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venerdì 11 marzo 2011

Il metal e la versione comunista degli Slayer

L'altra sera, a cena, si chiacchierava con alcune delle più importanti personalità del metal vecchio e nuovo, trasversale e diretto, impenitente e pentito... insomma, se parlava de Metal co'la M grassa!!

Quindi da una battuta è uscito fuori il nome di... SACRED REICH!

Ovviamente sono due giorni che non ascolto altro e siccome ho il culo smisurato di averne ben tre, di dischi dei SR, c'è la possibilità di capire se questi ci pigliano per i fondelli oppure fanno sul serio.

Quindi













Disco come il titolo, nessun impegno ad essere diversi dai cugini più famosi mezzi nazi mezzi satana. I pezzi sono tutti più o meno uguali (chi dura più chi dura meno), i temi pure infatti "Victims Of Demise", "Layed To Rest", "Violent Solutions", "Administrative Decisions", "No Believers" parlano a loro modo di un unico argomento: delle bombe democratiche e delle guerre intelligenti. Ma considerato il livello generale del metal odierno, questo disco al confronto fa una figura immensa. Perlomeno le idee erano chiare e il risultato è di una, appunto, ignoranza totale. Ignorante è chi non ce l'ha.

E poi













La American Way non è mai stata così presa per il culo. Beh forse sì però nella title track ci sono dei passaggi geniali, che possono essere anche presi come punti di riferimento del thrash bay area stile Metallica, etc. Su tutti, va notato l'omaggio (per un motivo molto molto serio... ) a Wipe Out dei Beach Boys proprio in Surf Nicaragua.
Su One Nation potremmo dire di esserci sbagliati e averne messo uno dei Nuclear Assault tanto è bello il pezzo.
Il bello viene ora: se ad un gruppo thrash dici di fare una cover dei Black Sabbath, loro la accelelerebbero? Po' esse... la versione originale dura circa 8 minuti (7.57 per essere stronzi). quella dei SR ne dura 6...

http://www.youtube.com/watch?v=RXUZbaxogD4

lunedì 24 maggio 2010

ALTRO CLASSICONE DAL PASSATO

Mai del tutto abbandonato, Operation: Mindcrime mi sta ancora suonando nelle orecchie un paio di volte al giorno.

Ma da ieri sera, in autostrada, iPod al volante ecco sbucare fuori dal cilindro del Caso (anagrammato in Caos e cioè "riproduzione casuale"... ) un vecchio amore, una vecchia gloria a cui mi sento legatissimo, avendolo ascoltato la prima volta a casa di un cugino più grande ormai circa 25 anni fa

BACK IN FUCKING BLACK


Continuerò a vestirmi di nero, e a pensare in nero, finché qualcuno non inventa un colore più scuro.

lunedì 10 maggio 2010

CI VUOLE UNA FOTTUTA RIVOLUZIONE!!!

Ieri, giornata di merda, piovosa, nuvolosa, ventosa, porcodiosa...
Quindi ci voleva un disco da rivoluzione, di quelli potenti che ti risvegliano dentro e che ti rimescolano il sangue ogni volta.

La rivoluzione è dentro di noi

giovedì 29 aprile 2010

W.A.S.P. - Live... in the raw (1987)

W.A.S.P. - Live... In The Raw

Luogo: U.S.A. vari stati
Genere: heavy metal / hard rock
Anno: 1987
Etichetta: Capitol Records
Componenti: Blackie Lawless (chitarre / voce / piano), Chris Holmes (chitarre), Johnny Rod (basso), Steve Riley (batteria)









Ad alcuni fanno cagare e basta, molti restano piuttosto indifferenti, pochi impazziscono per loro ma questa storica band di heavy metal americano degli anni '80-'90 e ancora attiva (formata nel 1982, primo disco nel 1984), merita più di una nota. Ha fatto da headliner a festival in cui suonavano degli imberbi Metallica e Megadeth, ha inciso un sacco di roba, il più delle volte delle cose abbastanza trascurabili ok, ma quei pochi (3 o al massimo 5) dischi sono roba molto interessante... come The Headless Children e The Crimson Idol, o Still Not Black Enough; uno meglio dell'altro secondo me. Gli W.A.S.P. nascono da un'idea di Blackie Lawless, tutt'altro che uno scemo maniaco con una voglia matta di scoparsi tutto il genere umano ma, un validio polistrumentista che conosce regole di marketing e pubblicità, e le cui tecniche vengono ovviamente utilizzate per promuovere la sua nuova band. Dal '76 all'82 infatti Blackie ha suonato in un'altra band, i Circus Circus in cui negli stessi anni collaborava anche Nikki Sixx, bassista dei Motley Crue. Gli W.A.S.P. sono anche famosi per aver rovinato un tour mondiale molto importante a causa di una furiosa rissa con un'altra band ben più storica. A causa di accesi contrasti infatti i Motorhead, che condividevano con Blackie Lawless e compagni le platee di mezzo mondo in questo tour del 1997, le cose andarono in vacca e la leggenda narra di una scazzotata tra Lemmy e Blackie ma nessuno dei due ha mai confermato e tantomeno i vari roadie e membri delle due band si sono mai sbilanciati in conferme o negazioni. Tutto questo non ha mai ovviamente ottenuto riscontri ufficiali neanche dalla stampa, ma oramai fa parte del folklore che regna attorno agli W.A.S.P. che si sono guadagnati (a diritto o meno) il titolo di band più oltraggiosa del pianeta (recita l'apertura della raccolta Live... In The Raw: "Long Beach Arena, they have returned (...) the most outrageous band in the world... W.A.S.P.").


Questa raccolta di concerti in giro per gli States mette in evidenza il talento e l'attitudine live della band, secondo me superiore alle registrazioni in studio poiché, lasciandosi andare alla forma spettacolo più che a concentrarsi solo sull'aspetto musicale, è stata in grado di dare al pubblico un "servizio completo". A mio avviso resta una delle raccolte live più belle degli anni '80, assieme al Rhandy Roads Tribute dello stesso anno e al Live After Death degli Iron Maiden uscito nel 1985. Dal vivo sono sempre stati più che oltraggiosi, estremamente casinisti, pro-violenza e fastidiosamente splatter. Per esempio: in occasione del Monsters Of Rock 1987, a Donington, in cui si esibivano Cinderella, Metallica, Bon Jovi, Anthrax, Dio, si rivelarono dei gran rompicoglioni e animali da palco. Fu raggiunto l'apice negativo dello spettacolo -con rabbia delle band più importanti- quando decisero che una donna seminuda e crocefissa sul palco andasse prima stuprata e poi sgozzata. Ovviamente la cosa fece scalpore e il manager di Bon Jovi e i due management di Metallica e Anthrax si rifiutarono di fargli fare tutto lo show previsto, per paura che accentrasse troppo l'attenzione su una band di secondo piano innanzitutto, ma anche per evitare che la gente incominciasse a scappare via prima che le band principali prendessero gli strumenti in mano (infatti gli W.A.S.P. erano solo i secondi in ordine dopo Cinderella). Blackie si limitò a fingere stupro e omicidio, lasciando da parte il gran finale... cioè, il grind finale, che prevedeva che la tipa appena uccisa uscisse da una specie di armadio o scatola enorme rotolando per terra; Blackie l'avrebbe dunque sollevata, cacciata nuovamente dentro, a forza e, premuto un pulsante, sarebbe uscita dilaniata in mille pezzi sanguinolenti sopra le teste del pubblico delle prime file... non riuscirono mai a portare questo spettacolo sul palco tranne che nel 1997 (ma sempre in minima parte senza il finale splatter); è l'anno in cui suonarono a Milano, al Rainbow (io c'ero); fece davvero impressione... stuprò una suora crocefissa con un pugnale al posto del cazzo, avvitato tramite il manico sul guscio anteriore di un perizoma chiodato in finta pelle... lanciò un maialino sul palco... ricordo alcuni articoli infamanti degli animalisti ma anche della stampa musicale. A me piacque quello show, fu una botta incredibile e se ci ripenso adesso mi fa davvero strano che abbiano potuto eseguire uno show del genere in Italia, paese sempre bigotto su certe cose. La band è anche molto famosa per il cambio radicale delle scenografie e della loro filosofia di intrattenimento live a seguito dell'uscita del disco The Headless Children. Praticamente annullarono ogni forma di violenza gratutita a sfondo sessuale o spettacolini splatter, uno dei messaggi più famosi lanciati da Blackie all'inizio del tour di Headless Children fu "La musica è forte - il messaggio chiaro". Si diedero quindi alla comunicazione d'effetto. Sul palco, enormi video proponevano immagini e filmati di atrocità scatenate dei partiti assolutisti, di Hitler, Stalin, Ho Chi Min, violenze di gruppo che in quegli anni cominciavano a venir fuori (le gang giovanili eredità di Arancia Meccanica), le violenze del KKK, gioventù bruciate da droghe e alcool etc. e il messaggio sembra che avesse raggiunto l'intento di Blackie: scatenare ancora una volta l'opinione pubblica e degli aficionados al gruppo. Purtroppo però, con gli anni sono uscite decine di band che dissimulavano attitudine da palco come gli W.A.S.P. non avendo però nessuna chanche di poterne equiparare il talento. Hanno quindi, queste nuove band, contribuito ad alzare la soglia di originalità proponendo spettacoli simili a quelli degli W.A.S.P. e questi ultimi persero lo status di dominatori originali. Cercarono negli anni a seguire, di proporre qualcosa di diverso ma, per scarsità di idee e interessi commerciali che avevano spostato l'attenzione del pubblico su altri tipi di mercato all'interno del metal, fu veramente difficile trovare e mettere in pratica qualcosa di seriamente allettante per il pubblico. E' certamente con un po' nostalgia che ogni tanto mi ascolto il vinile Live... In The Raw o lo splendido The Crimson Idol, in cui Blackie Lawless, particolarmente sensibile e introspettivo, racconta della sua vita e del rapporto con i genitori, la storia e la curva gaussiana della sua vita, ormai in vertiginoso declino non a causa di anni passati all'insegna del vizio (tutt'altro!) ma per ormai aridità di idee, mancanza di originalità in un mondo che corre troppo in fretta -soprattutto il musicale- e da manager non più interessati... un vero peccato. L'importante, è aver avuto la fortuna di poter apprezzare la loro musica.


mercoledì 13 gennaio 2010

NEW WAVE OF FUCKING SLUDGE

IRON MONKEY - s/t

Etichetta/Anno: Union Mill (1995) / Earache (ristampa 1996)
Luogo: Nottingham, UK
Componenti: Justin Greaves (batteria, ex-Bradworthy, ex-Borknagar, oggi Electric Wizard e Crippled Black Phoenix + superprogetto Teeth Of Lions Rule The Divine), Johnny Morrow (voce - morto), Jim Rushby (chitarra), Steve Watson (chitarra, ex-Cerebral Fix) and Doug Dalziel (Bass, ex-Ironside).
Genere: sludge
Se ti piace: Eyehategod, Down, Crowbar
Scarica Iron Monkey
Iron Monkey non è solo un nome (IL nome) per lo sludge degli anni '90 che definì un nuovo standard per la musica estrema e ruggente, graffiante. Iron Monkey è un simbolo. Chiamatelo autolesionismo, autodistruzione, rabbia, dolore, sofferenza, sfortuna, malattia (il fottuto diabete di Johnny Morrow, scomparso nel 2002 e a cui decine di band hanno dedicato negli anni dischi o tributi)... Fate come volete, ma questa è la band che più di tutte (forse a pari merito con gli americani Eyehategod) hanno concretizzato il concetto di (auto)distruzione sonora e musicale. Hanno scritto canzoni talmente semplici eppure talmente potenti da far tremare i ponti, e vacillare la credibilità di musicisti più blasonati. Hanno in parte rivoluzionato il concetto di musica pesante rivoltandolo come un calzino usato. Hanno inciso solo due dischi, questo e Our Problem, ancora più pettinato (che posterò dopo). In più hanno uno split con Church Of Misery su Man's Ruin, abbastanza introvabile e un live di pezzi rari del 2003 intitolato (a ragione) Ruined By Idiots, su Maniac Beast Records




venerdì 28 agosto 2009

WITCHCULT IN ITALY

Nessuno che si dichiari amante del doom e del dark rock con influenze sabbatiane può permettersi di non avere neanche un disco degli Electric Wizard. Pentitevi e punitevi se non siete già in coda alla cassa di un negozio di dischi metal o se su CD Universe non avete già speso un patrimonio per accaparrarvi le decine di collaborazioni, EP, LP, (ovviamente vinili) che hanno registrato.

A parte il fatto che sono una delle band più fighe in assoluto nel campo del doom, ed una delle più anziane, hanno anche una delle chitarriste più belle e affascinanti che il mondo della musica ricordi. Chi non la pensa così è frocio.

Comunque

ELECTRIC WIZARD @ UNWOUND CLUB - Padova
4 Settembre alle 20.00

Stavolta chi non viene è frocio sul serio e lo faremo impalare da croci rovesciate. Esecutore della tortura non sarà neanche Liz Buckingham, ma Jus Oborn
Un po' di foto e un video per farvi battere in testa dalla gayna




martedì 18 agosto 2009

FERRAGOSTO DEL SANGRE (volevo dire del Mètal)

Mi ci sono ritrovato quasi per caso. D'obbligo il "quasi", perché quando il Capitén si trova nei dintorni del Mètal alla fine non è mai un caso.

In un locale pezzente di Cervia (Rock Planet), dove neanche un minimo di areazione delle sale, un'aria condizionata o uno schifosissimo ventilatore che smuovesse l'aria, mi ha svuotato di ogni liquido corporeo utile alla sopravvivenza, ha suonato uno dei gruppi per il quale e a causa del quale, molti dei miei coetanei sono messi come il culo: sfondàti.

Brujeria non è solo una band di grindcore metal delle più geniali e potenti, e che fa ammazzare dal ridere, ma anche un supergruppo in cui trovi musicisti storici della sezione più chiassosa del metal passato e odierno. Come Dino Cazares dei Fear Factory, uno dei fondatori.



L'attuale formazione era sicuramente una delle migliori che potevamo pizzicare in flagranza di reato, oggi.



Infatti


Juan Brujo (John Lepe) - Voce
Fantasma (Pat Hoed) - Voce
El Cynico (Jeff Walker) - Basso
El Hongo (Shane Embury) - Chitarra
El Podrido (Adrian Erlandsson) - Batteria


E il sempre presente Machete (nel senso del coltellaccio).



A voi i video e scassatevi di risate.


File under tua madre





File under marchando

File under narcos

lunedì 2 marzo 2009

LA PESTE NEL 2009

Mi si conceda di parlare un po', ogni tanto, del sano buon vecchio death metal tecnico floridiano. Nei primi e truculenti anni '90 spopolava, e da Tampa, Florida, arrivavano pezzi di cadavere... volevo dire dischi, fino alle nostre case sfigate di provincia ma, soprattutto, nelle nostre orecchie già da tempo sanguinanti. Obituary, Malevolent Creation, Atheist, Cynic, Cannibal Corpse, Suffocation e i mi(s)tici Pestilence.
Nel 2009 quasi nessuna di queste band sopravvive. Alcune di esse hanno riesumato dalle tombe (tanto per restare in tema) un po' di soldi, e hanno organizzato reunion per dei live sporadici che hanno avuto come risultato la maggior parte degli ultratrentenni come me abbiano bestemmiato ancora di più, per esserseli persi sia 20 anni fa (all'epoca semi-sconosciuti in Italia e loro concerti da noi non ne facevano), sia oggi (reunion live solo negli USA).
La notizia è che i Pestilence tornano in studio per registrare un nuovo disco. Il titolo? Tanto per restare in tema (già detto?), "Resurrection Macabre". E, tanto per restare in tema di riesumazioni e resurrezioni (ormai siamo abituati alla puzza di cadavere), pare che sia una fusione tra i due storici album "Testimony Of The Ancient" del 1991 e "Spheres" del 1993.
Si ascolta "Devouring Frenzy", pezzo d'apertura, dal loro MySpace.
Quasi completamente abbandonato lo stile del debut album "Malleus Maleficarum" del 1988. Che però viene ristampato dalla polacca Metal Mind Productions, in edizione CD dorato rimasterizzato con tecnica di campionamento a 24 bit, per un collasso cerebrale come si deve.
Intanto il classico Spheres si può scendere da qui

lunedì 15 dicembre 2008

QUELLO CHE MANCA TUTTORA IN ITALIA

Tempo fa acquistai questo libro

Anche se molti gruppi HC americani li conoscevo e li seguivo, da ragazzino, non ebbi mai modo, ovviamente e un po' anche per fortuna, di "entrare" nel circolo nichilista tipico dell'HC. Purtroppo però, non mi è capitato neanche di vedere qualcuna delle band dal vivo: ero un pischello all'epoca e il mondo del rock e del metal mi avrebbe visto al mio primo concerto solo nel 1991, quando suonarono a Roma i Carcass, i Cathedral e i Napalm Death. Tutta un'altra storia insomma...
E' stato illuminante capire l'importanza storica e sociale, perché analizza un periodo della storia americana che è stata rivoluzionata dal cambiamento voluto e adottato dal neo presidente Ronald Reagan.
Essenziale capire il punto di vista musicale di quella scena, perché intriso di storie di vita vissuta dai protagonisti della scena punk-hardcore americana: ragazzi scappati di casa, alienati da una realtà a loro estranea e mai voluta, riconosciuta; ragazzi e ragazze drogati o in preda all'alcol a causa di situazioni famigliari disastrose, con genitori alcolisti il cui unico impegno era terrorizzare i figli a bastonate, ai quali la polizia dava anche il ben servito, trovandoli raggruppati in case fatiscenti, usate come comuni, o riuniti la sera in qualunque tipo di posto che potesse accogliere gente incazzata con la voglia di suonare o ascoltare del puro hardcore deflagrante. Persone che, nonostante l'enorme impatto sociale che hanno generato con l'hardcore, sono poi finite a fare tutt'altri lavori; chi lo chef (qualcuno è diventato un cuono anche molto famoso e apprezzato in Europa), chi il benzinaio, chi ha fatto davvero tanti soldi con l'elettronica e chi è rimasto nel movimento gestendo etichette discografiche, come Jello Biafra dei Dead Kennedys, il quale ha fondato la Alternative Tentacles.


L'hardcore è la musica che ha influenzato il grunge e il metalcore, dato vita a band dal successo planetario: Guns 'n' Roses (prima si chiamavano Fartz e suonavano un hardcore velocissimo e rumoroso, senza fronzoli), Red Hot Chili Peppers (il bassista Flea e il cantante Kiedis militavano in numerose formazioni HC californiane), Nirvana (il batterista Dave Grohl suonava negli Screams con l'altissimo Chris Novoselic, che sarebbe diventato poi il bassista dei Nirvana), Beastie Boys ("band-scherzo" che voleva essere la presa in giro dei Bad Brains i quali sono stati, anche se per pochi anni, uno dei gruppi rock più fenomenali del pianeta). Tutti loro sono ormai lontani anni luce dal sound primordiale e da quella fantastica attitudine on-your-fuckin'-face dei primi anni '80.

E grazie al puro impegno nella ricerca e per passione, da pochi giorni sono entrato in possesso anche del DVD: una veridicità disarmante, una schiettezza e una onestà infinite, una passione travolgente, raccontata da quei personaggi, oggi.


"La parte più triste del mito che sia esistita un'epoca d'oro dell'hardcore è che la gente ci crede, soprattutto quelli che c'erano davvero [...] e ricade nella stessa nostalgia lacrimosa che ci ha regalato Happy Days. [...] Per me la nostalgia è veleno."
JELLO BIAFRA (frontman dei Dead Kennedys e fondatore della Alternative Tentacles Recordings)

martedì 2 settembre 2008

SERVE UN SALVATORE

Avete presente quando, nel libro di Murphy, si legge "se qualcosa può andare storto, lo farà" e "se un problema c'è, emergerà" oppure "sorridi, domani sarà peggio"?

Ecco, oggi è praticamente QUEL tipo di giornata.

Gli ascolti di oggi vanno su un singolo artista, e bada bene non una band ma un artista che fa tutto: Justin K. Broadrick. Chi lo conosce come dj, chi come chitarrista, chi come fondatore dei Napalm Death, poi Godflesh e ora Jesu, altri ancora lo apprezzano come batterista e cantante.
Da stamattina sto ascoltando la discografia dei Godflesh, in questo momento il disco


che ha aperto le porte, meglio del predecessore Streetcleaner, a band come Fear Factory, Nine Inch Nails, Ministry... cioè quasi il meglio di ciò che si può trovare nella musica definita "industrial". Mix fra drum machine e batteria tradizionale, chitarre da una tonnellata, suoni insistenti e melodie oblique, hanno dato ispirazione anche a formazioni più complesse (Isis). E anche definito nuovi parametri entro cui la musica "che fa male" si deve muovere per smuovere qualcosa dentro di noi.


Ah... la musica degli anni '90...



Un consiglio e un favore: scendetevi da questo link i Godflesh e sparite.

venerdì 4 luglio 2008

ARDECORE

Senza dubbio uno dei fenomeni più affascinanti e crudi della musica è stato l'hardcore punk americano tra il 1980 e il 1986.
Hard-Core: duro dentro, senza compromessi, sfrontato, aggressivo, superbo e altezzoso, indisponente, rabbioso e scellerato. I kids all'epoca erano spettacolari, colorati, incazzati con tutti e dritti per la loro strada. Molti di loro, soprattutto musicisti, ci han lasciato le penne su quello stile di vita estremo e altezzoso, con una faccia tosta odiosa e quasi infantile, urlavano al mondo "faccio quel cazzo che mi pare, vivo come voglio e mi faccio fino a crepare... " e infatti la maggior parte se ne andava al camposanto dentro una cassa di legno con l'ago ancora infilato nel braccio.

Già che c'ero ho scartabellato nei dischi dell'epoca d'oro dell'hardcore punk americano, in particolare quello della California del Sud e di Washington D.C., i due più interessanti e che hanno dato una spinta epocale al movimento, donandogli connotati anche socio-politici non di poca rilevanza.


BAD BRAINS - s/t
Unica band hardcore punk ad essere interamente composta da neri, la sua vocazione fu dedicarsi alla musica estrema partendo dagli antipodi, e cioè dal fusion e dal jazz. La differenza con tutte le altre band dell'epoca è che questi sanno suonare sul serio. E che sono stati loro i primi, con il pezzo Pay To Cum di questo LP a lato, a dare inizio al movimento strettamente musicale chiamato Hardcore Punk, grazie ad una velocità di esecuzione mai sentita prima di allora. Altri, parallelamente, gli avevano già dato connotati socio-politico-religiosi, come TSOL, Black Flag, Articles Of Faith e Adolescents.

BLACK FLAG - Damaged
Non a caso il cantante del periodo migliore della band e dell'HC tutto (1980/81 - 1986) fu Henry Rollins. In questo LP il magnifico pezzo d'apertura Rise Above firma la dichiarazione di indipendenza dell'hardcore rispetto tutti gli altri generi musicali all'epoca esistenti. Difficile trovare oggi una band rock che non sia stata influenzata, almeno in minima parte, dall'harcore dei Black Flag e da questo disco in particolare.
Una vera figata.

DEAD KENNEDYS - Fresh Fruits For Rotting Vegetables

Nel pieno periodo della nascita dell'hardcore americano, nel Sud della California una band che diventerà il punto di riferimento del nuovo punk americano e che farà del cantante Jello Biafra una icona del movimento, i Dead Kennedys danno vita ad un disco fantastico, sveglio e attento a quello che sarà il futuro musicale; pezzi come Kill The Poor, Let's Lynch The Landlord, Chemical Warfare, hanno dato l'ispirazione a più della metà delle band estreme dei giorni nostri.





MINOR THREAT - Out Of Step
Se siete tra quelli che si sono dichiarati almeno una volta nella vita kids hardcore ma soprattutto degli straightedge, lo dovete certamente ai Minor Threat e ad un pezzo incluso nell'omonimo EP (1981) che precede l'album Out Of Step (del 1983).
La canzone Straight Edge getta proprio le basi del movimento straightedge: non bevo, non mi drogo, non fumo, non faccio sesso, non mi mescolo con altre culture, non mangio carne. Questo concettuale stile di vita, dedito alla salvaguardia della persona, viene letteralmente polverizzato durante i concerti, nei quali ci si fa del male sul serio.
Mi sarebbe piaciuto esserci, nella California del Sud nella prima metà degli anni '80, non tanto per tirare qualche stivalata nel culo ai vari fighetti che, snobbando il movimento hardcore si sono persi un bel po' di roba interessante e ricreativa, ma soprattutto perché oggi avrei potuto dire "io c'ero cazzo, e ne sono uscito... "

martedì 20 maggio 2008

BASTA COI CONVENEVOLI

Dopo un mese di inattività per lavoro troppo pressante, evito i convenevoli e vado subito al sodo.



Questo mese grosse scoperte in campo musicale e vecchie glorie che finalmente riesco a vedere dal vivo, a prezzi non proprio bassi ma onestamente equiparati allo spettacolo.


Il 13/5 infatti, mi trovo all'Arena di Verona a vedere i gloriosi KISS! Dopo 35 anni di attività live, forse si sciolgono dalle scatole e decidono di andare in pensione per l'ottava volta. Stavolta facciamo quelli che ci credono. In ogni caso, dopo tanti anni, lo spessore e la classe non variano di una virgola; sono magnifici, intrattenitori, spaventosi (Gene Simmons ci sa ancora fare, sì), checche da morire (Paul Stanley più di tutti è una gran troia ma ha il suo perché; nel senso che avrà i suoi motivi), tamarri e cazzoni come sempre ma sempre fantastici e divertenti. E qual è il bello di tutta questa faccenda? Che io a casa, tra tutti i fantastiliardi di dischi che ho, di quelli dei Kiss non ne ho manco uno... no forse ho un Alive "qualcosa" ma non m'aricordo. Comunque nell'ultima mezz'ora di show, in cui han suonato tutti i vecchi cavalli di battaglia, tipo Rock And Roll All Nite, Detroit Rock City, Lovegun, Creatures Of The Night, I Was Made For Loving You, etc. LE SAPEVO TUTTE! Fantastico...


Invece le novità del presente sono queste 3:

Adrian Belew (Side 1 - Side 2)
Dischi entrambi strani, avvolgenti eppure che prendono le distanze da chi ascolta. Sembra (e infatti è così) che Adrian abbia voluto scriverli per sè e basta. Math rock come Don Caballero coi suoni di Explosions In The Sky, col basso di Marcus Miller e con un po' di noise preso in prestito dai Neurosis - MA BISOGNA PROPRIO FARCI CASO.




Mouth Of The Architect - The Ties That Blind
Grosso come un baobab e pesante come una megattera, Mouth Of The Architect ti si pianta in testa come un chiodo di quelli usati per tenere su Cristo sulla croce. E fa paura. Gli Isis più oscuri, potenti e introspettivi non potevano avere fratelli minori più ispirati e meritevoli di attenzione e allo stesso tempo più difficili da gestire, perché ci stanno meno a pensare, tergiversano qb e badano al sodo. Cioè a sfondare crani.












Lair Of The Minotaur - The Ultimate Destroyer
Bellissima copertina, loro sono incazzati neri e violenti; han sete di sangue come un cane rabbioso lasciato solo nel bosco all'interno di un recinto 3x3 di rete metallica con telo oscurante. Veloci, potenti, grezzi e poco inclini al perbenismo musicale, riescono a portarti dal grind allo sludge in due secondi, passando per l'hardcore più sfrenato. Bello, davvero notevole.

mercoledì 23 aprile 2008

DOWN THERE

Ci sono band e band. Quella di ieri sera, Martedì 22 Aprile, è una di quelle che quando suonano live ti cancellano tutti i dubbi, ti consolidano le certezze e ti pigliano a calci nel culo senza farsi troppi problemi. Se lo scalino degli anta è già passato, e per un paio di loro anche da un pezzo, l'affezione e la qualità sono l'essenza della presenza allo spettacolo, stare lì per esserci e non per far casino e basta; qua c'è l'anima, il rock quello vero, che affonda le radici nel blues e nel southern, quello che senti dentro quando le prime note vengono sputate dagli amplificatori (impressionanti) e per il quale 13 anni di passione travolgente (in "soli" 3 dischi) vengono su dallo stomaco e si piantano in gola con un turbinio di emozioni, le prime delle quali sono felicità e passione, appunto.



















3 Suns And 1 Stars, Lifer, Underneath Everything, Temptation Wings, Lyergic Funeral Procession, On March The Saints, Never Try, Beneath The Tides, Learn From This Mistake, New Orleans Is A Dying Whore, Stone The Crows, Bury Me In Smoke... travolgenti, pieni, profondi ed eseguiti col cuore in mano, col sudore che corre sulla schiena e tra i capelli appiccicati alla fronte, con la fatica che ti spezza il fiato e ti apre il petto in due, le braccia che spingono, i piedi che fanno male e la gola che brucia, sigarette, birra, Whole Lotta Love, Black Sabbath, DOWN.

giovedì 28 febbraio 2008

ALL MUSIC NON CE LA FA PIU'

INIZIATIVA CARTA POLEMICA
Ovvero: invece di parlare di musica si vanno a cogliere margherite nei prati.

Alla cortese attenzione di SoloMacello, facciamo pervenire la nostra obiezione al documentario I Love Rock And Roll, in onda a mezzanotte meno circa qualcosa su ALL MUSIC.

Si parla di Motley Crue, di Guns'N'Roses, di rockandroll degli anni '80 e del metal californiano, del museo del rock and roll a Los Angeles e di tante altre succulente cose pettinate. Quindi si arriva a San Francisco e di preciso nel negozio Amoeba Music, tappa obbligata per chiunque si definisca amante del rock/metal; io ci sono stato da Amoeba Music e ci ho comprato una tonnellata di dischi. Ho rischiato il divorzio per questo. Figo il negozio? Di più. Ma ovviamente il report ne ha parlato per 5 minuti scarsi e solamente dei dischi dei Metallica. E le rarità e finezze pettinate che vendono e che molti vanno a cercare proprio lì perché solo da Amoeba si possono trovare? Vi siete sbattuti le palle anche della eccellente disponibilità dei ragazzi del negozio a guidare gli avventori tra gli scaffali, a consigliare, a chiacchierare, insomma a comportarsi prima da fan e poi da commessi specializzati in un negozio di musica.

E mentre mi trastullo su questi ricordi, sento che La Tipa parla dei Metallica: sono importanti, so' forti, cazzuti e blablabla. Sono talmente radicati nella mentalità popolare della City che il sindaco Willie Brown in carica nel '99 riservò loro l'Official Metallica Day, stabilito per ogni 7 Aprile con sfilate per la city e un concerto allo stadio dei San Francisco 49ers.
E dunque siamo al momento delle stronzate. Ovvio perché quando si parla dei Metallica, TUTTI dicono stronzate (anche io, ma io so' io e voi non siete un cazzo).

Innanzitutto, cari (si fa per dire) di All Music: potete anche mandare Una Tipa a far la figa a Frisco, che dei Metallica conosce parecchie cose interessantissime e fondamentali: per esempio che sono di LA e non di lì. Oppure di quanta vodka Hetfield s'è scolato in 20 anni. O di quante troie s'è ingroppato Lars e di quanti soffocotti dietro la batteria s'è fatto fare.

Ma siccome DarkSide non sta qui a fare i grattini alle orecchie ai pipistrelli, si è segnato le cazzate una ad una e ora ve le spara accappella tutte quante:

1. Il primo live in assoluto dei Metallica. Non è quello che ritrae Kennedy in copertina (che io ho in vinile preso proprio da Amoeba), ma il Live At The Lyceum, LA, 14 Marzo 1982. L'ingaggio serale fu di 16$ (altro che i fantastiliardi di oggi), da spartirsi in 4.

2. EDNA EXPRESS era il pullmino con cui i ragazzi giravano per la città in cerca di groupies e con cui si recavano alle feste alcoliche. Non il "mini tour bus" ufficiale della band...

3. Avete parlato di Kill'Em All senza dire che l'idea del titolo è di Cliff Burton che un giorno se ne esce con la genialata "hey ma perché ci rompono il cazzo, i discografici, con queste menate sulle copertine sanguinolente? Ammazziamoli tutti!".

4. Avete fatto i pettinati con Ride The Lightning, dicendo solo che "The Call Of Ktulu" per errore di stampa sulla prima versione fu "The Chant Of Ktulu". E quindi? Parlare dell'importanza storica dei due dischi no eh? E del primo solo di basso col wahwah che all'epoca nessuno sapeva che cazzo farsene di un wahwah attaccato al basso? Incominciare a dire che Hemingway e Lovecraft furono tra le fonti primarie di ispirazione dei Metallica è troppo colto per un metallozzo?

5. Master Of Puppets appena sfiorato. Detto solo che stava al 29° posto di Billboard 200 per tipo 72 settimane e poco altro. Ma siete scemi? E i richiami a Lovecraft e Hemingway anche su questo disco? E Orion? E Damage, Inc (soprannome della band oltre ad Alcoholica)? Eh? EH PORCODIO??

6. Avete parlato della morte di Cliff, e vabbè tanto se ne parla pure al TG delle venti ormai... ma che cazzo c'entrava One? Non l'ha scritta lui, non parla di lui. Tanto per dovere di cronaca il pezzo è stato scritto da Hetfield dopo aver letto Johnny Got His Gun di Dalton Trumbo, libro sugli orrori della Grande Guerra. Perchè non ci avete messo Orion? O il video di chiusura di Cliff'em All?

7. Justice For All e Jason Newsted? Non ne avete parlato. No invece, me lo ricordo bene. Perché di un bassista coi controcazzi che ha militato per 17 anni nei Metallica, che arriva dai Flotsam And Jetsam e poi va nei Voivod non ve ne frega un cazzo? Tanto ora c'è Bobby "Gorilla" Trujillo, vero?

8. Il Black Album è tutto nero (che poi alla fine non è del tutto nero) non perché non sapevano che copertina mettere: il serpente arrotolato su sfondo nero, anziché giallo e verde, è la copertina del disco e no, non è il logo dei Metallica. Il serpente attorcigliato è la raffigurazione del concetto di don't tread on me (non mi opprimere), uno dei simboli e motti sudisti usati nella Guerra di Secessione americana: fu forgiato nel 1775 a Philadelphia e usato dai primi soldati inviati a combattere contro l'occupazione inglese a Boston. Poi i Metallica ci ha fatto una canzone del cristo e il titolo del disco doveva proprio essere il motto della bandiera di Gadsden. Ignoranti.

Mi fermo qui perché mi son rotto le palle. I Metallica non li seguo più da tempo e vederli dal vivo ora non ci penso proprio.
Però quando le cose le vuoi dire, dille.
Se le cose le vuoi fare, falle.
Ma se le cose non le sai, salle!!

domenica 16 dicembre 2007

STINKIN' DRUNK WITH METAL

Master Of Puppets è stato il primo vinile in assoluto che ho acquistato, nel 1988. Non solo: è stato il disco che mi ha fatto iniziare a suonare la chitarra. Il vinile in particolare, mi ha fatto apprezzare l'aspetto collezionista della musica heavy metal e non c’è fan più sfegatato di chi ascolta metal; ci si veste come i propri idoli, ci si comporta in maniera simile, ci compreremmo anche la merda se i nostri autori preferiti decidessero di inciderla su disco... Ancora oggi per me, è un tunnel da cui è molto difficile uscire. A livello personale e caratteriale, Master Of Puppets mi ha fornito il coraggio di affrontare la vita, perché a 12 anni si ha paura di tutto, soprattutto se vivi in una piccola città di provincia. I testi di James Hetfield mi hanno dotato di una forte sensibilità nei confronti degli altri, ma, allo stesso tempo, mi hanno insegnato a non fidarmi di nessuno in ogni caso. Col senno di poi posso dire di non essermi completamente rimbecillito e di aver fatto le migliori scelte con la mia testa, ma all’epoca mi sembrava la migliore ispirazione che potessi avere. L’aggressività delle canzoni e la lucida rabbia dei testi, l’atteggiamento oltranzista e scanzonato della band, mi diedero la forza di non avere paura di niente e nessuno: da quel momento in poi, avrei sempre saputo che al mondo c’è molto di peggio della scuola, dei conoscenti infami, delle tipe che ti ridono in faccia, dei bulli che te le vogliono dare per rimorchiare con le tipe di prima. Master mi ha aperto gli occhi sul mondo e sul fatto che “là fuori” c’è gente spietata senza scrupoli: avevo poco da lamentarmi della mia vita. Mi ricordo come fosse ieri: gli amici venivano a casa per ascoltare della musica e io gli presentavo Master Of Puppets; gli occhi gli uscivano fuori dalla testa e non riuscivano a capire per quale motivo io ascoltassi della musica così pesante, e mi piacesse anche! E così, anche per questo, ho scavato ancora più a fondo nel terreno della musica estrema. Master Of Puppets ha dato inizio a tutto questo; ora più che mai sono consapevole che non è stata una scelta solamente mia.
In fondo, la musica è il Master, io sono il Puppet.

mercoledì 14 novembre 2007

FUCKIN' AROUND

13-11-2007 Transylvania Live (anzi adesso MusicDrome) - Milano
Secondo l'antico saggio detto che recita "accontentati di quello che passa il convento", io mi sballo con quello che arriva ma non solo me lo faccio bastare: mi ci faccio pure salire la gayna a bestia. Ieri sera, in un locale che al civico figura ancora come Transylvania ma che dentro riporta ad un night club per spogliarellisti gay della provincia sud di Los Angeles, John Garcia con la flemma e tranquillità di un messicano scappato di casa che ha appena passato il confine e sa che nessuno gli farà storie, incanta tutti con la sua voce pazzesca, meravigliosa e intonatissima: una presenza scenica che quasi annulla il resto. Però mi sono quasi messo a piangere perchè ho realizzato che nella mia vita da aficionado ormai anzianotto e dopo centinaia di concerti, una band storica manca all'appello e non sarà mai più recuperabile: Kyuss.
Ma i ricordi nostalgici sono veleno e i rimpianti cibo avariato.
La cosa bella di un concerto di Hermano è la strafottenza e la beata ignoranza del chitarrista Callahan. E la voce meravigliosa di Garcia (l'ho già detto che ha una bellissima ugola?). E anche la sonora serie di schiaffoni che molti gruppi, solo sulla carta più pettinati di loro, si sono presi. Ritmi serrati, serata tiratissima, tranne (forse) quando John poggia il culo sul palco, scompare e continua a cantare. Sempre senza scomodarsi più di tanto: perché sprecare energie? Non dev'essere la stessa cosa che han pensato gli agitati sottopalco; con Manager's Special di pogo ce n'era da stracciarsi i vestiti. Comunque, The Bottle e Landetta (Motherload) sono accolte strabene da tutti e tutti i pezzi girano forte che è un piacere, soprattutto Green Machine, non sempre presente in scaletta ma sempre fighissima. Ma alla fine i trentenni e oltre come me credo che avrebbero voluto morire sul posto, felici di quel momento di condivisa gioia da lacrime sin dalle prime note di chitarra che Il Genio ha anticipato alla presentazione di John: Molten Universe, da Blues For The Red Sun dei Gaius! Inutile dire che TUTTI cantavano, si agitavano, facevano il segno della croce... c'è stato chi ha tirato fuori il cilicio e ha iniziato a fustigarsi schiena e chiappe, chi martello e chiodi per subito puntellarsi i piedi al pavimento, altri si facevano in vena. Garcia è un soggetto unico, personaggio da palco che trasmette calma e insieme energia, vorrei che fosse mio padre e certamente non c'è gara tra i due. Nel senso che vince John. In ogni caso, i Kyuss vi mancano? Gli Slo-Burn vi hanno fatto perdere la capa per la voce di Garcia? Gli Unida non vi abbastaveno? No? Allora siete ancora in tempo, perché gli Hermano sono qui, vivi e pronti all'uso. E siete anche fortunati perché a quanto pare questo è l'unico progetto post-Kyuss nel quale Garcia è riuscito a conciliare con tutti i partecipanti senza mandarli in culo molto prima del terzo disco.

mercoledì 24 ottobre 2007

OH M'E' SALITA LA GAYNA A BESTIA!

A parte i lati B di cui ora non ci frega più un cazzo -giorno nuovo vita nuova- ho riscoperto la gayna. Il Gayn-O-Meter-Matic oggi ha passato lo sblindo, andando in fuoriscala.

Prima Anthrax, Sound Of White Noise e poi, in regressione d'ignoranza multipla totale, Forbidden, Green.
So benissimo, pivelli, che questo non è il lavoro di punta degli Anthrax. Potrebbe essere Among The Living o Persistence Of Time, e dal momento che devo ringraziare questi due dischi per come da 20 anni mi sono messo come il culo, posso tranquillamente parlare di uno che molto spesso sento sottovalutato. Un disco latentemente ignorante, in cui Joey Belladonna va fuori a giocare con lo skate e lascia John Bush a fare i compiti a casa; not the president, jb degli Armored Saint. Un disco fantastico, pezzi come Hy Pro Glo, Packaged Rebellion, This Is Not An Exit, Potters Field, Only, mi fanno ogni volta pogare il cervello. Non ce n'è uno brutto o venuto male. Invece di voi venuti male ce ne sono fin troppi.


Invece l'ignoranza proprio per niente latente di questo LP mi ha preso subio quando nel lontano 1994 me ne impossessai a casa di un conoscente, un idiota a dire il vero, che se ne voleva liberare. Troppo crudo diceva. Ascoltava gente seria come Stratovarius, Dream Theater, accozzaglie simili. Credo lo faccia tuttora. Francamente lo ignoro. Kanaworms, What Is The Last Time?, Over The Middle, questi sono pezzacci ignoranti assati con una massiccia dose di chitarroni a cura di Tim Calvert (Nevermore, ma era mejo nei Forbidden) e batteria di Paul Bostaph (e si sente). Un sound così grezzo, thrash bay area, incazzato, aperto, luccicante di nuovo nonostante i quasi 15 anni di età, scavalca dischi di band molto più blasonate dei giorni nostri composte da atteggioni tamarri coi brufoli sul culo (ah è una faccia quella?) e gli stivaloni borchiati e cromati. Sul retro di copertina campeggia lo slogan "Vi facciamo il culo come una manica di cappotto".

giovedì 11 ottobre 2007

BACK TO BETTER DAYS

Iersera non sapevo che ascoltare, dopo cena. Mi sono sistemato con la sedia davanti alla vetrina dei vinili, birra in mano, e ho incominciato a "sfogliare" il contenuto del mobile.

Ho trovato un sacco di cose che nemmeno ricordavo di avere...

In particolare mi ha colpito il disco Elegy dei finlandesi Amorphis (sito ufficiale). Sono rimasto sorpreso perché questo disco lo comprai nel 1996 (anno di uscita), periodo in cui compravo già una quantità non indifferente di vinili, ma non immaginavo che sarebbe diventato il tunnel che è ora.

Questo disco mi è sempre piaciuto e rimane uno dei miei preferiti della band finnica; diciamo che segue a ruota il capolavoro Tuonela.



Un pezzo formidabile di Elegy è My Kantele in versione acustica. A dire il vero tutte le canzoni contenute nel disco sono bellissime, c'è Better Unborn dal ritornello accattivante, c'è Elegy con le sue melodie un po' folk e calzanti a pennello nella forma di heavy metal forgiata dagli Amorphis.

My Kantele è liberamente tratta dalla tradizione finnica raccontata in una raccolta di oltre 700 poemi e canzoni popolari: il Kanteletar. Anche gli altri paesi scandinavi hanno una tradizione musico-letteraria, solo che in Finlandia non hanno solo il poema epico, loro sono fighi di brutto, hanno Babbo Natale, il black metal, buio per sei mesi all'anno e un fottuto freddo polare in inverno o, a scelta, caldo umido e zanzare grosse come quaglie in estate. Tornando a bomba, il Kalevala finnico è una sorta di poema epico come l'Iliade, e allo stesso modo non solo racconta le avventure di personaggi e guerrieri, ma trasmette anche la cultura della religione (pagana) scandinava ed elementi filosofici. Nessuno sa con esattezza quanti anni abbia il Kanteletar, si dice anche qualche migliaio di anni. Di certo è che Elias Lönnrot nella seconda metà del XIX secolo ha trascritto questa opera, prima tramandata di generazione in generazione solo oralmente.












lunedì 8 ottobre 2007

HO SAPUTO ORA

Il motociclismo è da sempre una mia fortissima passione. Riporto con dolore la notizia appresa ora... senza parole cazzo, senza parole. Anzi no, un paio ce le ho.

Quando un motociclista muore, quasi mai la colpa è sua. Anche se corre, sì.

Addio Norick, spero che tu ora ti stia divertendo su milioni di curve paraboliche spaziali che percorrerai alla velocità della luce, perché quaggiù, per chi va su due ruote, non c'è rispetto né ammirazione. Ammirazione che per te ho sempre avuto, da quando ero un ragazzino che ti faceva il verso sulla moto, mentre estasiato sognava di fare i tuoi stessi numeri da funambolo a oltre 250 all'ora.


Un ricordo di Norifumi "Norick" Abe