lunedì 17 settembre 2007

MI SENTO UNO...

STRONZO!
Stavo passeggiando in un parchetto, di ritorno da pranzo. Ascoltavo !!! (cioè CHK CHK CHK, cic cic cic), roba elettro-dance davvero pettinata che mi mette di buonumore e mi rilassa e m'arrazza anche un po'. Ogni volta che l'ascolto il cielo mi strizza l'occhiolino e non mi sento più in colpa per i peccati verso dio, o il mondo in generale. Non che io ci creda particolarmente, in queste cose. Ma comunque. Non si sa mai. La giornata volge al bello, le nuvole e la pioggia se ne sono andate affanculo e un piacevolissimo caldo torrido a braccetto con un'umidità da taiga siberiana mi fa scivolare il sudore lungo la schiena, la fronte... le ascelle sembra che abbiano appena spremuto due spugne di mare belle spesse e ripiene. Però sono felice, e tranquillo. Anche se l'ambiente attorno a me è tutto fuorchè metal, si capisce.

Dopo una ventina di metri un tizio che vedo seduto su una panchina a meditare (non so cosa faccia esattamente, sta fermo e basta, guarda il vuoto), si alza di colpo e si dirige nella mia stessa direzione, dandomi quindi le spalle. Barcolla un po', ma non molla, avanza imperterrito... finendo rovinosamente a terra! Ma non metaforicamente... cioè questo s'ammazza sul selciato proprio! In pratica, da dietro, la scena è che lui sembra inciampare, perdere l'equilibrio o qualcosa del genere. Io aspetto 2-3 secondi. Magari si rialza, penso. Invece non si muove. Lo chiamo. Niente. Mi metto a correre e lo raggiungo. Gli scrollo le spalle, magrissime e ossute, niente non si muove perdio! Lo sento mugolare, sanguina dal naso. O almeno così sembra. Lo giro. Pesa una tonnellata, come un morto avvolto in un tappeto è immobile. Inizia a mugolare, apre gli occhi: sguardo vitreo, occhio lucido. Io penso "questo s'è fumato un cannone grosso come me" (e siccome a me personalmente è accaduto più e più volte di franare al suolo dopo un crasto cannone tutto può essere). Ma nello stesso momento lo piglia un agghiacciante attacco epilettico che mi fa sprofondare nel terrore più nero, mi prende il panico, appizzo il cellulare e chiamo il 118 che arriva in 3-4 minuti. Nel frattempo lo tengo ben saldo, lo abbraccio, cerco di non fargli sbattere testa o faccia di nuovo a terra. Spero anche che non si stacchi la lingua a morsi. Poi devo frugargli nelle tasche per sapere chi cazzo è? Comunque, so che può succedere. Ma mi sento inerme, inutile, spaventato e mi viene da piangere per lui, per come soffre. Invece si calma quasi subito. L'incubo è durato pochi secondi, alla fine. Pallido come un lenzuolo tolto dal letto di morte di un poveraccio in un letto d'ospedale mi fa "grazie, grazie... io... non so come scusarmi, mi dispiace averti dato problemi ma sai, è normale, sai soffro di epilessia... tra l'altro stamattina non mi sentivo molto di venire al lavoro ma l'ho fatto lo stesso" (e bravo stronzo, così a morire d'infarto sono io eh porcodio!?!) e io "no tranquillo, calmati ora" (nella mia testa mille bestemmie di gratitudine si levano verso il cielo). Gli prendo le gambe e gliele tengo sollevate. Gli parlo e finalmente lo guardo bene: la faccia è coperta di sangue. Ne perde dal mento, dalle labbra, dal naso e da un sopracciglio spaccato in due. Deve aver dato una musata paragonabile alla faccia di un McNeeley o di un qualche altro puglile qualunque che si scontra con un treno merci a pieno carico chiamato Mike Tyson.
Alla fine gli raccolgo gli occhiali, spaccati in tre pezzi, racimolo la mia roba lasciata a terra e lo raggiungo nuovamente; nel frattempo altre persone si curano di lui, parlandogli, facendolo ridere un po'. Giocano sul clima ("eh cazzo stamattina freddo e adesso caldo... ") e alleviando un po' la tensione nervosa tangibile che crea un disagio che si taglia con la motosega, ci rilassiamo un po' tutti. Ci si fuma qualche sigaretta.

Nel frattempo l'autoambulanza è già lì. Gli specialisti lo calmano, lo visitano sommariamente e poi se lo caricano.

Tornando al lavoro mi sento svuotato, un po' triste... Soprattutto uno stronzo di prima categoria, una merda. Perché? Non mi sento certo in colpa che diamine! Per quello ce ne vuole, ne deve passare di acqua sotto i ponti prima che io mi senta colpevole di qualcosa. Però il fatto di assistere ad una cosa del genere, che ti immobilizza e ti ghiaccia il sangue nelle vene, e vedere che il soggetto affronta la questione con leggerezza qb per non farti preoccupare pià di tanto, ecco... se penso a tutte le volte che io trasformo in problema una semplice giornata storta al lavoro, o il non essere riuscito a fare un salto in un negozio di dischi o non riuscire ad andare un giorno in bici o in palestra... mi sento davvero uno stronzo.

C'è gente che convive con problemi abominevoli, enormi, che gli condizionano tutti gli stronzi giorni di questa fottuta vita e noi, che stiamo bene, in salute, magari anche economicamente stabili ci facciamo prendere da cose futili e diventiamo iniqui, meschini, egoisti ed egocentrici, menefreghisti e qualunquisti (e semmai il termine avesse avuto un significato concreto questa sarebbe stata la volta buona).

Quello che mi è successo è assolutamente perfettamente indiscutibilmente metal!
Ma non sono felice e mi è passata la voglia di metter su qualunque disco mi si presentasse nell'elenco del walkman. Cercherò di rifarmi in serata.

Per ora ascolto The Dark Side Of The Moon, in continous play, perché oggi ho vissuto il lato oscuro di una giornata solare.

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