lunedì 9 luglio 2012

SONO UN FOTTUTO SELVAGGIO

A qualcuno la frase può non suonare nuova... infatti è il titolo di un film, un bellissimo meraviglioso racconto di Sean Penn basato su una storia vera raccontata in un romanzo. Questo struggente e intenso film è accompagnato, come sempre accade, da una soundtrack. Mediamente le colonne sonore dei film non mi generano alcuna emozione, se durante l'ascolto non sono legate alle immagini della pellicola. Esistono le eccezioni: in questo caso Eddie Vedder al suo debutto come solista, ha composto un capolavoro ed è qualche mese che quotidianamente un ascolto o due glieli do più che volentieri. Ho preso pure il vinile... di solito non mi scomodo così tanto per le soundtrack, ma lui è l'ex cantante e grandissimo frontman dei Pearl Jam, mitico gruppo che assieme a Soundgarden, Alice In Chains, Nirvana portava avanti nel mondo degli anni '90 la cultura grunge, scusate se è poco... e poi ha una voce magnifica, calda, avvolgente... attenzione, graffia anche. Chi ha visto il film e l'ha apprezzato forse comprende "al volo" di cosa si parla, ma per chi fosse ancora in difetto, è venuto il momento di cacciar dentro il DVD e farsi catturare: è la strada che racconta, i ricordi che -vividi- parlano, è la vita che scorre tra alti e bassi quando c'è la ricerca della qualità e della solitudine, è l'affermazione della personalità come individuo sulle scelte che la società in cui viviamo ci "impone" di fare (o ci facciamo imporre, dipende dai punti di vista). "Setting Forth" in apertura è bellissima; intensa ed emozionante, e breve come le più profonde sensazioni. Non esiste una "mia preferita", sono tutte splendide canzoni semi-acustiche; a farla da padroni la chitarra e la voce dell'ex surfista ma compaiono anche banjo, batteria, basso acustico, violino, pianoforte... un artista completo fa lavori complessi, anche se all'apparenza sono semplici. "Far Behind", per tutto quello che ci lasciamo alle spalle, come un'ombra quando viaggiamo col sole in faccia. "Long Nights", per tutte quelle volte che non siamo riusciti a chiudere occhio pensando, invece di dormire, a quel viaggio che avremmo voluto e dovuto fare e che gli impedimenti della vita ci hanno costretti a rimandare fino al fatidico "non fa niente, tanto non l'avrei mai fatto"... o per quei momenti in cui pensiamo di avere quello di cui abbiamo bisogno e invece non abbiamo niente, siamo più poveri di un barbone che muore di freddo sdraiato vicino ad una colonna della stazione, e ci sentiamo cadere. "Hard Sun", per la strada e per il sole, ci racconta di cose fatte, viste, faticate, vissute, sofferte e tormentate, ma che riempiono la nostra vita e ci forniscono la chiave di lettura per affrontarla meglio. Vi state chiedendo se c'è un messaggio in tutto questo? Non è la solita storia strappalacrime che racconta di uno che piglia, parte e non si fa più vedere? No che non lo è; nè Sean Penn nè Eddie Vedder sembrano personaggi superficiali che raccontano storie solo per il gusto di farlo... sembra che, ascoltando il disco e guardando il film, volessero urlare al mondo: non è importante essere forti sempre, ma sentirsi forti abbastanza nel momento in cui serve. Soprattutto, senza condivisione non esiste nulla.

Qui sotto, il video di "Hard Sun"


E qui sotto quello di "Society"


Quando cammino accanto a lei
sono un uomo migliore
quando provo a lasciarla
torno indietro barcollando di nuovo
una volta ho costruito una torre d'avorio
per venerarla dall'alto
e quando sono sceso per essere liberato
mi ha fatto entrare di nuovo

c'è un grande, grande sole pesante
che batte sulla grande gente
nel grande e difficile mondo

quando viene a salutarmi
lei è la grazia ai miei piedi
quando vedo le sue gambe, il suo fascino
lei me lo getta indietro di nuovo

una volta ho scavato una tomba
per trovare una terra migliore
lei mi ha sorriso e ha riso di me
e mi ha preso di nuovo con sè

una volta stavo per perderla
e quando ho visto cosa avevo fatto
sono sceso e ho fatto volare via le ore
del suo giardino e del suo sole
così ho provato ad avvertirla
mi sono voltato per vederla piangere
40 giorni e 40 notti
e ancora il pensiero mi tormenta

c'è un grande, grande sole pesante
che batte sulla grande gente
nel grande e difficile mondo

lunedì 2 luglio 2012