DOPPIA PENETRAZIONE
Sono stato a Barcellona, negli ultimi 6 giorni. Per la ventunesima volta nella mia vita sono stato in una delle città più belle del mondo e dove con tutta probabilità sceglierei di andare a vivere, alla pari con Madrid.
E, ovviamente, come tutti gli altri tossici (you know who you are), sono andato a cercare un buon spacciatore di vinili, in una di quelle vie che a Milano (e nelle città italiane tutte) manca, e che invece c'è in ogni altra merdosissima città europea. Insomma a noi manca uno schifosissimo punto di ritrovo e di sperpero di denaro con un buon fine.
Il negozio (messaggio promozionale) è Revolver Discos (segnatevelo sul cazzo, se avete abbastanza spazio) e i dischi, rivelatisi uscite discografiche e acquisti dell'anno:
Etichetta: Drag City
Anno: 2009
Componenti: Al Cisneros (voce, basso); Emil Amos (batteria)
Se ti piace: Sleep, Orthodox, Sunn o))), Pink Floyd
Tra linee di basso profonde e cupe come l'abisso della trascendenza spirituale, e colpi di batteria ovattati e lontani come la terra coperta dalle nuvole che ci lasciamo alle spalle nel nostro viaggio, i due Om ci fanno rivivere gli incubi dei viaggiatori per la via di Damasco... ma che cazzo scrivo!? Questo è un disco della madonna e basta! Due musicisti, di cui uno è il "cantante": una specie di santone che si fuma di tutto e poi se la racconta, se la canta e se la viaggia in solitaria. Immaginatevi Set The Control For The Heart Of The Sun dei Pink Floyd mescolato con abientazioni à la Sunn o))) e tematiche degli Sleep (ovvio). La qualità audio fa rizzare i peli dietro il collo, e la testa gira forte sul crescendo intenso di Thebe pezzo maestro dell'intero album. Il flauto in Meditation Is The Practice Of Death ricorda da molto vicino quello in apertura del disco Forest Of Equilibrium dei Cathedral, tanto per farsi capire. Ovviamente il vinile è talmente bello che è quasi un dispiacere doverlo spacchettare... Se non lo comprate siete cattolici.
Etichetta: Alone
Anno: 2009
Componenti: Marco Serrato Gallardo; Ricardo Jimenez Gómezù; Borja Diaz Vera
Se ti piace: Sunn o))), Sleep, John Zorn, Om
Eccolo, l'acquisto e disco dell'anno satanae 2009. Un cazzo di monumento al doom ortodosso e alla ricerca della cupezza e profondità sonora.
Scordatevi delle chitarre elettriche. Dimenticatevi degli effetti psichedelici. Eliminate dalle vostre menti la concezione che, per fare doom, bisogna usare strumenti metal ed elettrificati. Qui ci sono strumenti "mai sentiti prima", nel senso che il metal a volte fa male (e parecchio) anche se suonato con strumenti che potrebbero andar bene, chessò, per il jazz strumentale e free come quello di John Zorn o Coltrane; per intenderci, quello che spiazza. Solo che la sensazione principale, iniziale, è di un attanagliamento alle viscere quasi doloroso.
L'apripista Marcha De La Santa Sangre (i titoli in spagnolo m'arrazzano sempre parecchio, hanno quell'arcana religiosità che s'insinua dentro) sembra un pezzo di Morricone, di quelli in cui nel bel mezzo del deserto infuocato e tra gli effetti della fata Morgana, dopo un milione di km attraversati a piedi e con la gola in fiamme, intravedi la salvezza in un convento di missionari bianco come la neve. Invece è l'inizio della fine perché Ascensiòn, subito dopo, è la summa di un viaggio onirico e spaventoso. Gli incubi colpiscono in modo trasversale, subdolo, come le melodie: batteria, pianoforte, tromba, e molto altri, compiono divagazioni ora melodiche, ora destrutturate, ora jazzistiche. La voce, tremante e monocorde, è tetra, chiara, netta, tagliente come un rasoio.
Tutto è totalmente NERO.