martedì 2 settembre 2008

SERVE UN SALVATORE

Avete presente quando, nel libro di Murphy, si legge "se qualcosa può andare storto, lo farà" e "se un problema c'è, emergerà" oppure "sorridi, domani sarà peggio"?

Ecco, oggi è praticamente QUEL tipo di giornata.

Gli ascolti di oggi vanno su un singolo artista, e bada bene non una band ma un artista che fa tutto: Justin K. Broadrick. Chi lo conosce come dj, chi come chitarrista, chi come fondatore dei Napalm Death, poi Godflesh e ora Jesu, altri ancora lo apprezzano come batterista e cantante.
Da stamattina sto ascoltando la discografia dei Godflesh, in questo momento il disco


che ha aperto le porte, meglio del predecessore Streetcleaner, a band come Fear Factory, Nine Inch Nails, Ministry... cioè quasi il meglio di ciò che si può trovare nella musica definita "industrial". Mix fra drum machine e batteria tradizionale, chitarre da una tonnellata, suoni insistenti e melodie oblique, hanno dato ispirazione anche a formazioni più complesse (Isis). E anche definito nuovi parametri entro cui la musica "che fa male" si deve muovere per smuovere qualcosa dentro di noi.


Ah... la musica degli anni '90...



Un consiglio e un favore: scendetevi da questo link i Godflesh e sparite.

2 commenti:

romilar ha detto...

accettato il consiglio, tra l'altro sto disco non lo ascolto da secoli, il vinile me lo spolvero in attesa di tempi migliori. Ora come ora però gli Jesu mi fanno abbastanza cagare...

ettor1 ha detto...

gli jesu mhan rotto i coglioni da un po' di anni a dire il vero, anche se dal vivo sono tutt'altro che noiosi. è che hanno finito col sembrarmi originali e attraenti come un tempo.