HOLE IN THE SKY
Ieri passeggiavo tuttotranquillo e (quasi) riappacificato col mondo, mentre sulla strada desolata e assolata infuriava il disco incandescente che tutti noi chiamiamo Sole. Batteva come su un'incudine.
Il mio pensiero stravolto dal caldo, innaffiato di birra e affumicato di verde mi ha spinto a notare che tutt'intorno grossi edifici stanno nascendo come funghi, slanciandosi verso il cielo opprimente; faccio una foto tutta storta.
A mettere l'accento sulla sensazione estranea ci pensa la soundtrack della pausa pranzo: nelle mie orecchie suonano i Black Sabbath, Sabotage, e la canzone Hole In The Sky sembra fatta apposta; da un buco nel cielo il sole incandescente sembra un'esplosione termonucleare sulle nostre teste (a pensarci bene lo è realmente ma preferisco quello che succede nel mio immaginario simil-"The Day After") e il suo accecante flash riverbera negli occhi; la cima della gru sparisce e tutto si fa più bianco, indefinito, sfocato. Sento la cima dei palazzi squagliarsi e cemento fuso al metallo cala sulle strade...
C'è ancora un buco nel cielo, ma nessuno sembra farci tanto caso.
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