venerdì 30 novembre 2007

CASA NUOVA

Ho già mandato avanti l'ordine di acquisto e trasferimento beni, mobili & immobili. Vado a vivere nel sud della California, Death Valley, in una "splendida" baracca di legno e lamiera, con finestrelle di plexiglass e giardino incolto con vespe, crotali e scorpioni. Perché? Fatevi i cazzacci vostri.
Il nuovo disco degli Hermano, ...Into The Exam Room, non si scosta di un millimetro dal rockandrollmutherfucker tanto caro all'ugola d'oro di John Garcia. Però è piuttosto differente dai lavori precedenti. Ci sono cori di bambini (sul serio) in una traccia che chiude il disco -Letters From Madrid- almeno così dicono i credits all'interno della confezione del vinile; ci sono un paio di ballads molto accattivanti e rilassose anche se questo non è un disco da divano e joint ma più da birra in mano, 35° all'ombra e GranGayna; e ci sono anche dei dritti, veloci e poderosi pezzoni rockandroll mtfkr che fanno sudare solo ad ascoltarli. Probabilmente è la cosa più moderna che abbia fatto John, ma forse è anche una delle più pettinate.


...e se non è pettinato questo...

mercoledì 28 novembre 2007

GAYNA IS THIS COMMUNION

I Pelican mi hanno deluso, han fatto un po' cascare le palle ieri sera. Li avevo già visti a Torino con i Cave In ma, quelli erano i tempi di Australasia e March Into The Sea, due dischi molto belli, tirati, aperti e maestosi. Invece con The Fire In Our Throats... e City Of Echoes, sono diventati gli Isis di serie B... Non mi stupirebbe per niente se nel prossimo disco incominciassero a buttarci dentro tastiere e roba elettronica. Due palle COSI'; soprattutto perché di Australasia non han fatto nemmeno due minuti... e se li hanno fatti non me ne sono accorto perché mi ero già rotto.


Gli High On Fire di Matt Pike invece, sono degli ignoranti, potenti e massicci e incazzati e anche abbastanza bravi come musicisti, certo non dei geni, Matt non è che sia il maestro della chitarra però ci sa fare e quel poco di tecnica che ha la usa TUTTA nella potenza e negli accordi melodici stile Black Sabbath con tonnellate di distorsioni. Spettacolare questo: si spostava per il palco e lasciava libero lo spazio davanti agli ampli delle chitarre, ed ecco un muro di suono che per fargli fronte dovevo spingere in avanti!


Credo di aver visto bene poi: la sua chitarra ha una paletta con 9 chiavi. Vuol dire 9 corde? Ho fatto delle foto ravvicinate. Le corde non si vedono molto bene ma la paletta ha indubbiamente 9 chiavi. Come fa un cafone di prima categoria come lui a fare metal come quello degli High On Fire con una chitarra a 9 corde? Cioè a checcazzo ti servono tutte quelle note se poi fai 2 accordi in croce (rovesciata) e assoli tipo Motorhead da 20 secondi? Vabbè, a ognuno il suo.



Rumors Of War dal vivo fa paura e anche Turk e Fury Whip sono delle canzoni scassate per gente scassata e che scassano tutto. Hanno suonato anche Eyes And Teeth, da Surrounded By Thieves: ha un giro di basso che incalza e incazza, superbo, arrogante e sfrontato, insomma ignorante... Il volume era altissimo, a spregio delle lamentele di chi vuole la musica nei locali al di sotto dei 96db (vi inculate tutti) e di chi la mattina dopo non sente un cazzo (io).

Ora mi fischia tutto, culo compreso, ma la soddisfazione di aver visto di nuovo gli High On Fire, e avergli anche offerto dell'erba ricevendo in cambio dei doni (si fa quel che si può zii), mi fa salire ancora di più una Gayna SuperBeast.


martedì 27 novembre 2007

GAYN-O-METER OUT OF SBLINDO

Non vorrei ripetermi.

Ci sono dischi che mi mandano lo Sblindo fuori scala. Le cose sono due e cioè 1. lo Sblindo ha la scala graduata troppo stretta o 2. ci sono effettivamente dei dischi che mi sbrindellano il cervello e mi fanno salire la gayna a bestia!



Death Is This Communion degli High On Fire è uno di questi. Lo sto ascoltando con lo stesso fervore -le mani a corna- che avevo quando uscì Surrounded By Thieves.

Turk, Death Is This Communion, Fury Whip... son pezzi che hanno forza, un andare bello spinto, veloce ma non troppo, calpestante, pesante, brusco, grezzo e metallicamente pettinato! Però essendo Matt Pyke troppo ignorante per poter considerare pettinato un "suo" disco... facciamo come non detto. Un disco d'attitudine Ti-Spacco-Quella-Faccia-Che-Ti-Ritrovi più che da Guarda-Come-So-Suonare-Bene. Quello che ci vuole, ultimamente.

E ora che lo sto ascoltando bene, da qualche giorno, mi rendo conto solo ora di quanto sono partito tranquillo ieri ma in verità, sto in una Gayna Ciclopica perché gli High On Fire dal vivo non li vedo dal 2002, anno del tour di Surrounded By Thieves nel quale suonarono coi Mastodon (tour di Remission), mi pare. Aprirono i Mastodon davanti a una ventina di persone e chiusero gli High On Fire davanti ad una cinquantina. Mi sa che stasera ci sarà un po' più di gente, lo spero per loro almeno.

lunedì 26 novembre 2007

BRINGER OF GAYNA

Domani sera 27 Novembre al MusicDrome di Milano
Gli High On Fire m'hanno mandato uno yeti altro 6 metri direttamente in casa, per consegnare il nuovo album "Death Is This Communion".
And new gayna joins this earth.
Fuoco, distruzione, asce bipenne, mazze chiodate, yeti enormi che collezionano teste, prede spaurite e perdute, gnomi orrendi che fanno colazione col sangue, ali gigantesche che fanno ombra sul mondo. Una cura medievale per i vostri culi con un metal schiacciasassi che fa paura, perché chi lo suona non ha paura di niente. Di band che suonano musiche potenti ce ne sono, ma gli High On Fire -oggi- rasentano l'apice. Questi ce l'hanno a morte con tutti. Com'è bello ascoltare un disco in cui l'ignoranza è padrona assoluta, dove il rumore è assordante perché non ha senso ascoltare High On Fire a volume ridicolo (cioè a meno di 96db)... in attesa della Gayna di domani sera.

Ah. Ci sono pure i Pelican. Ma "City Of Echoes" fa cacare come e se non più della sua stessa copertina. Io spero in un tuffo nel passato con Australasia e l'EP... e 'fanculo due dischi seguenti.

venerdì 23 novembre 2007

$$$

Uno degli ultimi arrivi riguarda un paio di dischi (un arrivo, due dischi) di musica strumentale e psichedelica, rock e progressiva.

(per ora) a parte lo schiamazzare potente e profondo di Down III che, piano piano, sta venendo fuori essere un disco da sporcarsi davanti e didietro e che ci ha scritto sopra Black Sabbath grosso come una casa (ma è tanto godibile e perfettamente southern-grezzo come solo i Down sanno esserem, da non farti pensare minimamente che "se ci fosse ozzy sarebbe un disco dei black sabbath" (cit.) -anche perché questa è una minchiata a puntate.

A parte anche la catarsi nevrotica che solo i Neurosis ti sanno far provare -e ti ci portano eh, alla nevrosi- con il fantastidelico Given To the Rising, che non ho però ascoltato ancora ben benino e quindi come non detto non ne posso parlare in maniera approfondita... insomma... che volevo dire?
Ah.
A parte questi due, quindi, me ne sono arrivati un paio d'altri che mi fan schizzare i neuroni nell'iperspazio fangalattico: sono psichedelici, profondi, storti. Ma suonano semplici. Danno la stessa senzazione che si prova mollando uno schiaffo a manrovescia sulla bocca di uno che non sta mai zitto e ti sta sui coglioni: un vero piacere.
Insomma un disco di rock psichedelico progressivo che suona diretto e senza troppi giri di parole non può che essere rimarchevole.

35007 (LOOSE) - Phase V
Ecco. L'ultimo, per ora, capitolo della saga a soli e accordi psichedelici da parte degli "sciolti" (loose) olandesi. Belli rilassati, si son fatti un joint di quelli belli pieni e hanno lavorato di dita e polso sulle 6 corde, invece che di meningi in studio di registrazione. Quello che ascolti non è un disco, è un viaggio. L'appezzaggine c'è sempre, come nel precedente Liquid, che io comprai -lo ammetto- solo per la copertina ma del quale non riesco a fare a meno nemmeno a distanza di sei anni. (l'essere a pezzi totali) in quel disco risiedeva nel fatto che sembrava essere fatto apposta per farsi dei viaggi infiniti. Io mi immagino sempre, quando lo ascolto, di viaggiare sott'acqua. O di essere acqua. Qualcosa del genere. Un liquido. Magari birra. Phase V non cambia molto, è meno psichedelico e più rock, più musicalmente strutturato, meno da meditazione da meningite. Come se fosse birra olandese da meditazione, un po' alleggerita e piacevole, senza stortarti troppo. E ha la sua parte appezzi nei titoli delle canzoni. Tipo: 20.09 è il primo pezzo e non perché dura 20m09s. Infatti il quarto pezzo s'antitola 44.05 e dura 11m55s. La faccenda si complica quando arrivi alla fine del disco e ricominci da capo. Anzi meglio, quando metti il play continuo e il disco ricomincia e tu non ti accorgi di un cazzo. Bello.

Subarachnoid Space - These Things Take Time
Un gruppo che si chiama come lo spazio infravertebrale della spina dorsale ha già di suo conquistato il titolo di più appezzi della costa sud della California per un bel po' di tempo. Andiamo per ordine in questo macello: alla chitarra c'è una ragazza con la sensibilità per i suoni di un mammut sordo e stanco di camminare, la quale sferraglia sulla chincaglieria delle corde in una maniera ossessiva ma melodica, dissonante eppure musicale, con degli effetti elettronici da allucinogeno che trovavi a casa dei Greatful Dead quando ancora c'era Lou Reed. Il basso? Il basso è prepotente, persistente, profondo e pettinato. Le 4T del titolo con le 4P del disco. La batteria è di tipo percussioni ripetitive e simil-casaccio ma ci azzecca in pieno. Ci sta insomma. Le tastiere sono semplicemente perfette, quello che ci voleva per spaccarti in due il cranio. Rispetta l'ordine a casaccio delle idee. Un disco così ti manda davvero la gayna in vacca, non hai davvero nemmeno voglia di alzarti a prendere della birra, nemmeno se sei sudato da macchia su schienale e sedile stile Homer Simpson. Boh. A me piace un frego e mezzo. So che ho qualcosa che non va. Ma appena lo scopro ve lo dico. Promesso. Han fatto solo due dischi e sono amici di quegli scalmanati a piede libero (ma il terzo disco quando esce?) dei Tarantula Hawk. Io fossi in voi mi farei un giretto...

lunedì 19 novembre 2007

SE FAI LA CAZZATA POI TI PENTI

Quando avevo letto la prima volta l'articolo che sarebbe uscito un disco con Justin Greaves (batteria di Electric Wizard) mi sono detto "nooo macheppalle, un altro progetto uguale a Electric Wizard... ". Stavo per fare una cazzata epocale.

Non è che non c'entra nulla con gli Electric Wizard -che a me fanno sbavare comunque- è che proprio non c'entra una fava col metal tutto. Anche se qui rispetto che nel metal -perlomeno nella sua accezione più classica- di oscurità ce n'è da non vedere a un palmo dal naso. Nemmeno con la musica classica ha qualcosa da condividere eppure, di musica nella sua accezione più classica ce n'è a schifo. Da questo combo di suonatori viene fuori un misto di folk post-rock (lo so che è un termine orribile e che racchiude troppa roba... provateci voi... ) fatto di elementi doom degli Electric Wizard, di frastuoni psichedelici dei God Speed You Black Emperor!, di belle melodie come negli Explosions In The Sky e di bei momenti come se ne trovano nei Pink Floyd. Ma anche suoni elettrici ed effetti piuttosto inquietanti che si trovano nei Neurosis. Che vuol dire? Pensieri neri e abbastanza da drogati, vuol dire. Sicuramente qualcuno dei fantastici 8 (OTTO!) sarà dipendente da qualche sostanza non legale; a uno con la testa apposto certe cose non vengono in mente. Il tutto è (ovviamente) estremamente piacevole, pericolosamente tagliente, orecchiabile e anche underground ma in modo un po' clandestino; non è un disco facile da ascoltare e assimilare. Sin dall'apertura a base di cori e pianoforte, che fa molto canto gregoriano con sottofondo di suoni da chiesa... tetro come un drappo funebre. Ci sono sfumature di piano che possano ricordare elementi pop, organi e violoncelli che si rifanno a strutture classiche (già detto eh?) ma soprattutto accordi e riff di chitarra molto elementari e parecchio efficaci, naturali, quasi da jamming session, da far sembrare qualsiasi altra musica studiata a tavolino assolutamente inutile e un totale spreco di energie.

giovedì 15 novembre 2007

IL RE E' MORTO

Wolves In The Throne Room è un annichilimento musicale. Spaventosamente oscuro e malevolo, pesante, veloce, black metal che ti si infila nel cuore e te lo ferma. L'infarto è garantito e dietro l'angolo. Ma non finisce qui. Se spegni la luce i lupi li vedi sul serio e non è per quel pucciotto che ti sei appena acceso perché i segni dei morsi ce li hai dappertutto. Non sono serviti anni di evoluzione, di trascendenza dal black metal, di contaminazioni della musica estrema. Questi sono ancora talmente "dentro alla cosa", talmente legati alle tradizioni black metal, da essere una cazzo di rivoluzione nella rivoluzione. Black metal primordiale di 15 anni fa suonato come si suona oggi. Il punto? Fa più paura di prima. Pentitevi!

mercoledì 14 novembre 2007

FUCKIN' AROUND

13-11-2007 Transylvania Live (anzi adesso MusicDrome) - Milano
Secondo l'antico saggio detto che recita "accontentati di quello che passa il convento", io mi sballo con quello che arriva ma non solo me lo faccio bastare: mi ci faccio pure salire la gayna a bestia. Ieri sera, in un locale che al civico figura ancora come Transylvania ma che dentro riporta ad un night club per spogliarellisti gay della provincia sud di Los Angeles, John Garcia con la flemma e tranquillità di un messicano scappato di casa che ha appena passato il confine e sa che nessuno gli farà storie, incanta tutti con la sua voce pazzesca, meravigliosa e intonatissima: una presenza scenica che quasi annulla il resto. Però mi sono quasi messo a piangere perchè ho realizzato che nella mia vita da aficionado ormai anzianotto e dopo centinaia di concerti, una band storica manca all'appello e non sarà mai più recuperabile: Kyuss.
Ma i ricordi nostalgici sono veleno e i rimpianti cibo avariato.
La cosa bella di un concerto di Hermano è la strafottenza e la beata ignoranza del chitarrista Callahan. E la voce meravigliosa di Garcia (l'ho già detto che ha una bellissima ugola?). E anche la sonora serie di schiaffoni che molti gruppi, solo sulla carta più pettinati di loro, si sono presi. Ritmi serrati, serata tiratissima, tranne (forse) quando John poggia il culo sul palco, scompare e continua a cantare. Sempre senza scomodarsi più di tanto: perché sprecare energie? Non dev'essere la stessa cosa che han pensato gli agitati sottopalco; con Manager's Special di pogo ce n'era da stracciarsi i vestiti. Comunque, The Bottle e Landetta (Motherload) sono accolte strabene da tutti e tutti i pezzi girano forte che è un piacere, soprattutto Green Machine, non sempre presente in scaletta ma sempre fighissima. Ma alla fine i trentenni e oltre come me credo che avrebbero voluto morire sul posto, felici di quel momento di condivisa gioia da lacrime sin dalle prime note di chitarra che Il Genio ha anticipato alla presentazione di John: Molten Universe, da Blues For The Red Sun dei Gaius! Inutile dire che TUTTI cantavano, si agitavano, facevano il segno della croce... c'è stato chi ha tirato fuori il cilicio e ha iniziato a fustigarsi schiena e chiappe, chi martello e chiodi per subito puntellarsi i piedi al pavimento, altri si facevano in vena. Garcia è un soggetto unico, personaggio da palco che trasmette calma e insieme energia, vorrei che fosse mio padre e certamente non c'è gara tra i due. Nel senso che vince John. In ogni caso, i Kyuss vi mancano? Gli Slo-Burn vi hanno fatto perdere la capa per la voce di Garcia? Gli Unida non vi abbastaveno? No? Allora siete ancora in tempo, perché gli Hermano sono qui, vivi e pronti all'uso. E siete anche fortunati perché a quanto pare questo è l'unico progetto post-Kyuss nel quale Garcia è riuscito a conciliare con tutti i partecipanti senza mandarli in culo molto prima del terzo disco.

venerdì 9 novembre 2007

VE LO TIRO DIETRO

Sono arrivati i dischi che quegli appezzi drogati di Relapse mi han spedito e che aspettavo da UN MESE E MEZZO. E mi ritrovo con due sorprese:

1. i vinili di NEUROSIS "Given To The Rising" (versione pettinata clear vinyl) e MAMMATUS "The Coast Explodes" non ci sono, terminati, e quindi li dovrò ordinare di nuovo quando saranno disponibili - scordatevi che lo farò da voi

2. per sopperire alla mancanza dei vinili mi hanno spedito un cd in omaggio (come se fosse la stessa cosa... ) e la band non l'ho mai sentita prima. Manco un vinile, ma un cd. Potevano anche continuare a usarlo come sottozampa del tavolino zoppo della nonna.

TREATY OF PARIS - Sweet Dreams, Sucker
Un gruppo più insulso e inutile non ce l'ho ora, in mente, con cui fare il paragone. Anzi no, forse sì. Ricordo i Rebel City Angels, un manipolo di sfigati brufolosi di cui mi arrivò a tradimento un cd anni fa e la cui unica colpa è aver dato retta a chi, criminale, gli suggerì di pigliare gli strumenti in mano e invece che darseli in faccia, di mettersi a suonare della musica. Atteggiandosi a rockstar, pure. Ecco, lo stile dei Treaty Of Paris è più o meno quel simil punk-rock di cui andavano fieri come un don quisciotte seduto su un asino i miei ex compagni delle superiori che ai tempi impazzivano per sonore stronzate come i Green Day o i Guano Apes. Punk rock? Ma magari cristo di un dio! Qua siamo nello scimmiottamento dei loro idoli, e il cantante col naso talmente ingombrante che non gli si chiude nemmeno la carta d'identità, che se dice di no a tavola sparecchia, è un tale odioso di quel tipo che in auto canta a squarciagola per far sentire che lui "canta solo cose orecchiabili, rockabilly e melodiche" e tamburella con le dita sul volante. Ammazzati. Comunque non è che siano proprio uno schifo musicalmente; è che sono inutili, non aggiungono nient'altro al panorama rock che dico mondiale, nazionale, regionale... in effetti nemmeno provinciale... probabilmente vanno bene a fare i fighetti solo tra le garage band del quartiere di merda dove vivono. Dovendo scegliere, i Gazosa erano molto meglio. Almeno avevano 12 anni sul serio.

Sogni d'oro, idioti.

mercoledì 7 novembre 2007

SOTTOSOPRA

Certe volte beccarsi un uragano nel culo (un Katrina a New Orleans a caso per esempio) fa bene.

Anche smettere di farsi la droga dà dei risultati. Anselmo ha dichiarato spesso di essersi ripulito (le foto di lui che spipacchia una canna mentre canta, su disco non ci sono più; ora gli è presa la scimmia di fare il modello, con pose fotografiche pettinate, coi capelli a caschetto, il profilo da un moderno poeta maledetto... a quando un libriccino in rima Fili'?). Il rischio per un gruppo che si ripulisce dalla droga è sporcarsi di merda ma, data la quantità di roba che si è cacciato in corpo, Phil potrebbe essere in credito fino ai... chessò, 90 anni? e Pepper Keenan? che sa che i gruppi ripuliti finiscono in vacca? beh lui continua ad imbottirsi di fumo tutto il tempo... e la band è salva, meno male và, stavo in pensiero. Ma Over Di Ander è addirittura più bello di DOWN II! Ve l'ho detto che gli uragani nel culo ispirano. NOLA non lo mettiamo a confronto però, è un altro paio di maniche. Si pesca senza esca dagli anni '70 (Led Zeppelin e Black Sabbath: con un pezzo che s'intitola pure "In The Thrall Of It All"... qualcuno è così sveglio e attento da ricordarsi come s'antitolava il pezzo -fighissimo peraltro- su Sabotage dei Black Sabbath?) e le chitarre sode e toste, dal suono valvolare, ci sono tutte. Jimmy "Power" Bower è un batterista del cristo e Phil ha una voce stupenda. E siccome TUTTI i pezzi sono al livello dell'apertura a carico di "3 Suns And 1 Star", allora siamo felici così.

Da queste parti, disco straconsigliato!

Ah no?

martedì 6 novembre 2007

ASPETTANDO GIVEN TO THE RISING

Ieri sera come al solito mi volevo sfondare un po' il cranio con musica nè troppo blasonata nè troppo semplice. All'inizio volevo fare l'ignorante (inteso come il cafone metallaro che sono) e invece poi l'ha vinta la ragione e sono spuntati fuori i soliti nomi quando uno (io) non sa cosa ascoltare di preciso. Quando non si ha (io) un'idea netta di che cosa infilare nel lettore cd o poggiare sul piatto del giradischi. E ultimamente è una cosa che provo tutti i cristi di giorni...

E quindi ho tagliato la testa al toro. Ho messo su un DVD, tiè.

E che divvuddì!
Neurosis, A Sun That Never Sets.
Comprato ormai circa tre anni fa, è uno dei pià bei dvd musicali che mi sono portato in casa. Non solo "semplici" video fatti per la musica. Veri e propri montaggi video o "corti" esclusivi PER QUELLA musica. Complementari al cd. Da quando ce l'ho, non riesco ad ascoltare il disco senza anche VEDERLO. Io devo GUARDARE la musica dei Neurosis.
Innanzitutto incomincia con una traccia, Erode, il cui video è una serie di frattali, sovrapposizioni, colori vivaci e vividi, quasi vivi, una forma che ricorda una farfalla in espansione, un movimento d'ali colorate e brillanti in netto contrasto con le dissonanze elettriche della "canzone".
Poi ci sono video magnifici e assolutamente geniali, come "From Where Its Roots Run". Un albero stagliato contro il cielo giallo del deserto (americano?). Un uomo, sempre di spalle, che risale un'aspra altura. Una corda che viene legata al ramo. I piedi dell'uomo che partono verso l'alto. La testa rasenta il terreno. Un'impiccagione a testa in giù. Pezzo superbo, tribale, l'allucinazione da peyote è dietro l'angolo.


Poi a chiudere, in gran finale, c'è "Stones From The Sky", il mio preferito dell'intero album, sia disco che video. I colori passano dal rosso di tutte le altre tracce, al blu e viola intensi, che sconfinano nel nero di un corvo imperiale protagonista della storia. Un volo elettrico e fantastico, un uomo che non ha più gli occhi; li ha dati al corvo per VEDERE. Qui sotto ve lo potete guardare.


E poi c'è Tribes Of Neurot, il progetto parallelo dei Neurosis con il quale resuscitano esperimenti audiovisivi degli anni '70 modernizzandoli e rendendoli più psichedelici e alienanti di qualunque video che i "peggiori" Pink Floyd avessero mai avuto l'ardire di immaginare. Una serie di registrazioni fatte con un semplice 4 tracce, attraverso le quali, dopo una fase di discesa di qualità audio davvero opprimente, vengono esaltate le frequenze portanti delle canzoni, i bassi e le distorsioni sono annullati, le chitarre non esistono più. Presenziano solo suoni e sibili e fischi e mutamenti di pressione acustica che sul video vengono raffigurate dal segnale d'uscita di un oscilloscopio che analizza il segnale audio in ingresso. Semplicemente geniali, ma pazzi da legare.

Una cosa del genere legata a qualche decigrammo di hashish e la serata si conclude la mattina successiva con un mal di testa fenomenale, uno stordimento che non lascia spazi per fare nient'altro se non rompersi una mano apposta per non pensarci.

Auguri.