martedì 29 agosto 2006

HEAVY METAL KATORCIO

Tornato dalle ferie, lunghe, faticose e poco "feriose", mi ritrovo un bel discazzo di una band da me sempre amata e mai completamente assorbita (pochi che ho conosciuto sono riusciti in questo): si tratta dell'ultima fatica "Katòrz", arrivatomi da pochissimo, firmato VOIVOD.

Katòrz perché è il quattordicesimo lavoro (compreso tutto, anche i live) della band, anche se non si scrive così e loro lo sanno meglio di me, dato che l'han fatto apposta.

Il disco mi è ovviamente piaciuto molto, ritmiche come sempre molto spezzate, diverse, metal ma anche no, armonie dissonanti e chitarre spesse un metro e mezzo, Denìs Bélanger con una voce diversa dal solito ma sempre riconoscibilissima e molto acida, Michel Langevin con le sue grafiche da incubo e la batteria sempre presente in maniera massiccia, insostituibile, necessaria.

Purtroppo questo disco mi ha fatto tornare la tristezza, per la morte prematura di Denìs D'Amour, e allo stesso tempo mi ha convinto di vari e differenti fattori:

1. Jason Newsted è un grande bassista e persona di buon cuore, ha per i Voivod tutto il riconoscimento e il rispetto che si meritano; il primo per avergli dato la possibilità di riscattarsi con la band che più di tutti l'ha, nell'ordine, oppresso, illuso, tradito e poi infamato, dopo essersi serviti delle sue strepitose qualità di musicista e della sua bontà d'animo -i Metallica, per chi non avesse conoscenze di storia musicale recente-. Il secondo per il semplice fatto che i Voivod sono una delle più ignorate e incomprese formazioni della storia del metal se non, paradossalmente, una delle più influenti: da dove credete che provengano quelle folli stranezze nel sound dei Tool? E da dove pensate che arrivino le dissonanze magnetiche di band moderne e strepitose tipo gli Ephel Duath, tanto per fare un esempio di casa nostra pensando alla nuova generazione di "metal"?

2. Denis D'Amour è stato uno dei più geniali chitarristi del panorama musicale mondiale. Non sto parlando di tecnica o di bravura d'esecuzione (anche se pure qui faceva spavento); parlo di inventiva, fantasia, capacità d'improvvisazione, cambio di genere e di stile all'interno di una stessa canzone (in fondo lo dobbiamo soprattutto a lui se con un solo paio di canzoni dei Voivod una band "normale" ci farebbe un disco di dieci pezzi), insomma una gran conoscenza dello strumento e una forte passione per la musica contaminata. Ricordo che prima di andarsene D'Amour, è stato fatto in modo che alla band fosse lasciato a disposizione un quantitativo impressionante di musica già composta per chitarra e pre-registrata in formato mp3 su un hard disk; roba da scriverci ancora 3 dischi buoni, parole di Langevin.

3. L'anima dei Voivod non morità mai; finché resterà il cuore di D'Amour, il cervello di Langevin e la voce di Bélanger, la band resterà per sempre viva. Jason Newsted può essere solo di passaggio, è vero, ma in questo momento è lui l'uomo che ci voleva alla band per avere nuova linfa vitale, energia e rinnovata originalità.

4. Questa generazione di cazzoni heavy-metal ha un estremo bisogno di ascoltare Katorz.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti commento in ritardo per dire che son d'accordo. Ecco, cosi', 'ioboja.