mercoledì 6 dicembre 2006

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, DELITTO E CASTIGO

Ho letto questo articolo stamattina e mi ha dato fastidio il modo in cui alcuni esponenti della politica e della società italiana condannino il reinserimento in società di individui pericolosi (o ex-tali).

le prime repliche: "secondo me sbagliano perché è un'assassina e deve restare in carcere a vita; agli assassini politici, o terroristi rossi o neri che siano, non va data la possibilità di reinserimento"

piuttosto giusto da un punto di vista giuridico.

Parto da questo punto: l'Italia non è gli Stati Uniti d'America.

In Italia, il conservatorismo cristiano cattolico ha dalla sua una buona capacità di accettare il reinserimento degli individui criminali nella società. Da noi esiste sempre la seconda possibilità (e una terza, o una quarta). Il perdono e la misericordia fa parte della nostra coscienza civile, lo dimostrano pubbliche interviste in cui famigliari di vittime hanno perdonato i loro assassini, mogli e figli di giudici uccisi dalla mafia, hanno preferito perdonare che incattivirsi.
Moralmente, ci sentiamo obbligati a farlo. Inoltre, il criminale che viene perdonato e sa di poter essere reinserito nella vita sociale, potrebbe avere qualche speranza in più di uscire dal circolo dell'odio.

sento qualcuno che dice sottovoce, quasi compiacente: "in America non si dà la possibilità a tutti di essere reinseriti in società"

Negli USA vige un puritanesimo di tipo calvinista; non transige sulle capacità di recupero di un criminale all'interno della "civilità".

Dimostrazione di ciò è come un ex-carcerato fatichi a trovare lavoro anche se accompagnato da un agente e tenuto sotto sorveglianza anche in libertà: la notizia che lui è un ex-criminale fa il giro delle città e delle aziende prima che lui venga chiamato per un colloquio. Edward Bunker e il suo personaggio Max Dembo ne sanno qualcosa. Dare una seconda possibilità non è solo umano, ma naturale.

sento già urlare: "bisogna dare lavoro prima a chi ne ha davvero bisogno, e poi a chi lo cerca come riscatto in società. Poi, perché una ex-terrorista nella commissione antidroga e nel recupero tossicodipendenti? Non sarebbe meglio una psicologa?"

Sarebbe molto meglio. Magari Susanna Ronconi in carcere s'è anche laureata in psicologia, forse anche specializzandosi nel campo delle droghe e del recupero; cosa ne sappiamo? Il famoso rapinatore di banche americano Chessman si laureò in legge in carcere e fece uscire molti detenuti le cui condanne erano ingiuste o infondate...

In fondo è una forma di lavoro socialmente utile e tutti sappiamo quanto sia doveroso ed essenziale combattere le droghe dall'interno aiutando le persone che ci sono cascate ad uscirne; educazione in senso inverso, ma sempre educazione.

Per come la vedo io, potrei anche sbagliare, fa parte del suo programma di recupero della propria identità sociale.

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