mercoledì 29 novembre 2006

HAPPY EASTER EVERYBODY

These Arms Are Snakes (link) è una band che mi è piaciuta da subito.
Un paio di anni fa presi, per pura coincidenza, il loro album d'esordio (in vinile, azzurro, fighissimo): Oxeneers Or The Lion Sleeps When Its Antelope Go Home. Un disco che ho ascoltato allo schifo, e che ancora oggi metto su quando non so cosa ascoltare. Mi solleva il morale con i suoi giochi ritmici e le schizzate variazioni di tempo, i suoni così affilati e allo stesso tempo morbidi e (quasi) calmi. Ecco, questa band è agitata, sì, ma suona comunque calma. La trasmette anche. Almeno a me.








Il secondo album (sempre in vinile, certo; stavolta trasparente) Easter, sulla falsariga del precedente, ha un qualcosa in più che non ho ancora identificato, assorbito, metabolizzato. Sembra avere un'energia più dirompente, direi quasi esplosiva, restando comunque calmo e lucido: non cede il passo alla rabbia, la controlla. Il punto è che Mescaline Eyes, in apertura, è una figata: cresce, parte, rallenta, si ferma ed esplode nelle rullate pseudo-incoerenti che calzano a pennello nelle note dilungate delle chitarre nemmeno troppo distorte e gli effetti elettronici sullo sfondo sibilano e graffiano.

Ascoltala qui

giovedì 23 novembre 2006

PIANETA SOLITUDINE

If I Should Fall To The Field è una riscoperta continua, un viaggio perenne. E Steve Von Till (NEUROSIS - Chitarre/Voce) è pressoché perfetto nei panni del cantastorie maledetto, malinconico e profondo.

Le basi dai tempi lenti, mai noiosi od ossessivamente opprimenti sono atmosfere melodiche di banjo, sitar, hammond e chitarre acustiche, voci e canti. Di tanto in tanto un lieve accenno di batteria. Attraverso folk, mood country, blues e a volte semplicemente due note di chitarra acustica la voce di Steve, sciamanica, rassicurante, cavernosa e potente, racconta di storie andate, di racconti perduti e del fascino ancestrale che la terra esercita, su tutti noi, con le sue storie legate ad antiche suggestioni. Accompagna la mente nel viaggio più oscuro di tutti, e poemi arcaici dalle parole forse dimenticate danno vita alla sofisticata meditazione sulle ombre che circondano lo spirito. Sì, perché questo è il disco dedicato a chi è caduto al suolo, a chi non si alzerà mai più, a chi ha perduto ogni contatto con il mondo dei vivi. A suo nonno, in particolare. (il pezzo The Harpy, in chiusura, viene da questa registrazione di vocalizzi e canti del 1961 quando, suo nonno, in pieno deserto registrò quello che lui chiamò "il suo testamento"; Steve ci ha buttato dentro qualche effetto di fondo per dare spessore).

Quando ascolto questo disco mi sento solo. Mi succede ogni volta: un groppo in gola che non va giù nè su, il cuore stritolato in una morsa gelida e ingoiato dal buio. Nessuna voglia o capacità di ascoltare qualcuno. Mi sento solo su un pianeta sovrappopolato.
E nessuna paura.

SI TORNA


... o meglio, ci si risveglia da un lungo e contorto sogno.

venerdì 17 novembre 2006

SI VA

Qui.

Che si svolgerà al NDSM Wharf, un gigantesco nuovo sito nella parte nord dell'immenso porto.

Torneremo. Fidatevi.
Anzi, no.


lunedì 13 novembre 2006

MAS(TOOL)DON

Quando: ieri sera, dalle ore 8 in poi.
Dove: Torino, PalaMazda.
Il mastodonte si alza e procede... inquieto, incazzato, incessante.
Premessa veloce: il loro unico concerto che io abbia mai visto è quello del Transylvania Live nel 2001 a Milano, c'erano sì e no 30 persone (gli sfigati fuori, grazie), tour relativo al disco Remission e l'EP Lifesblood; fu l'esordio italiano di una band che sta diventando gigantesca.



Sleeping Giant, Ca(ter)pillarian Crest, The Wolf Is Loose... tutti pezzacci incazzati neri dall'ultimo album Blood Mountain (titolo fantastico!), forti di una ritmica omicida e chitarre spaccatimpani ma è ovvio che è Brann Dailor (batteria; suona meglio al plurale però, sembrava fossero in due) a spaccare il culo a tutti quanti; è l'unico davvero impressionante tra i quattro anche se ho notato con piacere che anche Troy è maturato molto come cantante.
Ci siamo ritrovati un po' frastornati quando hanno sciolto le briglie ad alcune delle bestie di Leviathan, concludendo la loro breve e intensa serata sulle note della supermegavolosa Hearts Alive; chitarre e batteria a vagonate, locomotiva compresa. Tra l'altro lo strepitoso e azzeccato solo finale forse m'è piaciuto più che su LP, è sembrato più limpido, squillante, alto. (emmerda se era alto... )

Per i Tool direi che le differenze tra la data di Milano del 19.6 (a fondo pagina) e ieri sera a Torino sono state, oltre che nel mese di "celebrazione":

- le dimensioni degli ometti sul palco; almeno sono quasi riuscito a vederli in faccia!
- suoni per quanto possibile migliori della media dei palamerda telaio in metallo e tetto in telone-del-cazzo
- biglietto relativamente economico; quello di Milano stava a 32€ senza band di supporto. Ieri 35, ma almeno c'erano i Mastodon. Comunque è tanto lo stesso, se si va a chiedere in giro. Cioè quei froci dei Take That un biglietto lo fanno pagare 80€ e voi metallari del cazzo vi lamentate?
- presenze in sala gradevoli, amici vecchi e nuove conoscenze... tutti più o meno appezzi, con il Sindaco del Metal sempre in grande forma (cioè di forma grande)
- scofanata di panozzo con sazizz', cipolle e senape (parlo per me), bissato da un successivo identico per calmare le budella



Per quanto mi riguarda, dei concerti dei Tool so per certo una cosa sola: li ho visti 3 volte e ogni volta assistere ad una loro serata è partecipare ad uno show a 360° con immagini, effetti visivi e luci che completano la musica, sempre magnifica, potente, astratta ma che si fa sentire come un pugno nello stomaco, obliqua e diretta allo stesso tempo.
Lateralus + 10,000 Days. Questi i due dischi co-protagonisti della serata; ma anche Aenima s'è fatto vedere da luminosi e ampi spiragli chiamati Forty Six And Two, Aenima, Stinkfist. Il basso aveva un suono, ma un suono... che ti si incastrava in quelle aree comprese tra giugulare e timpano e tra gabbia toracica e cappella, e ti faceva vibrare tutto. Questo per la parte alta del corpo. In basso succedeva anche che si piegassero le ginocchia e ci si sentisse un pochino... storti. Ecco. Non ho invece capito la maschera antigas sulla facciona di Maynard ma va bene lo stesso; lui canta da dio e la sua voce è molto bella, la sa modulare e sa essere anche incazzato.
Perdonato.
Questo non vuol dire che una band si possa mettere le maschere... Slipknot, Berzerker, G-WAR & Co.Bella fanno cagare tutti quanto allo stesso modo, si capisce.

Gran concerto, presentato bene, suonato meglio, musicisti professionali e tutto il resto...

... però le regolette del cazzo come a scuola e gli scassacoglioni della security (no smoking / no foto) li lasciamo fuori la prossima volta ok? Ah, e già che ci siamo signori del PalaStronzi, di bar mettetecene due; per una birra non si può aspettare mezz'ora, non siamo tedeschi, a loro piace aspettare per la birra... Noi siamo italiani e la maggior parte metallari. Non si deve far aspettare un metallaro italiano (medio) assetato.

La prossima volta a rapporto dal Sindaco del Metal e non passa un cazzo a nessuno.

giovedì 9 novembre 2006

MILANO CRIMINALE

Un nuovo libro, l'ennesimo, sulla criminalità a Milano.
Ne hanno scritto Piero Colaprico (giornalista di "nera" e editorialista di molte testate nazionali e collaboratore di Noir Magazine), Giancarlo de Cataldo (guidice presso la Corte d'Assise, sceneggiatore, traduttore e romanziere), criminali d'ogni sorta, compreso il boss calabrese Saverio Morabito che imperversava tra Baggio, Lorenteggio, Giambellino e San Cristoforo (il primo vero imprenditore della criminalità organizzata), stringendo allenaze segrete (alle cosche calabresi) anche con il bel Renè (Renè Vallanzasca), della Comasina.

Ma (eh sì, MA!) questo libro è diverso. Viene raccontato in prima persona dal poliziotto capo della squadra mobile di Milano per oltre 15 anni, Celeste Bruno, ritenuto uno stratega che ha risolto oltre l'80% dei casi e il primo caso di serial-killer italiano, Luca Moz.

Ha partecipato il giornalista di nera che lavora per il Corriere di Milano, Michele Focarete. Questo signore si è occupato spesso di prostituzione, viaggiando anche all'interno di un furgone dall'Ucraina all'Italia, assieme a donne con un unico destino comune: diventare puttane in Italia.

Oltre 200 case d'appuntamento, 50 club per scambi di coppie, 1000 e oltre prostitute e travestiti sui marciapiedi. Tratte di clandestini enormi. Bische clandestine da milioni di euro. Corse di auto su percorsi di gara urbani, con giovani poco meno che ventenni morti tragicamente. Mafia cinese e bambini schiavi. Uno spaventoso giro di droga per manager rampanti e giovani sballati. Storie raccontate da giovani donne con esperienze terribili alle spalle e incredibile coraggio per andare avanti e lottare.

Questa è la Milano (non) da bere. La Milano della vita di notte, quando le mostruosità dell'animo umano convogliano nella stessa direzione. Questa è la tragedia, la meschinità e l'essenza della cattiveria umana, è Balzac, è Victor Hugo, i miserabili, i diseredati e i disgraziati della nostra "civiltà" che non sa più dove sta andando. In una Milano che tutti considerano la capitale del lavoro, c'è anche la Milano che molti (troppi!) non conoscono e non considerano, nelle loro belle case calde e ospitali. Italiani, albanesi, marocchini, slavi, russi, cinesi, mediorientali... tutti quanti siamo in mezzo fino agli occhi, nei misfatti di ogni ora, perché se è vero che Milano non dorme mai certamente il crimine non sta a guardare.

Milano è viva.
Milano è pericolosa.
Milano è una delle città più affascinanti d'Europa, nonostante tutto.

martedì 7 novembre 2006

ORGOGLIO & GLORIA

Black Label Society: l'etichetta fa nome, e all'etichetta spesso si fa riferimento.
L'etichetta in questo caso è nera, come il colore vomitato da questo Hangover Music Vol.6; una serie di splendide e malinconiche "ballads", graffianti, emozionanti, in pieno stile Zakk Wylde. Da quando suonava con Ozzy Osbourne (sostituì Randy Rhoads dal 1989 in poi) diverse cose sono cambiate. La sua rabbia si è evoluta, l'aggressività raffinata, lo stile s'è pulito parecchio restando tagliente e spesso. Il disco dell'impiccato si piazza dritto nel cuore, prima ancora di essere digerito dall'apparato uditivo: è il disco dei ricordi, dei rimorsi, dei rimpianti.

Come una delle ultime (vere) rockstar che si rispettino questo favoloso, strabiliante chitarrista si è guadagnato il diritto di poter fare quello che vuole senza starci a pensare troppo su, riuscendo a farci innamorare della sua musica ancora una volta. Chiamati a sè Mike Inez al basso (Alice In Chains) e Craig Nunenmacher (Crowbar) alla batteria, eccolo qui, uno dei dischi più belli che mi siano capitati tra le mani negli ultimi cinque anni. Non ci siamo (almeno io) ancora abituati a questo suo modo di essere, senza compromessi né false aspettative date agli ascoltatori più affezionati; però non è forse questa la caratteristica che più si va a cercare quando si ha a che fare con un musicista del calibro di Zakk Wylde? Il disco spiazza e piace un casino: perseveranza, carisma, evoluzione... e tanto feeling. Alcuni a volte dimenticano. Ma questa è l'essenza, e a TheDarkSide piace ricordarlo così.

lunedì 6 novembre 2006

GUIDA PRATICA PER GLI UTENTI

Come programmare il bambino per una completa notte di sonno? Quando il momento giusto per portarlo a fare il tagliando dal pediatra? Se piange durante la notte, non è un problema di malfunzionamento o un difetto di fabbricazione, fanno tutti così; dopo qualche settimana il problema di risolverà da solo. Quali sono i migliori metodi di "impacchettamento" del prodotto per evitare danneggiamenti delle parti delicate (ricambi inesistenti o molto cari)? Quali i più corretti processi di installazione e manutenzione (ordinaria e straordinaria) del vostro nuovo prodotto ipertecnologico a funzioni avanzate?

Ecco. Questo manuale (geniale nella sua semplicità) risponde a tutte queste domande, e molto di più! Anche la sola lettura, senza fini ultimi per l'apprendimento a scopi manutentivi dunque, è parecchio divertente.
A proposito, il pannolino è il "raccoglitore delle scorie in eccesso".

venerdì 3 novembre 2006

A ME, ME PIACE!

Piccola parentesi che a quella grossa ci pensa il video. (Redsparowes sono un gruppo della madonna)
Questo, è un disco della madonna: i titoli, le musiche e l'artwork sono già leggendari, ancora prima di installarsi definitivamente nei neuroni -lo faranno presto.
Musicalmente i nostri sono dei figli-di-puttana spaventosi, musiche affascinanti, melodie a volte un po' storte, un po' dissonanti; per questo sempre gajarde: sembra di ascoltare una magnus opus classica suonata da strumenti rock con suoni tanto seventies e uno spiccato senso della melodia e dell'insieme (già sentito? Come questi, non credo proprio... )

giovedì 2 novembre 2006

METALHEAD

Ecco.
Si riconosce?
E' James Hetfield, Metallica.
Qualche anno fa se ne uscirono con la stron(caz)zata dei pupazzi e della statua (foto), adesso arriva la testa.
Non lo so, cioè non so che pensare.
Potrei comprarne una e accanirmici con torture medievali e naziste. Potrei darmi al voodoo.
Conosco pure chi se le comprerebbe sul serio...

Ora leggete quanto costa (ah scemi!!!)