venerdì 30 luglio 2010

FAZZO GEZZON

Nuovo (2010) lavoro di una delle desert rock per eccellenza.
Ed è ovviamente un bel disco.
Altrettanto ovviamente si può scaricare da qui


Già che ci siamo, e mi sento buono, consiglio (e mica solo io!) anche questo di cui si vede la copertina qui sopra, scaricandolo da qui

giovedì 29 luglio 2010

SAMSARA BLUES EXPERIMENT

Anno: 2010
Etichetta: World In Sound Records
Genere: heavy rock psichedelico
Provenienza: Berlino, DE
Se ti piace: Zebulon, Pink Floyd, Ancestors, Astra


Toglietevi dalla faccia quel sorrisetto ebete. Non è blues, se è quello che stavate pensando.

I Samsara Blues Experiment fanno del buon heavy rock psichedelico, quello tosto cioè. Un bell'incrocio tra Zebulon ed Electric Wizard. Nella completa impressione sonora ci sono note di musica folk nordica, tastiere, organi e assoli della durata di un'era con divagazioni strumentali variopinte e lunghissime. Con queste caratteristiche vanno ad accostarsi a gruppi come Ancestors, Astra o Earthless.

Sono a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '90, cioè tra quella psichedelia lunga un secolo e quello stoner rock più energico e grezzo, con tanta tanta sostanza. Questo disco, Long Distance Trip (titolo azzeccatissimo) parte piano, tranquillo, e con un crescendo trascinante ti si piazza in mezzo alla testa e non se ne va più. Tra atmosfere rarefatte e potenza tangibile dai bassi che colpiscono il basso ventre, questo quartetto di Berlino (che ha anche suonato al Roadburn Festival di quest'anno) deve assolutamente essere conosciuto, ascoltato.

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venerdì 23 luglio 2010

Ieri sera al Magnolia suonava un gruppo che chi non conosce dovrebbe conoscere, e chi conosce dovrebbe comprarsi tutto quello che hanno prodotto. I Clutch esistono dai primissimi anni '90 e il loro rock è indubbiamente fondato su un profondo blues. Ma siccome la loro energia e il carisma di Neil Fallon, che dal vivo ha una voce fenomenale, spingono parecchio, sembrano più dei camionisti che piuttosto che salire sul palco con le chitarre, potrebbero benissimo farlo un giorno a sopresa, con il trattore o con un cabinato degli anni '70, di quelli con il motore gigantesco e inquinante, che sputano olio ad ogni cambio marcia ma che sono tanto belli da guardare e da guidare, e il loro rumore è musica. Ecco, così sono i Clutch dal vivo, come un camion bello grosso che ti sgasa la sua potenza dritta in faccia.

Tutti i fantastici pezzi suonati, da "One Eye Dollar" a "Profits Of Doom", "Electric Worry", "Wicker" e passando per un sacco di roba che sta in mezzo, sono stati, chi più chi meno, improvvisati su parecchio blues e proponendo delle versioni coinvolgenti ispirate a vecchi classici della musica tradizionale americana.
Bellissimi gli effetti voce, piazzati lì assolutamente a cazzaccio de cane; divertente il modo di muoversi di Fallon mentre cantando cerca di rappresentare a gesti quello che vuole dire, tipo "aho vià qua!", "ah gran fijo de 'na mignotta", "ma che stai a dì", "mo vengo lì e te rompo er culo", "ammazzate", etc...)
Dei due col cappello invece non ho manco visto che faccia hanno... oddio non sto dicendo che non li ho mai visto, so che faccia hanno, ma si facevano letteralmente i cazzi loro, non si parlavano neanche. Ma va bene lo stesso, il concerto è stato strafantastico, una gayna superdotata, una tonnellata di ignoranza, un paio di bolas, qualche birra, e un baratto a suon di placebo andato a buon fine, dimostrando una volta per tutte che la sostanza placebo non è così inutile come si pensava...
CLUTCH
Strange Cousins From The West



Dato che siamo in tema, pigliatevi il loro ultimo disco, possibilmente in vinile perché è strapettinato con i dischi in oro trasparente e i cartoni interni argentati e confezione gatefold.
Ma intanto scaricatevelo.
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