti altri hanno suonato al CBGB'S, pure gli Anthrax) è quello di NYC. Mi mancherà, anche se ci sono stato una sola volta.

mercoledì 20 settembre 2006

IL CANE CHE SI MORDE LA CODA

La "spia" George Clooney ci prova sempre.
Ha fatto la spia in The Peacemaker di Mimi Leder, con Nicole Kidman, nel 1997, e aveva come "progetto di lavoro" la Bosnia.
Lo ha fatto ancora nel suo Confessioni Di Una Mente Pericolosa (2002) in cui impersonava il mandante di un sicario-televisionista.
Lo fa di nuovo in Syriana (Stephen Gaghan, sceneggiatore di Traffic), oggi. E convince ancora una volta.

Syriana è nato da un'autobiografia, See No Evil di Robert Baer. Tradotto in Italia come La Disfatta Della CIA, il libro è propedeutico alla comprensione dell'intricata storia del film, peraltro vera.

Premetto che di tutto il filone post-11/9, questo è il film che è riuscito a darmi più di altri il senso di oppressione che qualcosa di troppo grosso per noi "comuni mortali" sta accadendo nel mondo. Forse qualcosa di troppo grosso per tutti quanti.

Ingrassato per l'occasione e con la barba lunga, impersona un agente segreto della C.I.A. impegnato in "affari" con il mondo mediorientale.
La storia non è per niente nuova e affatto banale; secondo contratti vecchi di decine d'anni, gli Stati Uniti e l'Europa gestiscono traffici legati all'oro nero (il petrolio) e all'unico dio comune a tutti gli uomini (i soldi). In questo immenso e sporco impero, scivoloso come unto dall'olio, l'agente Clooney è alla ricerca di missili dati ai guerriglieri afghani per poterli usare contro i sovietici. Nello scenario in cui gli USA aprono i confini della Bosnia all'integralismo islamico, l'agente della CIA si trova di fronte ad una ri-colonizzazione dell'Asia Minore (Syriana, appunto), poco accettata dai "residenti" i quali minacciano gli interessi petroliferi americani proprio con i missili che la CIA sta cercando. Un consulente finanziario americano residente in Svizzera (Matt Damon) è assitente personale del principe afghano e cerca di aiutarlo a risollevare le sorti del suo Paese semplicemente aprendo le porte al commercio petrolifero vero la Cina, ma un grosso imprenditore del petrolio si mette in mezzo e in un certo modo inganna e minaccia il re contrattando con un potente sceicco e chiudendo gli sbocchi verso la Cina e facendo precipitare la situazione addirittura "guidando" il sovrano, facendolo abdicare in favore del figlio minore, molto più propenso a seguire le ragioni economiche e politiche, che sociali. Nello stesso scenario, un pakistano operaio in un posso petrolifero perde il posto di lavoro; disperato, cerca conforto e salvezza nell'integralismo islamico, viene accettato in una scuola e diventa terrorista: si fa saltare in aria contro una nave americana proprio con uno dei missili che l'agente della CIA sta cercando di ritrovare...
Ovviamente la CIA insabbia tutto, l'unico colpevole è l'agente che "si è fatto beccare" e i cattivi stanno sempre dall'altra parte.
Il finale è europeo al 100%, realistico, inquietante e incredibile allo stesso tempo.

martedì 12 settembre 2006

EI FU

Sera, le 8. Appuntamento in P.zle Susa, bordello a non finire, un'auto sopra l'altra ma riesco a trovare il posteggio (ovviamente dalla parte opposta di dove mi sarebbe stato utile). Non c'è ancora nessuno. Sta per piovere. Mi faccio un aperitivo (con le patatine e dei crostini insipidi) a base di (2) Corona&Lime e becco lui che mi dice "oh bella! ma sono già tutti dentro!!". Il posto è una trattoria/osteria ignorante come poche, il gestore un vero uomo duro come pochi ne ho visti, uno che tratta tutti quanti allo stesso modo (di merda ma con eleganza, è possibile? No. Di merda e a calci in culo? Può essere. Di sicuro quando ti tira il culo non sta giocando). Ma si mangia bene e si spende un cazzo, roba che con 10-13 euro mangi da saziarti un pochino e bevi come uno che non ha mai visto un bicchiere di vino in tavola. Ce ne facciamo parecchi (di bicchieri), io mangio veloce un piatto di gnocchi al ragù e delle sardine alla griglia e poi dorate. E si finisce fuori a far macello, a gridare a persone che sono a 20cm da noi. Non perché non ci sentono, ma siamo talmente stonati che vogliamo essere sicuri che quello che diciamo sia proprio quello che vogliamo dire. Si continua a grassi e informi "cosi" che si fumano e danno allegria (o appannano il cervello, a seconda di chi sei) e birra. Tanto per darsi un tono, come direbbe qualcuno che era lì con noi. Solo che poi io ad una certa me ne sono andato, la mattina avevo la sveglia presto. E' finita, mi hanno detto il giorno dopo, con uno dei nostri che ha sboccato nell'auto di un fighetto che era lì a fare non si sa cosa (e non capiva manco un cazzo di quello che gli si raccontava). Il bello è che era con la ragazza, tutta in tiro e strapettinata da uscita da venerdì sera. "Te lo dò io il passaggio, non ti preoccupare". Ecco. Così impari a fare il gentile senza sapere che cazzo stai per fare.

Sabato. Ore 12.20. Sempre la stessa brutta gente di Venerdì sera. Si va verso Pavia, QUI, posto rustico ma ben gestito: il vino si beve nelle tazze e non nei bicchieri, sintomo di grande ignoranza mista ad autentico amore per la semplicità delle cose. Si comincia tranquilli e si ordina una caraffa di vino dell'oltrepò pavese da 1L. In sei, finisce subito. Antipasti tipici: nervetti e fagioli (ottimi!), cipolle rosse à la julienne con pepe rosso a grani grossi, fagioli con capperi e acciughe, affettati misti del luogo c/lardo da sborrata, insomma roba seria mica pizza&fichi. E il vino fa la sua porca figura. I primi si fanno aspettare parecchio (ogni tanto le cameriere spariscono per mooolto tempo) ma quando arrivano le tagliatelle e il risotto (non mi ricordo con cosa, il risotto mi pare coi funghi) capiamo che l'attesa n'è valsa la pena. Tra il primo e il secondo ci sta un intermezzo che mette allegria. Si scappa fuori per un momento, ma giusto mentre si sta preparando l'anticamera per la contentezza ci chiamano per il secondo, e vabbè. Carne (di manzo, forse?) in straccetti su un letto di lattuga con patate al forno e verdure grigliate. Potevano fare di meglio, ma non stiamo troppo a pensarci su. Sparisce anche la carnazza. Allora ecco il momento dell'allegria, si corre fuori, ci si rilassa un attimo, si fa finta di digerire, di darci una sistemata (ormai tanto nell'agriturismo ci siamo solo noi) e poi si rientra per il dolce: torta al cioccolato (e pinoli mi pare) e crostata di marmellata di more con sciroppo di cannella sparso in giro per il piatto. Fantastico. Paghiamo, e tutti fuori per il coup de grace. Ci si diverte un po', si fa i cretini, i seri, e poi decidiamo che è ora di avviarci verso casa. Chi dorme in auto per riprendersi dalla stonata doppia Venerdì-Sabato con nemmeno 12 ore di ripresa, chi chiacchiera e ascolta musica devastante, questo, questo e questo. Roba da non tornare più.

Le nostre strade si dividono (per la verità si dividono varie volte dato che il sottoscritto sbaglia strada due volte nonostante stia seguendo l'auto davanti) e mi ritrovo ad una cena in provincia di Novara a casa di amici, dove si finisce a bere altro vino e cenare c/roba-buona. Gli altri a tirare il culo ad uno davvero furbo e talmente figo che non riesce a scoparsi una donna nemmeno se quest'ultima gliela strofina in faccia. Ma che mondo di merda.

"L'oscurità mi avvolse"

giovedì 31 agosto 2006

DEATH METAL

Eccazzo.
Il metal è dolore e il dolore si nutre di metal.

E' morto il 27 Agosto (non si sa perché o di cosa) il chitarrista grindcore messicano Jesse Pintado (in foto).

Militò nei Napalm Death dal 1989 (cioè dal disco Harmony Corruption - 1990) in sostituzione di Bill Steer che si unì invece ai Carcass, al 2004, anno della reunion con i Terrorizer.

Con questa band, nel 1989 scrisse un album grindcore fantastico che segnò l'inizio, per il grindcore mondiale, della discesa verso un pubblico più ampio, facilitando le cose ai chi venne dopo: World Downfall.
Nel 2006, proprio poche settimane fa, la band è tornata alla riscossa proponendo tra le sue fila anche Pete Sandoval (batteria nei Morbid Angel) e un nuovo lavoro; con il nuovo disco, Darker Days Ahead, pare ci abbiano grandemente presi per il culo, però. Anche perché, ripeto, Jesse Pintado non c'è più e tutte le aspettative di vederli dal vivo se ne vanno in culo. Doppia presa per il culo.

Comunque, il lutto nel mondo del grind è equiparabile, se non superiore, al dolore provato per la scomparsa quantomai improvvisa e inaspettata di Mieszko Talarczyk (Nasum, chitarre / 1974-2004), avvenuta durante lo tsunami del Dicembre di due anni fa.

Più indietro nel tempo, esattamente un anno fa (26 Agosto 2005) moriva anche Denis D'Amour, aka Piggy, chitarrista storico dei Voivod.

Ancora più indietro nel tempo, 8 Dicembre 2004, a Columbus, Ohio, sparano al chitarrista storico di Pantera e mente dei nuovi Damageplan (avventura post-Pantera durata, aihmé, troppo poco) Darrell Lance Abbott, aka Diamond "Dimebag" Darrell.

Ultimamente pare che si stiano liberando posti di lavoro per bravi chitarristi nel mondo del metal estremo, ma pare anche che porti sfiga suonarlo...

martedì 29 agosto 2006

HEAVY METAL KATORCIO

Tornato dalle ferie, lunghe, faticose e poco "feriose", mi ritrovo un bel discazzo di una band da me sempre amata e mai completamente assorbita (pochi che ho conosciuto sono riusciti in questo): si tratta dell'ultima fatica "Katòrz", arrivatomi da pochissimo, firmato VOIVOD.

Katòrz perché è il quattordicesimo lavoro (compreso tutto, anche i live) della band, anche se non si scrive così e loro lo sanno meglio di me, dato che l'han fatto apposta.

Il disco mi è ovviamente piaciuto molto, ritmiche come sempre molto spezzate, diverse, metal ma anche no, armonie dissonanti e chitarre spesse un metro e mezzo, Denìs Bélanger con una voce diversa dal solito ma sempre riconoscibilissima e molto acida, Michel Langevin con le sue grafiche da incubo e la batteria sempre presente in maniera massiccia, insostituibile, necessaria.

Purtroppo questo disco mi ha fatto tornare la tristezza, per la morte prematura di Denìs D'Amour, e allo stesso tempo mi ha convinto di vari e differenti fattori:

1. Jason Newsted è un grande bassista e persona di buon cuore, ha per i Voivod tutto il riconoscimento e il rispetto che si meritano; il primo per avergli dato la possibilità di riscattarsi con la band che più di tutti l'ha, nell'ordine, oppresso, illuso, tradito e poi infamato, dopo essersi serviti delle sue strepitose qualità di musicista e della sua bontà d'animo -i Metallica, per chi non avesse conoscenze di storia musicale recente-. Il secondo per il semplice fatto che i Voivod sono una delle più ignorate e incomprese formazioni della storia del metal se non, paradossalmente, una delle più influenti: da dove credete che provengano quelle folli stranezze nel sound dei Tool? E da dove pensate che arrivino le dissonanze magnetiche di band moderne e strepitose tipo gli Ephel Duath, tanto per fare un esempio di casa nostra pensando alla nuova generazione di "metal"?

2. Denis D'Amour è stato uno dei più geniali chitarristi del panorama musicale mondiale. Non sto parlando di tecnica o di bravura d'esecuzione (anche se pure qui faceva spavento); parlo di inventiva, fantasia, capacità d'improvvisazione, cambio di genere e di stile all'interno di una stessa canzone (in fondo lo dobbiamo soprattutto a lui se con un solo paio di canzoni dei Voivod una band "normale" ci farebbe un disco di dieci pezzi), insomma una gran conoscenza dello strumento e una forte passione per la musica contaminata. Ricordo che prima di andarsene D'Amour, è stato fatto in modo che alla band fosse lasciato a disposizione un quantitativo impressionante di musica già composta per chitarra e pre-registrata in formato mp3 su un hard disk; roba da scriverci ancora 3 dischi buoni, parole di Langevin.

3. L'anima dei Voivod non morità mai; finché resterà il cuore di D'Amour, il cervello di Langevin e la voce di Bélanger, la band resterà per sempre viva. Jason Newsted può essere solo di passaggio, è vero, ma in questo momento è lui l'uomo che ci voleva alla band per avere nuova linfa vitale, energia e rinnovata originalità.

4. Questa generazione di cazzoni heavy-metal ha un estremo bisogno di ascoltare Katorz.

giovedì 3 agosto 2006

SONO SOLO UNA COMPARSA SU CUI NON VEGLIA NESSUN DIO

Derek Raymond, al secolo Robin William Arthur Cook, venuto su tra il college di Eton e il castello di famiglia del Kent, si è sottratto prestissimo all'educazione borghese impartitagli forzatamente dai genitori, diventando invece un giramondo instancabile, lavoratore nei più disparati mestieri tra cui il trafficante di auto in Spagna, insegnante a New York e riciclatore di materiale pornografico in Italia e Francia. Più famoso per le sue opere, si capisce.

Questo a lato, Come Vivono I Morti, è il terzo capitolo della saga in cinque puntate sulla Factory londinese, in cui un sergente della A14, sezione Delitti Irrisolti, indaga su casi terrificanti con personaggi dall'anima di ghiaccio, intrisa di sangue e violenza.

In questo specifico capitolo, Derek Raymond racconta in chiave metafisica un noir poliziesco che è più una interrogazione sulla vita, su dove sta andando il mondo, su come vivono i morti (i diseredati, i poveri, i barboni, i miserabili e le vittime di violenze quotidiane, le persone che non accettano la propria vita e via dicendo) e su come il sergente della A14 percepisce il mondo attorno a sè. E' scritto in modo fantastico, profonde le sue descrizioni, commovente anche quando racconta di "angoli sbagliati dell'inverno" in cui case ammucchiate e fatiscenti fanno da teatro alla vita di famiglie devastate dal dolore, dalle cui grondaie cola "pioggia densa come lacrime di una vedova e la neve sporca infradicia il piazzale". E' un libro che resta dentro e colpisce a fondo, perché Raymond sa andare più a fondo di tutti. Un romanzo spietato, aspro, lucido sulla realtà violenta e nera di oggi da cui sgorgano momenti di splendida poesia narrativa, incorniciata dall'esperienza di vita dell'autore, delle cose che ha fatto, vissuto, visto, amato. Lui, il sergente, solo una comparsa per cui non veglia alcun dio, si chiede come si può sopportare il fatto che non si può avere giustizia per i derelitti della società fino a quando non sono morti. Si chiede cosa ce ne faremmo della giustizia e della logica senza la pietà umana. Si chiede se non ci sia omicidio peggiore che trovare in un androne il cadavere di qualcuno morto di freddo.
200 e passa pagine da cui io sono uscito svuotato, perso, ma rinnovato e amante della vita ancora più di prima, come un naufrago che lo può raccontare. E con un senso acuto di qualcosa che mi manca.

martedì 11 luglio 2006

lunedì 10 luglio 2006

TANTI SALUTI A CHI NON HA FAMIGLIA

Qui, che sia benedetto sedici volte, dice delle cose molto appezzi.

A parte il fatto che un povero crist(ian)o la dignità se la cerca dove gli pare, anche sulla tazza del cesso, ma poi... lui ha famiglia? No. E' sposato? No. I preti si possono sposare? No. Lo hanno fatto? Alcuni sì e sono stati prontamente scomunicati o allontanati (sacrilegio!!). E Gesù professava l'amore incondizionato. A quelli che invece hanno solo inzuppato il biscotto non gl'hanno fatto 'na sega (anche se gli sarebbe piaciuto riceverla, immagino).
Un po' di coerenza non guasterebbe, ma da quelle parti si fa quello che si fa dappertutto, oltre a dire stronzate: si aspettano le vacanze.

mercoledì 5 luglio 2006

LEZIONI DI MUSICA PER INFAMI IGNORANTI

Ignoranti perché lo siamo un po' tutti. Infami perchè ci sta bene, completa il discorso per così dire.

Insomma, arrivati e pubblico:

DON CABALLERO - World Class Listening Problem
Si sono incrastiti (voce del verbo diventare più crasti/incazzarsi) e hanno indurito i suoni. Ritmiche più lineari, ma nemmeno tanto, i tempi restano obliqui; al primo ascolto pare roba sconclusionata messa lì accazzo e forse è così. Unica differenza se ci prova qualcun altro (me compreso): viene fuori una merdata totale. I titoli come sempre nonsense delle canzoni aiutano poi a non capirci ancora più un cazzo. A me non interessa, sono altre le band di cui m'interessa sapere di cosa parlano. Un dubbio: della band originaria è rimasto solo il "polipo" Damon Che (batteria), i dischi precedenti sono forse più apprezzabili da chi segue da tempo la formazione.

DYSRHYTHMIA - Barriers And Passages
Il nome della band dice tutto: la ritmica è forsennata, strana, a volte riesce difficile stargli dietro; che siano nati con gli strumenti in mano è un dubbio che inizia a martellare in testa dalla prima traccia. Matellante è anche il tipo di timbrica della batteria, che ti entra in testa come fosse una punta di trapano al diamante a 12000rpm. E punta di diamante potrebbe essere questa "nuova" band del panorama metal estremo e intricato di casa Relapse. No testi, zero voce, sono in 3, sembrano 6 e il disco suona maledettamente bene. Se avete avuto il disco per vie traverse senza comprarlo (come invece ho fatto io) e non v'è piaciuto, non sono io a non capire un cazzo.

ZOMBI - Surface To Air
Musica elettronica "viaggiosa" con batterista vero (nel senso di non campionato). Niente male, considerando che prima di loro King Crimson, Goblin e -più recentemente- Tarantula Hawk e Boards Of Canada (anche se sensibilmente più calmi questi ultimi) hanno sfornato disconi molto meglio di questo. Inoltre non ci sono evoluzioni tipo tempi dispari o suoni stravaganti che in questo stile fanno tanto "cool". Molto normale direi. In un ambiente chiuso, con poca luce e nessuno tra le palle, potrebbe avere un senso; altrimenti mettere su i suddetti gruppi e strafottersene. Non mi pento dell''acquisto però, mi piace e me lo ascolto in fattanza.

YETI - Volume, Transcendence, Obliteration
Vuoi che il cervello ti schizzi fuori dalle orbite degli occhi? Metti su gli Yeti. Vuoi farti un viaggio allucinante nell'iperspazio fatto di suoni elettrici poggiati su un tappeto elettronico di ritmiche vibranti e potenti? Sempre gli Yeti devi mettere su. I label-mates dei primi Tarantula Hawk (Life Is Abuse) fanno paura, sconvolgono un tranquillo pomeriggio dell'incauto ascoltatore che alza il volume e magari cerca di darsi un tono con del thc: decisione azzardata nonché suicida. Non sono originali e non si inventano niente ma quel poco che fanno (4 tracce) sono un ottimo esempio di dove la musica contaminata oggi è giunta.

giovedì 29 giugno 2006

WRONG SIDE OF THE ROAD

Periodo, questo, in cui Tommaso Che Aspetta mi ossessiona a tal punto da volermi mettere a capire che cazzo volesse dire nelle sue strampalate liriche.

Ho preso quella che oggi ho ascoltato di più (che poi ho ascoltato due interi dischi, vabbè... ): WRONG SIDE OF THE ROAD. E siccome ho voluto fare una cosa superfine e di gran classe (aho!) l'ho pure tradotta, così chi legge non deve diventare scemo come me a cercare significati sui dizionari di slang americano per i termini che questo usa... (che comunque, dato che sto qui a parlarne, lo slang americano mi piace un casino e mi diverte un sacco conoscere i significati delle frasi assurde).

poggia un gatto morto sulle rotaie
mentre un lupo si bagna al fiorire del crepuscolo
e prendi l'occhio di un gallo
e pietre da un fossato
e lava tutto in acqua di sentina
e di' che non ruberai mai
prendi i bottoni da una giacca gialla
le penne di un falco
e il sangue di un cacciatore di taglie dal freddo cuore nero
raccogli lacrime di vedova
in un ditale di vetro
di' a mamma e papà
che ti possono baciare il culo
avvelena tutta l'acqua del pozzo dei desideri
e impicca tutti i loro spauracchi ad un albero di sicomoro
brucia tutte le lune di miele
infilale in una federa di cuscino
e attendi le lame dei coltelli
al parco giochi per me
strozza tutte le filastrocche di natale
gratta tutte le preghiere
legale col filo spinato
e gettale giù dalle scale
e ti presterò una pistola
per mandar via gli incubi dei ciechi
ma quei figlidiputtana sembrano sempre in agguato da dietro
succhia tutta la benzina dal furgone di tuo padre
riempi la t bird di johnny
ho un paio di deca
metti su del profumo e nastro nei capelli
e attenta a non svegliare i cani
ruba un fulmineda una parte del cielo
caccialo dentro la cassa di cedro
se mi vuoi dire perché
portati la manopola del cambio di una mercedes del 49
e lasciala qui di fianco a me
lasciati stringere nello sporco
e tremerai come una fiammma
urla a squarciagola nella notte
affonda i denti nella mia spalla
scava con le unghie nella mia schiena
di' a quella ragazzina di lasciar stare la mia manica
sarai una donna quando starai con me
perché t'innamorerai di me
e allora con il mio canne-mozze
e una scatola piena di proiettili
festeggeremo il 4 luglio
faremo i 160
spendendo i soldi di qualcun altro
e guideremo senza sosta fino a reno
dalla parte sbagliata della strada

AAA BULICCI CERCASI - CULI SPACCASI

L'articolo dice già tutto.

Io dico invece solo che i gay ci sono pure nel metal e che, non considerando l'evidente tamarraggine galoppante, eviterei di fare incazzare, questo blog propone, a tutti gl'interessati, di riaprire la ricerca agli 8negrincazzati che capitanati dal buon vecchio Rob, facciano il culo al rapper (credo che si unirebbero volontariamente e felicemente anche lui, lui/lei e lei/lui)

Beh. Felici cose.

mercoledì 28 giugno 2006

APPRENDO OR ORA

... e pubblico felice.

L'articolo.

Come qualcuno sa, chi da più tempo chi da meno, marito e moglie italiano lui e sudamericana lei, residenti in Kenia, furono accusati di enormi traffici di polvere bianca e detenuti nelle terribili prigioni di Nairobi.
Nell'articolo c'è scritto tutto, tranne il fatto che queste cose succedono solo ed esclusivamente per un motivo: piante, delle volgarissime erbacce che crescono ovunque e in qualsiasi condizione climatica, che sono considerate un pericolo per l'uomo diventano cosa proibita e illegale, nonché immorale.

Con i risultati che abbiamo appena visto.

CHI S'ADULA S'INCULA

Premesso che:













il posto per le vacanze (decisamente mare, sì) lho già deciso

Calcolato che:











la mtb non la userò per niente in vacanza, nono... (ho già in mente dei percorsi massacranti ma fantastici - purtroppo non potrò portare la mia, ma ne affittano di stupende) e che parto tra 15 giorni

Decido che:

potete fottervi tutti
- colleghi che organizzano i lavori alla cazzo
- la solita minestra
- silvio / fassino / romanoprodi / etc.
- la gente che non sa stare allo scherzo
- la gente che scherza troppo
- la gente e basta