martedì 27 ottobre 2009

UN PAIO DI VIDEO DI CHROME HOOF

File under: io non ne vorrei uscire mai più


File under: ditemi se non vi sembra gente seria

lunedì 26 ottobre 2009

NEL PAESE DEI PARADOSSI

CHROME HOOF - Pre-Empitive False Rapture

Etichetta Tritone Records / Rise Above Records / Southern Lord
Anno 2007
Luogo Londra, UK
Genere sperimentale






Componenti
Leo Smee - Bass/Vocals/Synth/Percussion

Milo Smee - Drums/Synth/Percussion
Emmett Elvin - Keyboards/Synth/Sampler
Andy "Mister" Custard - Guitar/Percussion
Kavus Torabi - Guitar
Emma Sullivan - Trumpet/Vocals/Keyboard/Percussion
Chloe Herington - Bassoon/Saxophone/Percussion
Sarah Anderson - Violin
Lola Olafisoye - Vocals
Tim Bowen - Cello

Lo so cosa state pensando. Che gente vestita così non può fare musica seria... ovviamente vi sbagliate, come sempre aggiungo io. I Chrome Hoof sono un'invenzione di Leo Smee (Cathedral, Firebird) e di suo fratello Milo. Hanno chiamato un po' di gente (seria) e detto di sguinzagliare la fantasia pescando a piene mani dal background musicale di ognuno di loro. Essendo in dieci, ne è venuto fuori qualcosa di colossale e mostruoso, con una complessità e una stratificazione di strumenti davvero impressionante. Si pensi ai Tool mescolati con i Funkadelic. Oppure a Sun Ra e i Sunn o))). Oppure ai Cathedral con John Zorn. Insomma il messaggio è chiaro: spiazzare. A me fanno semplicemente impazzire, per come schizzano dal funk al metal, anche doom, passando per territori molto pericolosi come la dance music che è roba molto semplice all'apparenza... questo ti frega quando vuoi integrare il genere a qualcosa di fondamentalmente diverso. Penso che ci siano poche parole per descrivere la loro musica, ma immaginatevi una cantante soul con una voce davvero bella, altalenare su frequenze medio-basse e alte che si dimenano con prepotenza tra ritmiche percussive e ossessive con fiati funk e chitarre metal. Gente seria insomma. E i pezzi più forti: "Pronoid", "Circus 9000", "Symbolik 180 Degrees".







giovedì 22 ottobre 2009

RAVJUNK - Pettinerie svedesi, strajamming sessions, delicatessen, psycho lullabies, John Mayall e varie ed eventuali

RAVJUNK - Uppsala Stadshotell Brinner

Luogo: Uppsala, Svezia
Anno: 2007, riedizione dell'originale del 1977
Etichetta:
Genere: rock and roll, blues, jam sessions, punk

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Le cose che m'arrazzano di questo disco sono due:
1. un lupo in copertina
2. il tono scazzato e strilloso di tutti i pezzi, compresi i blues ignoranti
Si inizia subito con una chiara dichiarazione di intenti: Sherry, Vermouth, Vin & Öl. Ecco fatto. Tutti sbronzi sin dall'inizio, ovviamente aggiungo io.
La title track è una improvvisazione di solo per chitarra su un giro di basso piuttosto voluttuoso e ripetitivo, quasi ossessivo, ma ritmico e piacevole.
Säg Mig Andersson è secondo me un pezzo fortissimo. E mi dovete dire chi l'ha scritto, suonato per la prima volta e il titolo originale. Vi dò un indizio, pezzenti che non siete altro:
è di qualche decennio fa, di uno dei più grandi bluesmen ora ultrasettantenne.
Naturbarn è una bonus track, una specie di suite che spazia dal blues al rock ruvido e distorto fino ad incursioni abbastanza frequenti nel punk degli anni '70. Quello che mi fa sbrodolare però è l'assolo infinito che parte sin dall'inizio, è una roba assolutamente geniale e perfetta nel contesto improvvisazione.
Le tracce davvero lunghe sono 4, tutte oltre i 10 minuti, una (Naturbarn) di oltre 20. Una mazzata solo loro, ma si ascoltano con mucho gusto.
Ma io voglio vedere se qualcuno mi riconosce di chi è il bluesaccio che qui è marcissimo!