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venerdì 9 gennaio 2009

KONRAD LORENZ
Il Declino Dell'Uomo

“In questo momento le prospettive dell’umanità sono straordinariamente cupe. È molto probabile che essa stia per commettere, con le armi nucleari che possiede, un suicidio rapido ma tutt’altro che indolore. L’uomo non è esposto soltanto alla minaccia dell’olocausto nucleare o ai pericoli che nascono dall’inquinamento e dalla distruzione dell’ambiente: c’è una malattia più sottile che lo insidia, ed è il declino delle sue qualità più specificamente umane."


Libro del 1983 scritto dal maggiore esponente e fondatore della moderna etologia, la scienza che studia il comportamento animale. Premio Nobel per la fisiologia e la medicina ha portato tale scienza ad un livello più alto, comparando le azioni umane a quelle degli animali che vivono in gruppi sociali.
Il saggio si dilunga su discorsi molto complessi e articolati, ma spiegati come se li si stesse raccontando ad un bambino delle elementari con nozioni scientifiche sull'argomento pari a zero. La cosa interessante è che spiegando e illustrando situazioni in cui gli animali riescono a cavarsela grandemente, rende molto chiaro come noi umani (che, tranne che in rarissime eccezioni, non sono equibarabili alle bestie) ci impantaniamo come chi, con una Ferrari, cerca di correre in un rally... La scienza etologica infatti sostiene che vi siano dei meccanismi biologici, degli istinti, che si sono evoluti attraverso la selezione naturale, come i caratteri anatomici e fisiologici. Questo contraddice le teorie comportamentiste, secondo le quali ogni comportamento è frutto di apprendimento. Il famoso detto sbagliando s'impara non è vero, dunque!
In termini filogenetici (cioè pensandola nella logica dell'evoluzione della specie) pare che nulla sia scritto, il destino è un'invenzione di chi crede che sopra le nostre teste ci sia qualcuno che decide dove va l'uomo, cosa fa e come andrà a finire, che così siamo stati creati, fatti, e che non ci siamo evoluti a tale forma da altre specie animali ma, soprattutto, convincendo molti milioni di esseri umani che non è colpa loro se il mondo fa a catafascio, inculcando in un certo modo una specie di deresponsabilizzazione per le azioni che egli compie.
La filogenetica ha dato anche vita ad un ragionamento molto approfondito in termini evoluzionistici della specie, nel senso che evoluzione non sempre significa sviluppo, e viceversa. Quando un architetto progetta un palazzo, lo fa per scopi abitativi. Quasi impossibile che questa struttura diventerà un centro commerciale o un aeroporto. Per il genere animale è completamente differente, basti pensare alla vescica natatoria presente in tutti i vertebrati (pesci e umani, indifferentemente) che poi diventa o branchie nei pesci o polmoni negli uomini. Cioè serve per respirare, ma non è sempre così! Infatti, le capacità di adattamento hanno fatto sì che negli Storioni e in tutti i Teleostei tale apparato non serva per respirare ma funga come il labirinto presente nell'orecchio umano, cioè per mantenere una determinata posizione per lo spostamento e anche per funzioni idrostatiche, permettendo così al pesce di variare il proprio peso specifico dando la possibilità di stazionare senza sforzo alla profondità desiderata!
Altro discorso molto interessante è che l’impulso aggressivo negli uomini e negli animali è dovuto all’istinto di combattere con i membri della propria specie; questo istinto consente di sopravvivere sia all’individuo che alla specie, conferendo al maschio dominante la possibilità di difendere il territorio. Gli animali si attaccano fra loro attraverso le armi che possiedono grazie al loro corpo (corna, artigli, denti) e per stabilire un rango; solo gli uomini si uccidono l’un l’altro tramite lo sviluppo di armi artificiali, superando le naturali inibizioni verso l’omicidio. I suoi critici sostenevano che una teoria del genere avrebbe potuto incoraggiare l’accettazione della violenza nel comportamento umano.
Avevano ragione: solo l'uomo uccide per vendetta, passione o rabbia, ma quasi mai per necessità.

lunedì 29 ottobre 2007

SCENDERE O NON SCENDERE L'MP3

Oggi ho letto questo articolo, di cui non metto il link perché merita di essere copied&pasted in toto.

Contravvenzioni salatissime, da 12 a 125 milioni di euro
Blitz antipirateria, maxi-multa nel Milanese

Quattro denunciati tra i 30 e i 45 anni: nei loro pc trovate oltre 121 mila opere protette da copyright, tra musica, film e videogames

Oltre 120 mila «file» di musica, cinema, programmi e videogiochi, illegalmente condivisi in Rete. Una massa spaventosa di opere: oltre un Tera-Byte. A finire nelle maglie della legge sul copyright sono quattro «grandi uploader», ovvero internauti-scaricatori. È scattata la denuncia da parte della Guardia di Finanza di Melegnano, nel Milanese. Sequestrati 6 computer, 7 hard disk esterni, 2 schede di memoria e 2.377 tra cd-rom e dvd. «Nei loro computer sono state trovate 121.566 opere, per lo più file musicali, tra cui le discografie complete di Vasco Rossi, Madonna, U2, Zucchero, Elisa e altri, numerosi film di recente produzione, applicazioni per Pc e videogames» spiegano le Fiamme gialle. I quattro, tutti italiani tra i 30 e i 45 anni, oltre alla denuncia penale alla Procura di Lodi, rischiano di dover pagare multe da 12 a 125 milioni di euro.
DANNO PER 70 MILIONI - L'operazione di contrasto dello scambio illegale di file di opere musicali, video e informatiche - effettuato mediante condivisione in Rete, il cosiddetto peer to peer - «è da inquadrarsi in un contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della illecita diffusione di materiale coperto da copyright, che costituisce una grave turbativa del mercato legale e genera mancati introiti all'erario per milioni di euro all'anno» si legge nella nota della Gdf. «Le istituzioni e le forze di polizia hanno ormai preso atto che la pirateria digitale non è un problema di quattro ragazzetti che scaricano a sbafo ma una seria minaccia per l'industria della creatività» aggiunge Enzo Mazza, presidente della Fimi (Federazione industria musicale italiana). Solo nel 2006 in Italia, secondo dati Fimi, la musica illegalmente diffusa via internet ha causato danni all'industria per 70 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i diritti degli autori e l'evasione fiscale connessa al traffico illecito.

Non riesco ad apprezzare chi scarica un disco e poi, se gli piace, non lo compra perché tanto lo ha già scaricato. Non riesco a trovarci nulla di figo in tutto questo. Più che altro è un discorso che faccio che va a toccare una specie di incentivo che va dato ai musicisti. Gli sforzi vanno premiati, quando hanno risultati di un certo valore. E poi, niente in questo campo è più bello e divertente che scartabellare le copertine dei dischi negli scaffali dei negozi per poi portarsi a casa 2 o 3 LP in vinile o CD pensando di aver fatto l'acquisto del mese. Acquisto agognato, sudato, ottenuto.
Qualcosa però mi prude, nel cranio, ogni volta che rileggo l'articolo. Innanzitutto: chi hanno intervistato, a chi chiesto un'opinione? A Enzo Mazza, presidente della FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana. Già che c'erano potevano chiedere anche al presidente della SIAE. Cioè questi pigliano i soldi dagli acquisti dei dischi, che vuoi che ti dicano, Scaricate a nastro e scendetevi tutti gli mp3 che la rete vi può dare? E Babbo Natale esiste...
Ma c'è un'altra cosa che mi sfrugola le meningi della capoccia. Non una cosa anzi, ma 5 parole: EVASIONE FISCALE CONNESSA TRAFFICO ILLECITO. Ed eccolo qui il punto. Cioè se io compro dischi ci pago le tasse: SIAE (tassa), FIMI (tassa), IVA (eccazzo un'altra tassa!), più tutte quelle nascoste che paghi alle case discografiche, di distribuzione etc etc (ma per questo va bene così, chi fa un lavoro deve, giustamente, essere pagato), il bubbone esplode quando le tasse non le paghi. Un po' come i carburanti alternativi (olio di colza o di semi per i motori diesel 4T o olio di ricino come miscelatore per i motori 2T): la Finanza ti fa il culo non perché inquini di più (anzi se usi quei carburatni inquini di meno se non quasi per niente!), ma perché non paghi i GIUSTI tributi allo Stato! Eccheccazzo dove credevi di essere nel paese dei bambocci?
Ma andiamo con ordine e torniamo a bomba sui dischi, ma indietro un po' d'anni. Quando non c'era 'sta cazzo di Internet per esempio. Esistevano le cassette, che potevano essere registrate (sto parlando degli anni '80 e primi '90 quando i cdr non esistevano ancora). Chi di voi spendeva pomeriggi ad acquistare cassette originali, piuttosto che farsele registrare dal cugino più grande o dall'amico più sgamato in fatto di musica? Andiamo siate onesti perché non ci crede nessuno. Era anche l'epoca dei bootleg: si andava ad un concerto, lo si registrava con una cassettaccia in un mangiacassette che di solito se le mangiava in senso non figurato e poi le mettevi sul mercato (clandestino) e senza ricavarci soldi, al massimo un paio di birre o di fumate. I gruppi migliori della MWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal) vennero fuori così (Tygers Of Pan Tang, Iron Maiden, Angel Witch... ). Anche i Metallica vennero fuori così, da un nastro "pirata" registrato live (i pezzi erano Hit The Lights e Whiplash) capitato per caso nelle mani di Marsha e Jon Zazula della Megaforce Records. Poco prima ci pensò Brian Slagel a inserire la singola Hit The Lights nella raccolta Metal Massacre ed era un vero e proprio lavoro fatto in casa! All'epoca era così e funzionava alla grande, la gente era felice, il movimento interessante e fruttuoso, le band efficenti e il metodo per venire fuori dal buio dell'anonimato efficace.
Ora invece ci siamo infighettati, impreziositi; se uno scarica musica, facciamo i "paparini" e spariamo prediche sullla "minaccia alla creatività", "furto di idee", "uccisione dell'industria discografica". Se volete far venire i sensi di colpa al popolo che scarica musica, non ci riuscite in questo modo. Non ha colpe, d'altronde, chi sfrutta un mezzo che gli è stato messo a disposizione sin dall'era pre-Napster. E fatemi il piacere! Questa è tutta pubblicità per la musica e, se per i musicisti il passaparola ha funzionato alla grande fino a pochi anni fa, non vedo come non possa andare bene ora.
Poi sono d'accordo sul fatto che chi scarica materiale audio-video e ci voglia anche guadagnare sopra vada punito, ma questa è appunto frode (del fisco, delle idee, del materiale, di quel cazzo che vuoi).
Vorrei poi anche sapere qual è un disco che vale una multa da 12mln di euro...

mercoledì 12 settembre 2007

NO BEAST SO FIERCE

Di Edward Bunker parlo spesso e volentieri.
Vuoi perché da qualche anno è diventato il mio guru, per quanto riguarda la meschinità e la stupidità di molte persone che mi sono capitate a tiro: leggere i suoi libri mi ha aiutato molto a capirla, questa gente, e inoltre mi ha dato una grossa mano sul piano sociologico, insegnandomi ad inserirmi in grupi chiusi di società senza preconcetti o pregiudizi. Vuoi anche perché era un angelo che scriveva come un demonio o perché i suoi libri sono stati i punti di riferimento per il popolo carcerario degli anni '70, '80 e '90.





Ha anche soggiornato in cella con il mito Caryl Chessman

NOTA su Chessman: il link a wikipedia non ne parla ma, si laureò in legge negli anni '50, durante il soggiorno nel dormitorio con le sbarre pagato dallo stato della California. Utilizzò tale conoscenza per far uscire di prigione molti detenuti i quali o erano innocenti, o erano colpevoli i cui termini di detenzione erano scaduti da un pezzo, o erano carcerati che erano stati rinchiusi nel posto sbagliato per il crimine sbagliato.

A bomba su Bunker... insomma sto parlando di lui perché ho ricevuto il suo ultimo libro, pubblicato postumo (lui è morto il 19 Luglio 2005), Stark. Non è il solito poliziesco tutto intrighi e sparatorie. I primi ci sono, dal momento che Stark è un truffatore eroinomane che viene ricattato da un detective per pizzicare dei trafficanti di droga. Le seconde (le sparatorie) ci sono perché quando Stark ammazza il boss messicano che ricopre Los Angeles di droga e anche gli scagnozzi del trafficante che dovrebbe consegnare al detective, le pistole iniziano a scottare e i proiettili saettano. Il tutto è ben descritto, ben scritto e onestamente raccontato. Come sempre, Edoardo Bonocore (l'americanizzato Bunker dal francese Bon Coeur, usato come cognome può voler dire "di buon cuore", "sensibile" o anche "generoso/altruista") ci abitua al meglio. E come sempre il buon cuore (appunto) di Ed sta dalla parte dell'emarginato, dell'asociale, del tormentato animo del criminale il quale non ha scampo, se non fare quello che gli riesce meglio. Un romanzo scritto negli anni '60 che riflette tutta l'energia, il sarcasmo e l'ironia dei celebri noir degli anni '50 di Raymond Chandler o Chester Himes.

Già che ci sono ricordo che da leggere, dello stesso autore, ci sono i capolavori Come Una Bestia Feroce, Cane Mangia Cane, Animal Factory, Educazione Di Una Canaglia (la sua autobiografia; uno dei più bei libri mai letti).

Qui sotto un elenco delle sue partecipazioni in film più o meno famosi (quando hollywood si accorse della sua esistenza non lo mollò più) e come sceneggiatore.





Attore

    Vigilato speciale (Straight Time) (1978)
    I cavalieri dalle lunghe ombre (The Long Riders) (1980)
    A trenta secondi dalla fine (Runaway Train) (1985)
    Slow Burn (1986) - Film TV
    I diffidenti (Shy People) (1987)
    L'implacabile (The Running Man) (1987)
    Fear (1988)
    Soluzione finale (Miracle Mile) (1988)
    Senza limiti (Relentless) (1989)
    I migliori (Best of the Best) (1989)
    Tango & Cash (1989)
    Le Iene (Reservoir Dogs) (1992)
    Kickboxing mortale (Best of the Best 2) (1993)
    Lontani parenti (Distant Cousins) (1993)
    Per amore e per vendetta (Love, Cheat & Steal) (1993) - Film TV
    Somebody to Love - Qualcuno da amare (1994)
    Caméléone (1996)
    Shadrach (1998)
    Animal Factory (2000)
    Family Secrets (2001)
    13 Moons (2002)
    Nice Guys (2005)
    L'altra sporca ultima meta (The Longest Yard) (2005)

Sceneggiatore
    Vigilato speciale (Straight Time) (1978)
    A trenta secondi dalla fine (Runaway Train) (1985)
    Animal Factory (2000)