giovedì 20 settembre 2007

TAKE IT EASY, HERMANO!

E finalmente l'ugola da me sempre amata, le corde vocali che anni fa mi fecero perdere la testa per il ruvido, sporco e polveroso heavy rock "da deserto" -ossia il mito John Garcia ex-Kyuss, Unida, Slo Burn...- e che ancora oggi ogni volta che la sento mi si scioglie tutto quanto, è tornata da me sotto nuove spoglie.

Prendi i Kyuss, dagli un tocco in più di attitudine punk da me-ne-batto-il-cazzo; accelerali un po' e consegna le bacchette ad un batterist-O-matic; aggiungi distorsioni a manetta, soprattutto chitarroni fuzzy e basso, dal suono caldo e avvolgente, ben calibrato e scarnificato; se ottieni quello spessore denso tipico di quell'acquitrino melmoso e verdognolo che trovi nelle oasi del deserto in fase avanzata di prosciugamento allora l'impasto è pronto. L'ambiente, il paesaggio attorno, dovrebbe essersi trasformato in sabbia, vento arido e caldo spaccapietre. Non è proprio melma ma se ci fai un salto ti trovi impantanato di brutto. La voce di John in questo caso è come se fuoriuscisse da una gola disidratata e infuocata dal fumo di mille sigarette, eppure sempre meravigliosa e in perfetta sintonia con la musica. Anche loro, come i Kyuss, suonano forte, spessi, portano le cellule cerebrali in viaggio per lo spazio, eppure trasmettono calma, serenità. Perché agitarsi?

Poi uno si mette anche l'anima in pace quando ha un vinile così.

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