mercoledì 9 dicembre 2009

DOPPIA PENETRAZIONE

Sono stato a Barcellona, negli ultimi 6 giorni. Per la ventunesima volta nella mia vita sono stato in una delle città più belle del mondo e dove con tutta probabilità sceglierei di andare a vivere, alla pari con Madrid.
E, ovviamente, come tutti gli altri tossici (you know who you are), sono andato a cercare un buon spacciatore di vinili, in una di quelle vie che a Milano (e nelle città italiane tutte) manca, e che invece c'è in ogni altra merdosissima città europea. Insomma a noi manca uno schifosissimo punto di ritrovo e di sperpero di denaro con un buon fine.
Il negozio (messaggio promozionale) è Revolver Discos (segnatevelo sul cazzo, se avete abbastanza spazio) e i dischi, rivelatisi uscite discografiche e acquisti dell'anno:

OM - God Is Good
Etichetta: Drag City
Anno: 2009
Componenti: Al Cisneros (voce, basso); Emil Amos (batteria)
Se ti piace: Sleep, Orthodox, Sunn o))), Pink Floyd


Tra linee di basso profonde e cupe come l'abisso della trascendenza spirituale, e colpi di batteria ovattati e lontani come la terra coperta dalle nuvole che ci lasciamo alle spalle nel nostro viaggio, i due Om ci fanno rivivere gli incubi dei viaggiatori per la via di Damasco... ma che cazzo scrivo!? Questo è un disco della madonna e basta! Due musicisti, di cui uno è il "cantante": una specie di santone che si fuma di tutto e poi se la racconta, se la canta e se la viaggia in solitaria. Immaginatevi Set The Control For The Heart Of The Sun dei Pink Floyd mescolato con abientazioni à la Sunn o))) e tematiche degli Sleep (ovvio). La qualità audio fa rizzare i peli dietro il collo, e la testa gira forte sul crescendo intenso di Thebe pezzo maestro dell'intero album. Il flauto in Meditation Is The Practice Of Death ricorda da molto vicino quello in apertura del disco Forest Of Equilibrium dei Cathedral, tanto per farsi capire. Ovviamente il vinile è talmente bello che è quasi un dispiacere doverlo spacchettare... Se non lo comprate siete cattolici.

ORTHODOX - Sentencia
Etichetta: Alone
Anno: 2009
Componenti: Marco Serrato Gallardo; Ricardo Jimenez Gómezù; Borja Diaz Vera
Se ti piace: Sunn o))), Sleep, John Zorn, Om
Eccolo, l'acquisto e disco dell'anno satanae 2009. Un cazzo di monumento al doom ortodosso e alla ricerca della cupezza e profondità sonora.
Scordatevi delle chitarre elettriche. Dimenticatevi degli effetti psichedelici. Eliminate dalle vostre menti la concezione che, per fare doom, bisogna usare strumenti metal ed elettrificati. Qui ci sono strumenti "mai sentiti prima", nel senso che il metal a volte fa male (e parecchio) anche se suonato con strumenti che potrebbero andar bene, chessò, per il jazz strumentale e free come quello di John Zorn o Coltrane; per intenderci, quello che spiazza. Solo che la sensazione principale, iniziale, è di un attanagliamento alle viscere quasi doloroso.
L'apripista Marcha De La Santa Sangre (i titoli in spagnolo m'arrazzano sempre parecchio, hanno quell'arcana religiosità che s'insinua dentro) sembra un pezzo di Morricone, di quelli in cui nel bel mezzo del deserto infuocato e tra gli effetti della fata Morgana, dopo un milione di km attraversati a piedi e con la gola in fiamme, intravedi la salvezza in un convento di missionari bianco come la neve. Invece è l'inizio della fine perché Ascensiòn, subito dopo, è la summa di un viaggio onirico e spaventoso. Gli incubi colpiscono in modo trasversale, subdolo, come le melodie: batteria, pianoforte, tromba, e molto altri, compiono divagazioni ora melodiche, ora destrutturate, ora jazzistiche. La voce, tremante e monocorde, è tetra, chiara, netta, tagliente come un rasoio.
Tutto è totalmente NERO.

martedì 27 ottobre 2009

UN PAIO DI VIDEO DI CHROME HOOF

File under: io non ne vorrei uscire mai più


File under: ditemi se non vi sembra gente seria

lunedì 26 ottobre 2009

NEL PAESE DEI PARADOSSI

CHROME HOOF - Pre-Empitive False Rapture

Etichetta Tritone Records / Rise Above Records / Southern Lord
Anno 2007
Luogo Londra, UK
Genere sperimentale






Componenti
Leo Smee - Bass/Vocals/Synth/Percussion

Milo Smee - Drums/Synth/Percussion
Emmett Elvin - Keyboards/Synth/Sampler
Andy "Mister" Custard - Guitar/Percussion
Kavus Torabi - Guitar
Emma Sullivan - Trumpet/Vocals/Keyboard/Percussion
Chloe Herington - Bassoon/Saxophone/Percussion
Sarah Anderson - Violin
Lola Olafisoye - Vocals
Tim Bowen - Cello

Lo so cosa state pensando. Che gente vestita così non può fare musica seria... ovviamente vi sbagliate, come sempre aggiungo io. I Chrome Hoof sono un'invenzione di Leo Smee (Cathedral, Firebird) e di suo fratello Milo. Hanno chiamato un po' di gente (seria) e detto di sguinzagliare la fantasia pescando a piene mani dal background musicale di ognuno di loro. Essendo in dieci, ne è venuto fuori qualcosa di colossale e mostruoso, con una complessità e una stratificazione di strumenti davvero impressionante. Si pensi ai Tool mescolati con i Funkadelic. Oppure a Sun Ra e i Sunn o))). Oppure ai Cathedral con John Zorn. Insomma il messaggio è chiaro: spiazzare. A me fanno semplicemente impazzire, per come schizzano dal funk al metal, anche doom, passando per territori molto pericolosi come la dance music che è roba molto semplice all'apparenza... questo ti frega quando vuoi integrare il genere a qualcosa di fondamentalmente diverso. Penso che ci siano poche parole per descrivere la loro musica, ma immaginatevi una cantante soul con una voce davvero bella, altalenare su frequenze medio-basse e alte che si dimenano con prepotenza tra ritmiche percussive e ossessive con fiati funk e chitarre metal. Gente seria insomma. E i pezzi più forti: "Pronoid", "Circus 9000", "Symbolik 180 Degrees".







giovedì 22 ottobre 2009

RAVJUNK - Pettinerie svedesi, strajamming sessions, delicatessen, psycho lullabies, John Mayall e varie ed eventuali

RAVJUNK - Uppsala Stadshotell Brinner

Luogo: Uppsala, Svezia
Anno: 2007, riedizione dell'originale del 1977
Etichetta:
Genere: rock and roll, blues, jam sessions, punk

Scaricalo







Le cose che m'arrazzano di questo disco sono due:
1. un lupo in copertina
2. il tono scazzato e strilloso di tutti i pezzi, compresi i blues ignoranti
Si inizia subito con una chiara dichiarazione di intenti: Sherry, Vermouth, Vin & Öl. Ecco fatto. Tutti sbronzi sin dall'inizio, ovviamente aggiungo io.
La title track è una improvvisazione di solo per chitarra su un giro di basso piuttosto voluttuoso e ripetitivo, quasi ossessivo, ma ritmico e piacevole.
Säg Mig Andersson è secondo me un pezzo fortissimo. E mi dovete dire chi l'ha scritto, suonato per la prima volta e il titolo originale. Vi dò un indizio, pezzenti che non siete altro:
è di qualche decennio fa, di uno dei più grandi bluesmen ora ultrasettantenne.
Naturbarn è una bonus track, una specie di suite che spazia dal blues al rock ruvido e distorto fino ad incursioni abbastanza frequenti nel punk degli anni '70. Quello che mi fa sbrodolare però è l'assolo infinito che parte sin dall'inizio, è una roba assolutamente geniale e perfetta nel contesto improvvisazione.
Le tracce davvero lunghe sono 4, tutte oltre i 10 minuti, una (Naturbarn) di oltre 20. Una mazzata solo loro, ma si ascoltano con mucho gusto.
Ma io voglio vedere se qualcuno mi riconosce di chi è il bluesaccio che qui è marcissimo!

giovedì 17 settembre 2009

E' PER QUESTO...

... che non riesco e non riuscirò mai a portare rispetto verso i religiosi che fanno della credenza una ragione di vita. Ma soprattutto che ne fanno una ragione di vita DEGLI ALTRI.

Che schifo

martedì 8 settembre 2009

WITCHCULTING THE WEEKEND

Ovviamente siamo stati a Padova, il sottoscritto e la Redazione Di SoloMacello, NON solo per vedere gli Electric Wizard e quella gran figa di Liz Buckingham.
Anche, e soprattutto, per trasmettere e questa città dimmerda assoluta la sola e unica cosa per cui vale la pena di stare al mondo: il Mètal (e il suo conseguente lardocolante carico ormonale di numerosi partecipanti)
Per arrivare alla Città Di Merda d'Italia, dove gli sbirri lo sono dentro e i cartelli stradali li devi cercare con la torcia, ci son volute 4oremmezza di moto, per via d'uno sfigatissimo incidente sull'A4 che ha tenuto inchiodati migliaia di imbecilli che si fermavano a guardare le lamiere.
Gli Electric Wizard hanno suonato un concerto strastrastrauberpettinato in un locale vergognoso, da galera, chiamato UnWound Club: un ingresso in salita, probabilmente era un magazzino di stoccaggio merce di qualche tipo, forse cadaveri, che non lasciava altra scelta che arrampicarsi sui talloni di chi stava davanti per capire checcazzo c'era a bloccare l'ingresso. Presto scoperto: una gestione cagnesca di TUTTO QUANTO, a partire dalla registrazione e accettazione delle tessere ARCI.
Dopo essere entrati ci aspetta una sorpresona! Il palco ha un lato scoperto! Un cosa che mi è sempre stata sul cazzo: il palco lo concepisco con il pubblico DI FRONTE! Non di lato, non ha senso.
Un'altra brutta sorpresa: dentro fa già un caldo infernale, da soffocamento; si respira vapore acqueo. Non c'è una ventola, un condizionamento dell'aria, aperture a soffitto... niente! Da morirci... A qualcuno della Redazione passa per l'anticamera del cervello che forse è pettinato avere un caldo infernale umido e appicoso al concerto degli Electric Wizard. Ma l'idea viene abbattuta subito dalla successiva sorpresa che ci ha costretti a rinunciare a dissetarci presso l'abbeveratoio internazionale presso cui ogni metallaro - rocker si serve.
Infatti l'Altra Sorpresona è che il bar è sottoservito, con solo due bariste e anche piuttosto impedite, lente. E poi vogliono il documento di identità... sbatta, quindi s'inculano.
Ulteriore Regalino del Proprietario del Locale: c'è una porta secondaria che dà sul piazzale da cui siamo arrivati, ma... non si può uscire! No, perchè se tu esci poi devi rientrare dalla bolgia infernale da dove sei passato per entrare. Dopo un po' però verifichiamo e si esce a prendere un po' d'aria: il casino è sparito!
Il concerto è ovviamente stato grandioso. Loro sono spettacolari, gli Electric Wizard intendo. I Blood Ceremony li ho sentiti solo da fuori e non posso avanzare alcun giudizio non avendoli visti...
Gli Electric Wizard hanno sfoderato i migliori cavalli di battaglia di sempre, We Hate You, Return Trip, Funeralopolis, ma anche nuovi, Satanic Rites Of Drugula, Dunwich, The Chosen Few... mescolando il tutto con una sapiente dose di distorsioni e sibili che facevano da outro e intro tra i vari pezzi. Niente chiacchiere, zero ringraziamenti, solo doom, musica appalla. Da sottolineare l'alta qualità del suono e il locale su questo aspetto guadagna mille punti! Film horror degli anni '60 provenienti da una poco nota Inghilterra in cui i film su stregoneria e misticismo, occultismo e magia nera, satanismo etc. forse all'epoca facevano meno scandalo che adesso... ma insomma, CONCERTO DELLA VITA!! (volevo dire settimana... cit.)
Ah, l'ultima brutta notizia che ha fatto saltare le budella al Capitano qui presente, è che Liz è sposata con Jus Oborn... sicuramente con qualche rito pagano pseudo satanico ma comunque sposata. Cazzo lo sapevo che il ritardo in autostrada l'avrei pagato caro... alla fine non m'ha aspettato e se n'è andata "col primo che passava"!

venerdì 28 agosto 2009

MTB SULL'APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO parte 2/2

Seconda e ultima puntata della pedalata più lunga del secolo! (volevo dire settimana... )
La mattina si parte di buon'ora, tipo alle 9.30.
Prima tappa OBBLIGATA, il forno di Premilcuore dove vendono una schiacciata con le olive equiparabile a quella di Recco (GE), solo che, siccome qua non siamo in Liguria e la gente non è notoriamente TIRCHIA, la focaccia è gigantesca, fresca, morbida, buona e poco costosa. Ma soprattutto quasi non arriva a fine mattinata perché ne sgancio dei morsi anche mentre pedalo!
Si va, di nuovo (ecchettelodicoaffare... ) in salita. Stavolta però, anche se malmessa, la strada è asfaltata e si sale tranquilli. Io però, complici le cipolle di contorno alla carne della sera prima (e un po' anche il vino molto buono) mi sento le gambe pesanti, lente. Cerco di tenere botta e alla fine mi sudo tutto in mezz'ora e torno fresco freschissimo.
Superiamo un altro ciclista che sale tranquillo, ci saluta cordialmente e proseguiamo per la nostra strada. Dopo poco si unirà a noi alla prima sosta.
Biker aggiunto
Lo sterratone che ha sostituito l'asfalto è largo e poco impegnativo e, a parte qualche grosso masso che si trova in mezzo alla strada perché venuto giù ruzzolante dalle montagne sopra le nostre teste. Terreno friabile, bianco con venature rossastre e spaccature orizzontali che segnano lo scorrere delle ere geologiche, ma anche più semplicemente gli scavi delle ruspe che estraggono ghiaia, massi e costruiscono strade.

Rocce pericolose
I cartelli indicano due direzioni: percorso MTB13 in circuito chiuso da Premilcuore, Poggio Cavallaro, Premilcuore e sentiero parte del E1 (in rosso e bianco) verso Monte Gemelli (1h40m)

Indicazioni
Ovviamente, masochisti dentro ma non ce ne pentiremo (il posto è fantastico), si va verso il monte. Si pedala per saliscendi divertenti in uno sterrato coperto di foglie secche dentro un faggeto-castagneto ombreggiato e fresco, permeato di odore di terra umida che ricorda tanto le uscite mattiniere di quando si va a cercar funghi. Le curve sono facili, piuttosto veloci e le bici restano stabili, si fanno quattro chiacchiere e si va in scioltezza. Ma c'è un motivo, c'è sempre qualcosa dietro.
Verso l'acqua!!
Infatti dopo un po' mi ricordo del posto... siamo nel bosco della Fonte del Paradiso, quella dove s'eran riempite le borracce e quindi, subito dopo, ci saremmo ritrovati al primo punto di sosta dove c'era il signore toscano, alla Colla del Bucine a circa 1040 metri d'altitudine.
Alla Fonte Del Paradiso

Facciamo l'acqua e salutiamo il nostro compagno di avventura a tempo determinato: lui prenderà in discesa (mica scemo!) lo sterratone di 8km che da Colla del Bucine porta a San Benedetto in Alpe (quello che noi disgraziati avevamo fatto in salita con 35° alle 2 del pm, tanto per capirci)
Noi proseguiamo nel bosco sulla single track indicata come Sentiero 00 del percorso E1 Rosso-Bianco. Divertentissima di nuovo, alla fine della quale si apre una bella vista sulla valle e noi ci fermiamo e veniamo raggiunti da Stefano, si apre il primo casello Telepass... volevo dire cancello per vacche!
Telepass Premium
Si rifà il discesone verso i 3 Faggi ma, dopo poche centinaia di metri, anziché proseguire verso valle e verso il bivio per Monte Falco, dopo la barra si prende per il Sentiero 00 (pedonale, per trekking), stretto, insidioso, impegnativo e tecnico, ma molto divertente.

Dopo qualche centinaio di metri, si vede una panchina in legno, una staccionata: ovviamente mi fermo.
Strabilio degli occhi!

Qualcuno penserà (anche noi in quel momento e poco prima dell'apertura): ma perché infilarsi in strade così rischiose e impegnative?" Perché di qua si arriva al Passo del Muraglione, dove almeno una volta nella vita un appassionato delle due ruote, a pedali o a motore, deve andre assolutamente. Un po' alla maniera dei Giapponesi, che non si possono dire tali se almeno una volta nella loro vita non hanno scalato il Fujiyama. C'è chi ci resta secco, in Giappone, per dimostrare il proprio valore degno del Regno del Sol Levante!
Insomma alla fine si riprende il pedale e si arriva, dopo discese davvero veloci, al Passo del Muraglione! Sosta pranzo: focaccia e birra media alla spina per me!
da dove siamo scesi e cartelli

pausa al bar e vista

Dal Muraglione si riparte, poche centinaia di metri di asfalto lasciandoci il ristorante sulla destra (quello della foto con la Triumph Speed Triple gialla oro in primo piano) e si prende il primo svincolo a destra, che ci avrebbe portato nella vera Terra Di Mezzo di oggi: la Valle dell'Acquacheta.
Dante.... chi?
Manco a dirlo, ci mancava la caduta, oltre la foratura. La vendetta dell'uomo dei boschi, aka PASTORE DI VACCHE SCHIFOSO!!! mi ha perseguitato per averlo preso per il culo alle spalle e facendogli fuggire via il bestiame il giorno prima...
Insomma, curva a destra, discesa ripida, sasso che in quel momento decide di spostarsi da sotto la ruota anteriore e io volo lungo per terra: braccio e ginocchio sbucciati. Niente di che, la bici è a posto, mi strofino la ferita e riparto un po' più tranquillo...
La curva del volo e guado a cannone!

Dopo qualche guado del torrente, e una apertura meravigliosa sul Prato dei Romiti, si giunge, dopo una faticosa discesa dove stavo per rovinarmi di nuovo, si arriva all'Acquacheta, una bella pozza d'acqua blu con cascata. Inimmaginabile la magia di quel posto.

Prato dei Romiti

Tutti in rispettoso silenzio, nessuno che si avvicina all'acqua... arrivo io e rovino la magia, tuffandomi praticamente vestito nell'acqua (gelida, più di ieri) e scatenando un po' di curiosità nel placibo pubblico a bordo "piscina"...

L'Acquacheta... e la quiete rovinata!
Dopo la refrigerata si parte quasi subito, io ancora zuppo (così sto fresco!) per il sentiero che ci avrebbe portati a San Benedetto in Alpe, dopo poco ribattezzato Stra Maledetto In Alpe perché stavolta il sentiero è un continuo sali e scendi dalla sella, andare a piedi con il ferro sulle spalle, frenare di colpo, evitare i trekkisti, salutare gente che ci piglia per il culo con la mano...

Sentiero 00 verso S.B. in Alpe

Ma ci divertiamo lo stesso, e io (ancora sta maledizione che finirà prima o poi) rompo il sacchetto degli attrezzi sotto la sella, perdendone alcuni che rimarrando ad imperitura memoria nei boschi casentinesi...
Alla fine del viaggio, ci voleva proprio! Amici incontrati la prima volta il giorno prima, ma come se li conoscessi da sempre. Un giro bellissimo, che mi ha riportato al vero valore della vita, selvaggia e ancestrale, in tempi in cui la nostra natura primigenia ci vedeva uomini dei boschi, cacciatori del necessario per nutrirsi e ripararsi dal freddo, e contemplare spazi immensi in cui noi, altri piccoli abitanti delle foreste, utilizzavamo solo piccole aree dalle quali si usciva occasionalmente per la raccolta o la ricerca del cibo.

Ho perso così tanto tempo nella città che quasi non ricordavo più chi sono.

WITCHCULT IN ITALY

Nessuno che si dichiari amante del doom e del dark rock con influenze sabbatiane può permettersi di non avere neanche un disco degli Electric Wizard. Pentitevi e punitevi se non siete già in coda alla cassa di un negozio di dischi metal o se su CD Universe non avete già speso un patrimonio per accaparrarvi le decine di collaborazioni, EP, LP, (ovviamente vinili) che hanno registrato.

A parte il fatto che sono una delle band più fighe in assoluto nel campo del doom, ed una delle più anziane, hanno anche una delle chitarriste più belle e affascinanti che il mondo della musica ricordi. Chi non la pensa così è frocio.

Comunque

ELECTRIC WIZARD @ UNWOUND CLUB - Padova
4 Settembre alle 20.00

Stavolta chi non viene è frocio sul serio e lo faremo impalare da croci rovesciate. Esecutore della tortura non sarà neanche Liz Buckingham, ma Jus Oborn
Un po' di foto e un video per farvi battere in testa dalla gayna




martedì 25 agosto 2009

IL TEATRO DEGLI ORRORI

c/IL TEATRO DEGLI ORRORI
@Circolo Magnolia - Circonvallazione Idroscalo, 41 - Linate (MI)
con un sacco di altri gruppi ma vado lì per loro e per la gayna sulle spalle dei giganti
Chi c'è bene, chi non c'è si deve pentire e punire

lunedì 24 agosto 2009

MTB SULL'APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO

Era da tempo che non mi capitava un giro così.
Siamo partiti da San Benedetto In Alpe, ultimo paese sulla "frontiera" Romagnola e Toscana, a circa 300 metri di quota.
Una strada in salita, che parte su-bi-to, e mica una breve piana con cui scaldarsi o rendere le gambe un po' agili per affrontare il dislivello, macchè! Quando poi sotto un sole che picchia come un martello ti investono 35° di riverbero di luce bianca dal basso di quella strada sterrata e sassosa insomma... non è che sia stato divertentissimo, ma fa parte del gioco. Su una lunghezza di 8km, la salita va per quasi 800 metri: una pendenza media di circa il 10%, al termine della quale si giunge alla prima sosta, dopo un'ora e mezza di pedalata.









Un toscano molto gentile ci spiega alcuni punti interessanti da cui prendere sentieri più o meno impegnativi, alcuni "da fare rigorosamente a piedi!". Ovviamente non ci pensiamo manco per il cazzo (di farli a piedi... siamo in bici che diamine!! E questo è quello che si penserà per la prossima ora, almeno)

Prima però prendiamo la strada che, dalla foto di centro, parte verso sinistra: si cerca dell'acqua -ormai alle ultime gocce- alla Fonte del Paradiso. Un sentiero carrabile (dai trattori o da jeep preparate) ci porta in mezzo ad uno splendido bosco di faggi e castagni in cui, scendendo a piedi per circa 20 metri, si arriva ad una fontanella tra le rocce. Acqua fredda e ferrosa, tipico liquido potabile di montagna!
Fatta l'acqua, cioè svuotate le vesciche e riempite le borracce, si riparte in direzione inversa per riprendere il sentiero che ci avrebbe portato ai 3 Faggi. Una single track molto tecnica, impegnativa e, ovviamente, in salita. Ci preoccupa meno il fatto che ormai il sole è un ricordo, anche se vicino: siamo infatti immersi nell'ombra del bosco e ci saranno almeno 7-8 gradi di differenza e l'aria fresca ci fa salire con buona lena. Da dietro sento che i due mi rincorrono chiedendosi come fa un tizio di città ad arrampicarsi come una capra di montagna su per quelle salite strette, ripide, piene di radici che sbucano ovunque e sassi che vengono giù come se li lanciasse qualcuno apposta per darti fastidio. Il fatto è che questi sono i miei percorsi ideali, adoro
le salite, soprattutto se difficili e che mettono in crisi le gambe e la tecnica di guida.








Alla fine della salitaccia ci aspetta un cancello di legno e filo spinato che costringe alla sosta; sarà il primo di una lunga, ma non troppo, serie di passaggi a livello. Verranno poi ricordati come un segno di misericordia dagli dei dei boschi (altrimenti conosciuti come pastori di vacche) i quali delimitando i pascoli, danno un sollievo alle gambe dei ciclisti sciamannati come noi.
La discesa è divertente, poco impegnativa e rapida. Si superano i 40 orari, che in fuoristrata sono più o meno paragonabili ai 70 all'ora di una bici da strada. Sassi, pietre e pezzi di rami sbattono con violenza contro il telaio e le ruote.












Un'altra breve sosta per bere, far due foto e gestire la stanchezza delle gambe e la fame selvaggia che ormai fa vedere doppio: sono circa le 5 del pomeriggio ed è dall'una e mezza che si pedala e non si mangia (almeno io) niente dalla mattina...
Si riparte e si cominicia a fare un discesone interessante che sarebbe stato divertentissimo se non fosse stato per delle vacche al pascolo che un VERO uomo dei boschi gestiva con una tranquillità disarmante.










Forse però era troppo tranquillo perché al nostro arrivo le vacche hanno iniziato a correre; lui, con atletico gesto, e mente ci dice di superarle e poi fermarle, si impiglia i coglioni nel filo spinato che cerca di superare e ci dice che le avrebbe portate nel prato che voleva raggiungere. Il problema è che le vacche saran state 'na decina. Con tanto di vitelli al seguito, quindi per noi impossibile da superare per i seguenti motivi:

1. erano delle vacche gigantesche.
2. avevano delle corna gigantesche
3. c'erano i vitelli. L'istinto di sopravvivenza e conservazione della specie trasforma delle stupide vacche in tori selvaggi da combattimento.
4. le ultime da superare, cioè le prime della fila, erano DAVVERO lontane.
5. correvano tutte come delle vacche impaurite e noi in bici faticavamo a stargli dietro, in discesa.
6. si agitavano troppo.

Per farla breve, arriviamo ad un trattore (che era probabilmente del vaccaro), lo superiamo, ce ne dimentichiamo e continuiamo a portargli le vacche verso valle. Lui dietro a bestemmiare e infamarci. Ad un cero punto decidiamo che forse è meglio far decidere alle vacche dove fermarsi e, incredibile a dirsi, si fermano alla stalla, a casa loro. Cioè dove NON voleva portarle il pastore, perché mi pare di aver capito che lui le volesse fare ancora pascolare. Insomma, giornata rovinata per il pastore, latte rovinato delle vacche per lo spavento e la corsa, discesa rovinata per noi che volevamo mollare i freni...

Ma alla fine si riprende velocità e si raggiunge un bel sentiero dove mollare davvero i freni. Ovviamente la maledizione del pasore di vacche ci ha colpito e, altrettanto ovviamente, come quasi sempre per ogni mia uscita in fuoristrada, buco. Ma non buco e basta: spacco del tutto la valvola della camera d'aria. Ecco fatto. Discesa di nuovo rovinata. Ma uno dei nostri ha la soluzione al male: mi dà una camera di riserva, perché i miei kit di riparazione non servono a un cazzo, adesso.

Però ora avevo anche paura che ci corresse dietro col trattore, ci raggiungesse e incurante ci passasse sopra lasciandoci lì nel bosco. Tanto alla fine su quelle strade chi ti trova più?! Per lui non sarebbe nemmeno una seccatura...

Si riparte dopo una mezz'ora. si arriva in brevissimo tempo alla strada asfaltata, breve tratto in cui posso essere certo che la botta pazzesca al cerchio posteriore che mi ha distrutto la camera d'aria non ha rovinato il cerchio in modo grave, forse è solo un po' ovalizzato ma non dà eccessivo fastidio: si sistemerà. Insomma, in pochi km si giunge ad una cascata sotto un ponte di pietra, dietro un rifugio, una casa di pietra antica bella come i posti che abbiamo visto finora.










Si decide di fare un bagno, nella vasca di pietra piena d'acqua fredda di sorgente di montagna che si vede al disotto del ponte di pietra. Una roba geniale e rigenerante.









Un geniale tipo di Forlì ci dà suggerimenti di dove andare il giorno dopo e dei sentieri da prendere, ci diffida dai corridori (ci mancherebbe!) e ci dice anche che all'agriturismo dove si sta andando si mangia molto bene e si spende il giusto. Scopriremo il giorno dopo che da quelle parti il giusto è un decimo di quanto potresti spendere per una cena da pezzente medio in una grande città (qualcuno ha detto Milano?).
Poi ci si asciuga e si va verso l'agriturismo: una grossa e vecchia casa di pietra dove una signora che secondo me sulle spalle ha più canne che anni, ci dice che lì non c'è posto (avevamo prenotato!) e che quindi dormiamo in paese, a Premilcuore. Ma a noi va benissimo, a patto che ci faccia mangiare subito appena possibile. Siamo distrutti, io sto in piedi per scommessa e gli altri due non sono da meno. Io e Maurizio optiamo per un bicchiere di vino che fa rinascere (doping? se a Pantani avessero fatto bere vino, prima e dopo le corse, ora forse non si parlerebbe di lui in modo offensivo).
A cena ci si spazzola due fiamminghe di tagliatelle al ragù, una fiamminga di grigliata mista abbastanza grande da soddisfare tutti e tre, una bottiglia e mezza di vino, dolce, caffè, ammazza caffè. Poi si esce. Birra. Gran vita in un paese mondano e notturno, che conta un numero impressionante di persone, almeno 50. Il sonno però chiede vendetta, e le gambe non tengono più. Si va a letto, convinti che il giorno dopo non saremmo andati molto lontano: la meta è il Passo del Muraglione e la Valle dell'Acquacheta. Mica uno scherzo arrivarci.

Per ora posso concludere che ho visto posti emozionanti, aperture su valli fermate nel tempo e boschi verdissimi e fitti, dove all'interno quasi non riusciva a filtrare la luce del sole.

La seconda puntata quando posso scrivere di nuovo.

martedì 18 agosto 2009

FERRAGOSTO DEL SANGRE (volevo dire del Mètal)

Mi ci sono ritrovato quasi per caso. D'obbligo il "quasi", perché quando il Capitén si trova nei dintorni del Mètal alla fine non è mai un caso.

In un locale pezzente di Cervia (Rock Planet), dove neanche un minimo di areazione delle sale, un'aria condizionata o uno schifosissimo ventilatore che smuovesse l'aria, mi ha svuotato di ogni liquido corporeo utile alla sopravvivenza, ha suonato uno dei gruppi per il quale e a causa del quale, molti dei miei coetanei sono messi come il culo: sfondàti.

Brujeria non è solo una band di grindcore metal delle più geniali e potenti, e che fa ammazzare dal ridere, ma anche un supergruppo in cui trovi musicisti storici della sezione più chiassosa del metal passato e odierno. Come Dino Cazares dei Fear Factory, uno dei fondatori.



L'attuale formazione era sicuramente una delle migliori che potevamo pizzicare in flagranza di reato, oggi.



Infatti


Juan Brujo (John Lepe) - Voce
Fantasma (Pat Hoed) - Voce
El Cynico (Jeff Walker) - Basso
El Hongo (Shane Embury) - Chitarra
El Podrido (Adrian Erlandsson) - Batteria


E il sempre presente Machete (nel senso del coltellaccio).



A voi i video e scassatevi di risate.


File under tua madre





File under marchando

File under narcos

martedì 28 luglio 2009

MAAA SENTI QUESTA QUI CHE BELLA!!

IL TEATRO DEGLI ORRORI - Dell'Impero Delle Tenebre
Etichetta / Anno: La Tempesta / 2007
Genere: noise / post-hardcore / punk
Componenti: Pierpaolo Capovilla, voce / Giulio Favero, basso / Francesco Valente, batteria / Gionata Mirai, chitarre
Se ti piacciono: Neurosis, Big Black, One Dimensional Man, Jesus Lizzard, Melvins, punk e indie in genere, suoni ruvidi e scarnificati in particolare e dalle liriche impegnate e introspettive.

Website; MySpace
Scendilo

Mesi e mesi ad ascoltarli e innamorarmi di loro.

Speravo molto che una band italiana al primo disco (benché i suoi componenti siano già noti nel panorama di musica d'avanguardia italiano ed europeo con i One Dimensional Man), potesse sfornare un gioiello dalla singolare personalità e dall'accattivante struttura e melodia
La voce di Pierpaolo Capovilla è stupenda perché rabbiosa e pulita, perfettamente amalgamata nella sua chiarezza con l'infrastruttura noise à la Big Black e post-hardcore dei Neurosis. Le melodie, per quanto inizialmente sembrino storte, sono invece un delizioso benessere per le orecchie, sia per la loro struttura appunto coinvolgente e ritmica, non facilmente apprezzabile dal primo ascolto, e sia per i suoni profondi, rotondi dei bassi e taglienti, spigolosi, contundenti ed esplosivi delle chitarre a cura di Gionata Mirai, secondo me un autentico genio. Un mix deflagrante che rende L'Impero Delle Tenebre un disco spaventosamente maturo. Le liriche, i testi, sono studiati, profondi, complessi e articolati, discorsivi e in alcuni punti il parlato è perfetto, meglio del cantato perché meglio si adatta alla struttura del disco.

giovedì 28 maggio 2009

MAI SENZA

MONSTER MAGNET - Drugs To Infinity

Etichetta / Anno - A&M Records / 1995
Genere: Heavy Rock / Psych Rock
Luogo: New Jersey, USA
Band: Joe Calandra - chitarre, basso, back vocals; Jon Kleiman - basso, percussioni, batteria, back vocals; Ed Mundell - bass, guitar, background vocals; Steve Rosenthal - Ingegnere del suono; Dave Wyndorf - organo, bass, guitar, percussion, theremin, voce, campane, mellotron e produzione artistica.




A mente stravolta e stomaco afflitto da una perenne gastrite, mi fa eco nei padiglioni acustici dopo tanti anni questo splendido disco. Il titolo dice tutto. E credo anche che sia storia vera. Vissuta. Da Dave Wyndorf, Ed Mundell & Co. Belli e da meditazione gli spazi in cui l'improvvisazione un po' bluesy regna, nonostante le distorsioni e strumenti quali mellotron, organo, campanelli vari, piatti e percussioni, in quegli anni facevano davvero uno strano effetto in un combo di musicisti dalle venature heavy rock tutto polvere, sudore, droga e sensualità melodica.
Un disco che sembra e resta infinito.
Ah! Registrato nei mitici Electric Lady Studios, di Jimi Hendrix.



Scendi-low

lunedì 25 maggio 2009

WITCHCRAFT + Graveyard @ ZOE CLUB Milano - ANNULLATO!

Questo perché il Sindaco, al solito, non capisce un cazzo ed è sempre e comunque colpa del Bràz.

E, al solito, 'fanculo al Vaticano.

Settimana rovinata! (cit.)

mercoledì 20 maggio 2009

martedì 19 maggio 2009

WH + RM = Sfascio @ Magnolia - 14.5.9

Non era prevista, non avevo voglia, non mi passava manco per l'anticamera del cervello.
Però la Zia Marty ha insistito così tanto e con argomenti così convincenti ("oh ma orcodio perchè neanche 2parole2?") che mi sono sentito quasi in obbligo. Il quasi è d'obbligo quasi quanto io sentissi che buttar giù 2righe2 fosse mandatorio. Cioè insomma... ci siamo capiti.
Le Castagne hanno aperto la serata. O erano Il Ballo delle Castagne? O la sagra? Vabbè comunque nulla di più inutile, innocuo (forse dannoso solo ai nervi), liceale in senso negativo e con talmente poca fantasia e mancanza di stile che l'urlo "BOLAS!" s'è sentito fin sopra il palco e infatti anche il gruppo ci ha seguiti, pentìti della loro performance.
Poi han suonato i Midriasi. Come sono stati? Beh noi eravamo fuori a cercare il pezzo di materia prima fondamentale alla costruzione di un bòlas che il buon sottoscritto s'era infilato in tasca e dimenticato del gesto. Quindi i poteri della Sbatta si sono impossessati di lui per una buona mezz'ora in cui bestemmie, imprecazioni e insulti al primo di passaggio stavano per delineare gli estremi della serata.
Invece la materia prima scappa fuori grazie alla saggezza della mia nuova saggia, il nuovo faro nel buio dell'ottenebramento della ragione: Giustizia. La nostra cara "tipa del Zizzè" ad un certo punto mi dice "Tranquillo Ettorone tanto quando non lo cerchi più spunta fuori come un fungo a fine estate" e infatti infilo una mano in tasca sconsolato e il figlio di puttana si fa trovare in the dark side of the pocket. Roba da farci i soldi.
Quindi si rientra carichi di "effetto Placebo" e la serata è sicuramente più interessante di prima per due buoni motivi 1. siamo sfasciati 2. suonano i Radio Moscow.
I Radio Moscow sono una band americana di heavy blues (si può dire? me ne fotto) e cioè: suonano blues, in senso lato, però con distorsioni belle toste, suoni piuttosto marci, ritmiche incalzanti e in progressione, assoli lunghi come il mio... e quindi ci stanno dentro dibbestia. Il bello è che l'effetto placebo mi restituisce il tutto molto nebbioso, ovattato, come se fossi dentro una campana di vetro. Si susseguono pezzi dal disco omonimo del 2007 fino al nuovissimo di quest'anno mi sfugge il nome non mi rompete l'anima, non posso sapere tutto, io. Sono Capitan Sbatta, mica Capitan Sottutto. Comunque davvero belli, tant'è che mi sono pigliato il vinile (rosso) che il giorno dopo già girava sul mio piatto a volume smodato.
Ovviamente un altro bòlas prima di proseguire con i White Hills è d'obbligo. Più dello scrivere ste 2righe2. Quello sempre.
I White Hills mi hanno un po' preoccupato, all'inizio. Stavo per pensare "se devo venire qui a guardare un gruppo di scassati del R'N'R suonare a volume smodato e copiare i Monster Magnet, allora voglio una tonnellata di fumo parcheggiato fuori dal locale". Invece sono strapettinati, secondo me meglio dei MM anche se pescano davvero molto, lo stile è praticamente quello di Superjudge e Powertrip. Ma il frontman è davvero spettacolare: salti, flessioni sulle ginoccchia, smorfie, geniale la faccia da sfondato e la bottiglia di vino che s'è scolato sul palco mentre suonava. Il tutto mentre ci buttava letteralmente addosso tonnellate di chitarre, accordi, soli, improvvisazioni e noi sotto a bestemmiare perché in tutto quel fare e dire e suonare e gridare non si capiva un cristo di gniente. O quasi.
I video li metto in un altro post. Ammazzatevi.
Adesso se la Zia Marty non è contenta vado da un altro, a farmi fare la scatola matrimoniale del pupazzo Voodoo.

WHITE HILLS W/RADIO MOSCOW - 14.5.9 - Magnolia

Musica Per Sfasciarsi A Dovere
14.5.9 @ Magnolia


Nota: bassista sputato dagli anni '70, maglia del chitarrista, the bouncing drummer e musica figa

Nota: faccia da distrutto del frontman, la topa della bassista o la bassista è topa, Monster Magnet ovunque e musica come la bassista ma un po' più distrutta

giovedì 14 maggio 2009

WHITE HILLS - RADIO MOSCOW - MUSICA PER SFASCIARSI A DOVERE

QUESTA SERA GIOVEDI 14 MAGGIO
MACELLO MAGNOLIA presenta:
WHITE HILLS + RADIO MOSCOW
in apertura MIDRIASI (live) e IL BALLO DELLE CASTAGNE (live)
A seguire Solomacello DJ Set con la miglior musica per allucinazioni

lunedì 11 maggio 2009

WITCHCRAFT + GRAVEYARD @ ZOE CLUB MILANO

Questa la mail arrivata stamattina.


WITCHCRAFT e GRAVEYARD: show da co-headliner

Unica data italiana per due giovani e grandi band del nuovo panorama stoner-doom. Abbiamo il piacere di comunicarvi lo show che WITCHCRAFT e GRAVEYARD terranno nel mese di maggio a Milano. Si tratta di uno spettacolo in cui i due gruppi saranno co-headliner. Mentre i GRAVEYARD amano l'incontro fra stoner e rock'n'roll, i WITCHCRAFT possono essere considerati come la band che più di tutte ha concretizzato il doom e la psichedelia con un'attitudine vintage, da primi della classe, proprio come se fossero figli legittimi dei grandissimi Pentagram. Uno show da non perdere per nessun motivo!

Ecco i dettagli della data:

WITCHCRAFT+GRAVEYARD
26.05.2009 MILANO @ ZOE CLUB

Apertura porte ore 20.00
Inizio concerti ore 21.00
Prezzo del biglietto: 13 euro + diritti di prevendita

Notizie pettinate/importanti?

Il locale è dietro casa mia.
Il locale si chiama come mia figlia.
Il locale sembra interessante.
Entrambe le band sono fighissime soprattutto dal vivo!

giovedì 7 maggio 2009

SOUTHERN COMFORT

FIREBIRD + Grand Sound Heroes @ MAGNOLIA / Milano, 6/5/9
SOLOMACELLO DJ SET in chiusura
Fresca serata milanese di primavera; pochi i presenti alla ristretta riunione di famiglia al Magnolia in occasione dell'evento Firebird in Italia: potente hard blues con pochi giri di parole, tutto arrosto e niente fumo, tanti giri di basso e soli strepitosi. Addirittura un solo di batteria. di... oh ma quello non suonava negli Spiritual Beggars, mi dice il Sigàl? Eh zio non mi ricordo, ma come-cazzo-si-chiama non aveva i capelli una volta? Eh beh comunque gli somiglia parecchio! Vacca che suoni! Qua trema tutto! Sarà perché il basso entra direttamente dal torace senza passare dalle orecchie? Oh ma Leo Smee? Eh bello è fuori da un sacco dal gruppo... Ma checcazzo! E' un bassista strafigo e l'attitudine da pieni seventies che presenta dal vivo è ineguagliabile, indiscutibile. Questo invece sembra Diamond Darrel, il chitarrista dei Pantera a cui hanno sparato a Columbus, Ohio... Cazzo è uguale! Ed è molto bravo! Il solo di basso è caldo, dai suoni pastosi, i giri molto orecchiabili e in progressione. Il Sigàl mi sembra soddisfatto, ma troppo sobrio; il Presidente è il Presidente, e cioè incomparabile; il Lè (CAZZO!) non c'è per un guasto hardware non meglio specificato ma le bestemmie chiariranno i dubbi in seguito; il Capitano è in sbatta ma... non stasera, manco per il cazzo, belli.
Stasera è tutto per il blues, per le distorsioni ignoranti, per i suoni caldi e pieni, per le melodie neanche tanto vagamente brit-pop.
Per la Grand Union.
Per il DJ SET SOLOMACELLO (sempre ottimi i pezzi, ma quel disco country è una cosa davvero geniale!)
Per gli Amici.
Ringraziamenti al Presidente per le foto pettinate



















giovedì 23 aprile 2009

FEMININE DOOM

JEX THOTH - s/t
Etichetta / Anno: I Hate Records / 2009
Luogo: San Francisco, CA
Genere: Doom/Dark Rock '70/Psychedelia
LIYL: Witchcraft, Reverend Bizarre, Cathedral, Black Sabbath.




Website : Myspace


Il doom è una musica femminile: depressione, sbatte mentali, picchi di trascendenza della ragione (si chiamano “picchi ormonali”). Il doom è il destino di ogni donna e ogni donna che si rispetti dovrebbe cantare in una band doom dal sulfureo sapore di anni '70 e satanic dark rock.
Questa Jex Thoth (di battesimo?) dev'essere una forza sensuale della musica oscura, perché canta in un modo che va all'unisono con la crescita vertiginosa dell'ansia creata dalla sua musica.
Spero che a Lee Dorrian questo disco sia arrivato e se lo stia godendo. E anche agli Electric Wizard.
Le atmosfere tipiche dei Black Sabbath si rivivono forti e vivide nelle quattro tracce chiamate Equinox Suite A) B) C) e D) con alternanze di doom, dark rock e psichedelia.
Un disco del crepuscolo, per godersi il buio non totale leggermente scaldato da quella poca luce che non è il sole, ma una fiamma sulla torcia satanica del rock al sapor di zolfo.