martedì 20 giugno 2006

I AM A TOOL NOW...

MILANO - 19.6.6
Sempre stato indeciso se andare a vedere la data dei Tool, prevista per ieri sera al DatchForum di Milano.
Più che altro, è un mero discorso di soldi: il biglietto di un concerto di una band senza supporto a 32€ non è per niente economico, soprattutto se ti eri cacciato in testa l’idea di comprarti un bel souvenir della serata, tipo un ciddì o la locandina dell'evento… Col senno di poi, ho fatto strabene a decidere di andarci; poche volte un concerto di tali dimensioni mi ha preso e sbattuto a terra in questo modo. Non che mi sia scatenato e fatto il pazzo sotto palco, ormai non ci penso più... inoltre il contatto fisico con gli sconosciuti mi rende particolarmente insofferente e aggressivo, sto invecchiando e l’intolleranza avanza. Quello che mi è capitato ieri sera è proprio un orgasmo di sensazioni!

Nessuna band in apertura, l’attesa si fa pesante: caldo, ventilazione quasi nulla e birre schifose (alla spina sì, ma quasi calde e a prezzi osceni) hanno abbassato il livello di preparazione, propedeutica alla serata. Ovviamente c’erano anche le camionette dell’unità cinofila della GdF, la quale non ci ha permesso di avere la libertà di portarci dentro eventuali “compromessi divertenti”… allora l’attesa è stata drammatica. Meno male che si sparano stronzate con gli amici e la birra non manca mai.

Dal boato di benvenuto si capisce che il concerto inizia; subito si nota una cosa incazzevole: dagli spalti in fondo, dove sono io, i suoni non sono proprio il massimo… anzi fanno un po’ schifo a essere onesti. A differenza di lui che ha trovato, scendendo fin quasi sotto palco, suoni strepitosi. Ma ieri sera avevo il culo di piombo e staccarmi da quella sedia non era affatto facile.

Volendo riassumere e spacchettare la serata in tre punti differenti:

1. Musica & Suoni – la musica dei Tool è qualcosa che se ti piace, ti assorbe completamente e il cervello inizia davvero a viaggiare. Ieri sera i suoni non saranno stati il massimo –per me pigro e svaccato sulle seggiole– ma la precisione matematica delle ritmiche, intrecciate alla perfezione con gli effetti visivi dei quattro schermi giganti dietro il palco, hanno trasformato il cervello in una spugna avida di rock e psichedelia. Il nuovo album non ce l’ho ancora quindi non so che pezzi hanno fatto, dovrò procurarmelo e integrarlo al mio DNA come ho fatto con tutti i precedenti, ma da Lateralus ovviamente hanno preso i migliori: in particolare ricordo Parabola che m’ha fatto schizzare la materia grigia fuori dagli occhi e Schism, pazzesca con la sua intricata ritmica che per poco non mi faceva cadere dalla sedia. Poi da Aenima mi pare abbiano preso anche la title track oltre ovviamente a Forty Six & 2, assoluta. Se poi ci mettiamo che in mezzo a Stinkfist e all’inizio di The Grudge, mi pare, questi cosiddetti musicisti (limitativo vero?) ci cacciano dentro degli accessori psichedelici azzeccati e geniali, allora la storia si fa proccupante: non riuscire ad applaudire o ad esultare per l’emozione è una cosa che non mi capitava da qualche anno, ad un concerto così grosso. E a proposito di grosso, ieri sera il Forum era strapieno e calcolando che all’incira fa 8000 persone beh, i Tool cominciano (cominciano??!) a diventare una realtà impressionante e allora forse sono una band da temere, da guardare con rispetto; mi vengono in mente le esplosioni di successo dei Metallica ma non so perché. Credo che il paragone ci stia però.
2. Immagini & Visioni – beh le immagini sono quelle che si vedono in qualche foto, estrapolate dal video che ho girato del pezzo Parabola. Ovviamente il gruppo non suonava in perfetta sintonia e sincronia con le immagini, nono... c’è qualcosa di matematico, di cervellotico nella musica dei Tool che se unita bene ai “visual fx”, riesce a far entrare nel progetto, senza capirci un cazzo e va da sé, però è un’esperienza extra-corporale che lì per lì fa un po’ paura… poi ci prendi gusto, elimini ogni stronzata dal tuo piccolo buco vuoto in testa che ti ostini a chiamare cervello e lasci che le trame e i fotogrammi in sequenza entrino al loro posto. Ora, nella testa, musica e immagini sono recepite come un’unica entità: i colori rosso fuoco si muovono e cambiano con i momenti più energici e potenti, cadenzati da bassi profondi e chitarre con pressione sonora di qualche tonnellata per cm2, e quelli più freddi tipo le sfumature del grigio-verde o blu-azzurro, prendono forma dai momenti più tranquilli e riflessivi in cui la band diventa davvero spaventosa, per le atmosfere che riesce ad evocare.
3. Professione "musicista" – suonare un paio d’ore a quei livelli lo fanno (quasi) tutte le grandi band, vero. Suonare ad un concerto live con il pubblico solo per te, nessuna band di supporto a scaldare l’ambiente prima dell’esibizione principale (voci di corridoio hanno parlato di un’apparizione degli Isis; io ci ho sperato e ne ho avuto paura… che serata sarebbe stata!), e con la gente che inizia a stufarsi della lunga attesa non dev’essere facile, soprattutto quando tutti i presenti si aspettano uno show al di sopra dello standard qualitativo già elevato, che tutti sanno fare già parte della loro attitudine (e mentalità: precisi e matematici su disco, metodici e maniacali on stage). Cioè questi dal vivo rompono il culo, e ieri sera hanno stravinto ogni tipo di scommessa sulla loro esibizione. Cosa che non capita a tutte le grandi band, anzi.

Ora non resta altro da fare che mettere insieme tutti e tre i punti e immaginare lo spettacolo al quale ho assistito ieri sera al DatchForum di Milano.

I AM A TOOL BY THY MUSIC!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Li ho visti a Bologna, bella sbobba. Alcune mie considerazioni a margine le trovi sul mio blogbs. Ciao!

ettor1 ha detto...

Letto il tuo blog, articolo sui tool. Figo! E il paragone con i BoC non mi era venuto in mente ma ci sta tutto!